martedì 20 dicembre 2011

FEDI (PD): Ripristinare la dotazione di bilancio della Convenzione RAI, istituire la Commissione di monitoraggio e informare il Parlamento

Credo sia utile ricordare a tutti, anche in Parlamento, quale ruolo rivesta l’informazione Rai nel mondo, nonostante i tanti problemi qualitativi riscontrati nel corso degli anni. Rai Internazionale è un punto di riferimento insostituibile per le nostre comunità all'estero e svolge un importante ruolo di informazione, formazione e comunicazione a favore degli italiani all’estero e di promozione del sistema economico-commerciale del nostro Paese nel mondo garantendo la presenza e la diffusione della lingua italiana all'estero.
La “mission” di Rai Internazionale è fissata dalla Rai e da una Convenzione con il Dipartimento per l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, rinnovata il 26 luglio 2007, che prevede la realizzazione e la trasmissione di programmi televisivi e radiofonici destinati all'estero.
L’articolo 7 della Convenzione stabilisce in 35 milioni di euro (30 milioni per il 2007) il finanziamento che la Presidenza del Consiglio deve corrispondere alla Rai per le prestazioni oggetto della Convenzione, mentre l'articolo 10 stabilisce che la convenzione abbia pari durata della concessione del servizio pubblico generale radiotelevisivo affidato alla RAI dalla normativa vigente fino al 6 maggio 2016, fermo restando che la parti sono impegnate a rivedere condizioni e modalità delle prestazioni della convenzione ogni tre anni.
La convenzione prevede, inoltre, l'istituzione di una commissione permanente, presieduta dal capo del dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri e composta da tre rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri e quattro della Rai, nonché da un rappresentante del Ministero degli affari esteri, che sottoporrà le proprie considerazioni ad un comitato presieduto dal sottosegretario di Stato della Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l'informazione e l'editoria, per l'adozione degli eventuali interventi correttivi.
La "Convenzione Rai e Presidenza del Consiglio", negli anni 2008 e 2009, prevedeva un contributo di 35 milioni di euro, nel 2010, 25 milioni, nel 2011, 21 milioni e per il 2012 sono previsti 6,3 milioni di Euro.
Un drastico taglio al finanziamento di Rai Internazionale, annunciato dal precedente governo, che se fosse confermato, porterebbe già a partire dal gennaio 2012 alla chiusura del canale.
Si tratta infatti di un taglio che sommato a quelli degli anni precedenti riduce drammaticamente le già scarse risorse a disposizione della struttura che è l'unica di puro servizio pubblico. Questa situazione ha creato forti preoccupazioni tra le nostre comunità all’estero e tra gli stessi giornalisti di Rai Internazionale, con il Comitato di Redazione che ha di recente inviato al neo Presidente del Consiglio Monti una lettera aperta in cui si legge “….Rai Internazionale, anche nell'era dei nuovi mezzi di comunicazione, costituisce il filo diretto che ogni giorno lega milioni di nostri connazionali all'Italia, uno strumento indispensabile per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Spezzare questo legame, in una ricorrenza simbolica come il centocinquantesimo anno dell'Unità d'Italia, si tradurrebbe anche in un grave danno economico oltre che di immagine poiché gli italiani all'estero sono considerati i migliori ambasciatori del "made in Italy".
Il rischio che altri tagli portassero alla chiusura di Rai Internazionale era stato segnalato dai deputati del PD già in sede di audizione con il Direttore Renzoni ed era stata richiesta un’iniziativa urgente da parte del Governo per scongiurare questa ipotesi. La questione del ripristino delle risorse a Rai Internazionale è stata sollecitata dagli stessi deputati anche al Governo Monti e in particolare al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In questa situazione è importante conoscere quali iniziative verranno assunte in tempi rapidissimi dal Governo per ripristinare la dotazione di bilancio della Convenzione tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Rai volta ad assicurare la continuazione, il miglioramento e lo sviluppo della presenza di Rai Internazionale nel mondo e a realizzare gli obiettivi costitutivi di Rai Internazionale.
Importante, infine, capire quali inziative si intendano assumere al fine di istituire la Commissione permanente, presieduta dal Dipartimento editoria, tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Rai e il Ministero degli affari esteri e quali azioni verranno adottate per garantire il monitoraggio e la valutazione della convenzione dandone comunicazione al Parlamento.

