giovedì 28 aprile 2011

Paesi in cambiamento, gente in movimento

28 aprile 2011

Circolo del Partito Democratico “Maurizio Valenzi”
TUNISI

Care amiche ed amici del Circolo Valenzi di Tunisi,

avrei voluto essere con voi per questa importante iniziativa ma le circostanze non l’hanno consentito.
Davvero complimenti per la scelta del tema. Ponete l’accento su due aspetti legati in modo indissolubile: l’evoluzione della storia, il modificarsi, a volte anche rapido ed inaspettato, della vita di nazioni e popoli, ed il movimento delle persone nel mondo, le migrazioni.
In un mondo che apprezza sempre meno il significato profondo di questo legame, si aggiunge un terzo aspetto, che supera anche le crisi politiche e sociali delle nazioni e dei continenti, che supera anche l’evoluzione della storia, che riguarda la voglia di riscatto dell’emigrazione, la speranza di futuro, il sogno di opportunità, il desiderio di emancipazione, tipico degli emigranti, di tutti gli emigranti.

Non c’è emigrazione senza speranza e desiderio di riscatto.

I Paesi ed i Governi che non riconoscono questa legittima aspirazione dei migranti, che ne strumentalizzano gli sbarchi o gli arrivi con l’obiettivo di instaurare una perversa logica della paura o che ritardano l’azione politica di coordinamento e quella umanitaria della solidarietà, rischiano di commettere un crimine contro l’umanità.
Per questa ragione debbono prevalere solidarietà ed umanità, insieme alle scelte politiche di Paesi che si riconoscono in un comune progetto di integrazione europea.

Il ruolo dell’Italia, con tutte le difficoltà e le resistenze, dovrebbe essere anche questo in senso all’Unione degli europei.

Vi auguro buon lavoro e vi ringrazio per la tempestività di questa iniziativa.

On. Marco FEDI

venerdì 22 aprile 2011

FEDI (PD): 25 APRILE: I VALORI DELLA RESISTENZA CI RICHIAMANO AI DOVERI DI OGGI

Negli anni sul 25 aprile si è sviluppato un acceso dibattito relativamente ai valori comuni di pace, libertà e democrazia che questa ricorrenza rappresenta. Negli anni – ricorda l’On. Marco Fedi – abbiamo sostenuto che la Resistenza appartiene alla storia del nostro Paese ed è giusto celebrarla in momenti che uniscano i cittadini e le Istituzioni.
In realtà – sottolinea l’On. Marco Fedi nel suo intervento alle manifestazioni dei circoli della Resistenza d’Australia – questa data simbolica che ricorda chi si è battuto per la libertà e la democrazia, contro la barbarie, contro la dittatura, contro nazismo e fascismo, dovrebbe richiamarci ad una coerenza “storica e politica” – ha dichiarato il deputato PD eletto all’estero – che spesso, invece, è assente.
È assente nei continui attacchi alla Costituzione, che invece è parte della nostra storia e della nostra identità e di cui dovremmo affermare il valore comune. È assente nelle proposte di legge che mettono in discussione principi costituzionali affermati e fondamentali, quali l’uguaglianza dei cittadini e l’equilibrio tra i poteri dello Stato.
È assente in coloro che “strumentalizzano” le emergenze per fini di propaganda politica e dimenticano il dovere della solidarietà, dell’intervento umanitario, del riconoscersi nell’umanità ferita dei migranti. È assente nel continuo e persistente attacco alle Istituzioni.
Le ragioni per cui ogni anno ci ritroviamo, il 25 aprile, a ricordare l’anniversario della Liberazione d’Italia, a celebrare i valori, le idee e il sacrificio degli uomini e delle donne della Resistenza, dovrebbero costituire la comune base morale ed etica anche nel confronto politico quotidiano.