FEDI (PD): Attribuite all’INPS le funzioni di INPDAP e ENPALS: assicurare continuità e miglioramento del servizio ai residenti all’estero

La manovra economica appena approvata alla Camera prevede, in considerazione del processo di convergenza ed armonizzazione del sistema pensionistico attraverso l’applicazione del metodo contributivo, la soppressione di INPDAP e ENPALS le cui funzioni, dal 1 gennaio 2012, saranno attribuite all’INPS.
Abbiamo ritenuto importante, in questo delicato passaggio di responsabilità, interrogare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri e il Ministro dell'economia e delle finanze, per porre il tema del periodo di transizione, sia per assicurare il tempestivo pagamento delle mensilità di pensione ai residenti all’estero, che per l’aggiornamento dei sistemi informatici – ha ricordato l’On. Marco Fedi.
Credo sia utile sollecitare l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ad operare un completo adeguamento delle procedure interne per assicurare la detassazione alla fonte delle pensioni pubbliche e delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo corrisposte in Paesi convenzionati con l’Italia che prevedono l’imposizione fiscale nel Paese di residenza del pensionato e per assicurare, anche per l’estero, un sistema di pagamento delle pensioni, con cadenza mensile, tempestivo, efficiente e trasparente.

lunedì 19 dicembre 2011

FEDI (PD): Il “no” del Governo è tanto grave quanto la sconfitta politica

Il Governo ha detto no alla possibilità concreta di ripristinare, su un tema importante come il regime fiscale, non solo elementi di equità, ma il diritto a non subire una palese discriminazione. Da un esecutivo tecnico era giusto attendersi una valutazione che facesse riferimento proprio ad elementi di coerenza con l'impostazione complessiva della manovra. Garantire equità nella distribuzione dei sacrifici. In questo caso, alla mancanza di equità, si aggiunge la evidente disparità di trattamento. Le detrazioni fiscali per carichi di famiglia, introdotte dal Governo Prodi ed estese ai residenti all'estero con proroga fino al 2011 grazie all'azione dei parlamentari eletti all'estero, si applicano a coloro che producono un reddito soggetto a imposizione fiscale in Italia pur risiedendo fuori dai confini nazionali.
Nel caso del personale della rete diplomatico-consolare e degli istituti di cultura, la discriminazione è ancora più evidente trattandosi di datori di lavoro e sostituti d'imposta che sono pubbliche amministrazioni dello Stato italiano. La condizione di disparità è di tanti connazionali che, per la sola ragione che lavorano e risiedono all'estero, non hanno diritto ad una detrazione fiscale a cui hanno invece diritto i lavoratori in Italia.
La prospettiva che si apre, anche in vista della riforma fiscale, è quella di una crescente disparità di trattamento e quindi di crescente ingiustizia.
Non ho fatto votare l'ordine del giorno, ritirandolo, non per vigliaccheria politica ma per evitare una sconfitta parlamentare. La sconfitta politica, invece, è tutta mia. Me ne assumo le responsabilità e ne trarrò tutte le conseguenze. Spero che al Senato si riesca a recuperare almeno sul fronte dell’attenzione politica, con un ordine del giorno che sia davvero impegnativo come era nelle mie intenzioni.
Credo sia necessario stabilire un criterio generale cui attenersi. Mentre è doveroso prendere atto della situazione di emergenza nazionale e guardare con senso di responsabilità ai sacrifici chiesti a tutti, anche agli italiani all'estero, non è più possibile accettare le distorsioni di un sistema che pone gli italiani all'estero al centro di due azioni convergenti: i tagli di rete e di sistema, senza guardare ad altre soluzioni possibili e da noi indicate e sostenute, e la disparità di trattamento tra cittadini. Su questo terreno, della parità di trattamento, non possiamo fare un passo indietro.
Alcuni credono che l’azione parlamentare tesa a mandare a casa il centro-destra di Berlusconi sia sufficiente a ridare credibilità all'Italia.
Non ritengo questo elemento sufficiente. Occorrono anche le riforme. Ristabilire la credibilità italiana è anche avere una presenza all'estero degna della nostra storia e tradizione, servizi efficienti per il mondo italiano che si muove o vive all'estero, un sistema di tutele che pone i cittadini sullo stesso piano garantendone pari dignità. Se non assolviamo questo mandato - che non deve caratterizzarsi unicamente come lobby politico-culturale o come salvaguardia di interessi particolari ma come azione complessiva di tutela di un principio che deve valere per tutti i cittadini, ovunque decidano di trascorrere la propria vita - rischiamo di dar ragione a chi pensa che la rappresentanza parlamentare dall'estero sia inutile. Rappresentare la Nazione, senza vincolo di mandato, non deve significare dimenticare persone, culture, storie e tradizioni dell'emigrazione. Lasciamo questa pratica a chi pensa che gli italiani non sono più migranti, quando schiere di giovani lasciano l’Italia ed hanno e avranno bisogno di tante forme di tutela, a chi pensa che all’estero non vi sia bisogno di servizi, quando invece ogni giorno gli italiani che rappresentiamo denunciano problemi, ritardi e distorsioni nei rapporti con i consolati o inefficienze nel pagamento delle pensioni, a chi vuole far pagare sempre ai più deboli, gli immigrati che arrivano in Italia e gli italiani residenti all’estero, il prezzo di una crisi economica che è anche, sempre di più, una crisi politica e culturale.

venerdì 16 dicembre 2011

YouDem TV su pensioni italiani estero



Pensionati italiani all'estero: tra equità e iniquità

  • Linea Mondo - Italiani nel Mondo chiamano Roma

    In studio Marco Fedi, deputato del Partito Democratico, Guglielmo Picchi, deputato Pdl, Renata Bagatin della segreteria nazionale SPI CGIL. In collegamento skype Ricky Filosa, direttore del giornale on-line Italiachiamaitalia.it

giovedì 15 dicembre 2011

Riunito il Comitato permanente sugli Italiani all’estero

ROMA – La riunione di ieri del Comitato permanente sugli Italiani all’Estero della Camera è stata caratterizzata dall’intervento del presidente Marco Zacchera che, avendo optato per il mantenimento dell’incarico di sindaco di Verbania, ha annunciato le sue dimissioni da deputato e quindi anche dal Comitato da lui presieduto. Nel porgere i saluti ai deputati che hanno partecipato attivamente alle sedute del Comitato, per lo più di esponenti dell’opposizione al precedente Governo, Zacchera ha manifestato il suo dispiacere per la diversità di status rispetto all’analogo organismo del Senato, condizione che ha pregiudicato in molti casi l’efficacia dell’azione del Comitato della Camera. Zacchera ha anche espresso rammarico per la scarsa attenzione rivolta dal precedente Governo alle realtà delle collettività italiane all’estero, sottolineando che ciò si è determinato anche perché non si sono comprese le potenzialità derivanti dal mantenimento di legami più intensi con i connazionali nel mondo.
Il deputato del Pd Fabio Porta, eletto nella ripartizione America Meridionale, intervenendo anche in qualità di vicepresidente del Comitato, ha ringraziato il presidente Zacchera “per l’impegno profuso a favore delle collettività italiane residenti all’estero, nonostante la scarsa collaborazione da parte dei deputati del suo stesso partito e l’atteggiamento di chiusura su questi temi assunto dal precedente Governo”. Porta si è inoltre rammaricato per la perdurante assenza dei rappresentanti della passata maggioranza di Governo dai lavori del Comitato. “Un’assenza che perdura – ha precisato il deputato del Pd - anche nell’attuale fase politica, nella quale possono aprirsi spazi per un’azione più efficace a tutela degli italiani all’estero”.
Marco Fedi (Pd), eletto nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, dopo avere augurato al presidente Zacchera buon lavoro per l’incarico di sindaco di Verbania, ha sottolineato l’utilità dell’attività finora svolta dal Comitato che, anche se è mancato il confronto con i deputati del Pdl e altri gruppi parlamentari, si è dimostrato utile per approfondire specifici temi che in alcuni casi sono stati successivamente svolti nell’ambito della Commissione Esteri. Secondo Fedi sarà inoltre necessaria nei prossimi mesi una forte attenzione del Comitato su questioni connesse ai provvedimenti in corso di adozione volti a sanare i conti pubblici. “In primo luogo – ha spiegato Fedi - occorre monitorare il processi di spending review relativamente alla rete consolare, per conseguire una razionalizzazione effettiva e non una semplice riduzione delle sedi. Sarà inoltre necessaria una riforma dei Comites, per evitare la loro atrofia in conseguenza della riduzione dei fondi disponibili”. Per il deputato del Pd va seguito con attenzione anche il processo di riforma fiscale, per scongiurare la possibilità che i cittadini residenti all’estero subiscano indirettamente conseguenze negative in seguito alle misure che potrebbero essere giustamente adottate per colpire chi esporta illecitamente capitali. Fedi ha infine auspicato una analoga attenzione anche per le possibili ricadute sui connazionali all’estero della riforma pensionistica.
La deputata del Pd Laura Garvini, eletta nella ripartizione Europa, ha espresso stima per il lavoro svolto dal presidente Zacchera, nonostante lo scarso appoggio fornito dal suo partito di appartenenza, e ne ha evidenziato la disponibilità verso i bisogni degli italiani all’estero. Secondo la Garavini è comunque necessario che il Comitato acquisisca maggiore visibilità e peso politico, anche in relazione al fatto che le diversità rispetto all’analogo organismo del Senato compromettono l’azione dei suoi membri in differenti ambiti, a cominciare dal Cgie. Per la deputata del Pd occorre dunque, al fine di rilanciare l’azione del Comitato, un maggiore impegno, soprattutto da parte di quei gruppi parlamentari che, diversamente dal Partito democratico, raramente partecipano ai lavori del Comitato.
Dal canto suo Franco Narducci (Pd), eletto nella ripartizione Europa, ha augurato buon lavoro a Zacchera nella sua funzione di sindaco di Verbania ed ha ricordato sia la difficile situazione economica di quel comprensorio sia le problematiche, solo parzialmente risolte, dei lavoratori frontalieri in Svizzera.
Intervenendo in chiusura del dibattito il presidente Zacchera, dopo aver ricordato un’iniziativa promossa dal comune di Verbania che ha coinvolto i concittadini all’estero ed ha riscosso grande successo soprattutto fra i connazionali in Australia, ha ringraziato i deputati per gli attestati di stima e ha ricordato di aver più volte sollecitato la questione delle scarse risorse del Comitato. Ottenendo l’appoggio del Presidente della Commissione Esteri, ma nessun riscontro da parte del Presidente della Camera.