On. Marco FEDI

martedì 12 aprile 2011

La responsabilità senza fine

Giornate concitate alla Camera dei Deputati la settimana scorsa. Le responsabilità si sommano e si intersecano. Il Ministro dell’Interno Maroni interviene per illustrare i contenuti dell’accordo raggiunto con la Tunisia, per spiegare le scelte adottate dal Governo in materia di arrivi a Lampedusa, per raccontare i fatti che hanno portato alla morte di oltre 150 persone, dispersi al largo dell’isola, senza speranza di poter essere salvati dal mare e dalla follia di questi giorni disperati. Poche ore prima la maggioranza ha votato a favore di un parere della Giunta per le autorizzazioni, anche questo votato a colpi di maggioranza, secondo cui il Presidente del Consiglio dovrebbe essere giudicato dal Tribunale dei Ministri e la Camera è tenuta a sollevare un conflitto di attribuzione sul quale è chiamata a pronunciarsi la Corte Costituzionale. Sono 314 i deputati di maggioranza convinti che il Presidente del Consiglio è intervenuto in favore di Karima El Mahroug, detta Ruby, ritenendola nipote di Hosni Mubarak, ex-Presidente egiziano. Una responsabilità che ricade tutta sulla maggioranza. Una strategia difensiva “ad personam” che si somma al voto espresso dalla maggioranza, soltanto poche ore dopo, sui tanti emendamenti alla “prescrizione breve” presentati dalle opposizioni. Prescrizione breve che abbrevia i tempi di prescrizione per gli incensurati e potrebbe far decadere tanti procedimenti in corso, anche quelli nei confronti di Berlusconi. La maggioranza deve assumersi la responsabilità di queste scelte. Di aver portato il Parlamento allo scontro, di non aver predisposto una vera riforma della giustizia, di aver fatto prevalere gli interessi individuali del Presidente del Consiglio, di aver contribuito ad indebolire l’immagine e la sostanza della politica e del Parlamento. Di aver offeso le istituzioni, oltre che l’intelligenza dei cittadini, con il voto della maggioranza sul conflitto di attribuzione. Una responsabilità senza fine. Per essere arrivati impreparati all’emergenza Lampedusa, largamente prevista ed anticipata nelle sue connotazioni e nella tempistica. Per aver nuovamente giocato prima la partita politica che quella delle soluzioni. Per essere arrivati alle soluzioni obbligate sull’onda di una paura dell’altro, del diverso, che ancora oggi pervade parte dell’opinione pubblica, fomentata dalle campagne mediatiche leghiste. Interminabile responsabilità per non avere ancora una “politica” di gestione delle emergenze che ci consenta di non entrare nell’emergenza: in altre parole una vera politica dell’immigrazione. Una serie di norme per gestire profughi e rifugiati. Una politica dell’immigrazione che ci consenta di poter dire che abbiamo un flusso commisurato alle esigenze di questo Paese. Abbiamo invece una politica dei flussi inadeguata con un piano di gestione irrazionale, condizionato dalle emergenze. Abbiamo oggi fatto accordi per bloccare le partenze dalla Tunisia, per i rimpatri, ed in passato analoghi accordi con la Libia hanno evaso i controlli, internazionale e del nostro Paese, per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani. Non abbiamo politiche vere per l’integrazione di chi arriva, che abbia un permesso di soggiorno o che ottenga la qualifica di profugo o che arrivi sulle nostre sponde su una imbarcazione della speranza. Abbiamo, in altre parole, trascurato molto, troppo. Con una condizione in più: la logica della paura fomentata dalla Lega Nord Padania e dal Governo e dalla maggioranza che lo sostiene. Ecco perché le responsabilità sono infinite. Perché l’accoglienza, salvare le vite umane ed accoglierle in condizioni di umanità e civiltà, sono doveri irrinunciabili di una comunità internazionale e nazionale e siamo chiamati ad assolvere questo compito a nome di questa umanità. E quando agiamo e riusciamo a salvare alcune vite umane dobbiamo piangere per coloro i quali periscono, dobbiamo riconoscerci nel dolore, dobbiamo scegliere di essere dalla parte di coloro che soffrono. Poi dobbiamo modificare profondamente le nostre politiche e ciò richiederà una forza ed una determinazione, una vera ed autentica volontà riformatrice, che oggi manca, che oggi viene umiliata dalla discussione in corso sulla “prescrizione breve” e che subisce l’offesa di una finta riforma della giustizia, che serve l’unico scopo di evitare al Presidente del Consiglio di rispondere alla giustizia, dovere di ogni cittadino.


On. Marco Fedi