(Inform)

Italiani all’estero, Tagli alle spese? Gli eletti guardano ai diplomatici - di Barbara Laurenzi

Sostiene la linea del rigore, ma ci tiene a mantenere l’autonomia delle Camere. È il deputato Pd Marco Fedi, che commenta: “È un momento difficile per tutti, nel quale occorre dimostrare senso di responsabilità e, per questa ragione, credo sia giusto lavorare a un progetto di riforma complessiva dei trattamenti economici. La Camera e il Senato si sono impegnati a farlo in tempi brevi, ma sempre rispettando il principio di indipendenza sulle questioni di bilancio. Occorre che ci sia coerenza tra il nostro compito e le risorse che ci vengono fornite e un analogo discorso deve essere applicato ai diplomatici”.

“Occorre pensare a una riforma – aggiunge Fedi - ma senza la spinta dell’antipolitica e dell’antidiplomazia, l’intenzione della nostra proposta è proprio partire dalla media degli stipendi europei dei diplomatici, come con i parlamentari. È questo l’atteggiamento più costruttivo, anche se penso che sarebbe stato più giusto lavorare sulle aliquote Irpef di tutti. Da lì non si scappa, l’Irpef colpisce anche i parlamentari, i grandi manager e i diplomatici”. “In questo modo – conclude Fedi – avremmo colpito tutti i redditi alti anziché colpire singole categorie, sarebbe stata una scelta d’emergenza sostenuta e sostenibile, migliore di questo continuo puntare il dito sui parlamentari”.

mercoledì 14 dicembre 2011

FEDI (PD): Rai Internazionale deve poter svolgere i compiti istituzionali previsti dalla Convenzione con la Presidenza del Consiglio

Rai Internazionale è la struttura di servizio della Rai per gli italiani nel mondo. Svolge un ruolo importante di informazione, comunicazione e formazione, fissato sia dalla “missione” affidatale dalla Rai che da compiti precisi contenuti nella Convenzione con la Presidenza del Consiglio – ha ricordato l’On. Marco Fedi.
Negli anni si è passati da una previsione di 35 milioni di euro nel 2008 a 25 milioni nel 2010, 21 milioni di euro nel 2011 ed una previsione per il 2012 di soli 6 milioni e 300mila euro: un taglio drammatico per la sopravvivenza di Rai Internazionale. Avevamo segnalato questo rischio già in sede di audizione con il Direttore Renzoni ed auspicato attenzione da parte del Governo.
Nella fase di insediamento del Governo Monti abbiamo posto alla attenzione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la questione del ripristino delle risorse ed oggi torniamo a porre la questione con analoga urgenza, insieme al tema del ripristino dei fondi all’editoria.
Crediamo che anche Rai Internazionale – ha sottolineato l’On. Fedi – meriti risorse adeguate per poter assolvere a compiti di servizio che riguardano gli italiani nel mondo e sempre più anche il sistema Italia nel mondo.

martedì 13 dicembre 2011

FEDI (PD): Rete consolare e detrazioni fiscali per residenti all’estero

Affrontare l’emergenza con misure di austerità ma con equità. L’azione del Partito Democratico è tesa a raggiungere questi risultati in Parlamento – ha dichiarato l’On. Marco Fedi. Stiamo lavorando a modifiche alla nuova tassa immobiliare, che sostituisce l’ICI, e a garantire l’indicizzazione delle pensioni a una platea più ampia di pensionati. Comunque in modo tale da salvaguardare i redditi più bassi.
Con specifici ordini del giorno – ha rilevato l’On. Marco Fedi – ricorderemo al Governo che le detrazioni fiscali, incluse quelle per carichi di famiglia, spettano anche a chi risiede all’estero e produce un reddito soggetto a IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) e che la delega fiscale, in vista di una riforma complessiva del regime fiscale, deve consegnarci un sistema equo, che garantisca la parità di trattamento anche a chi vive fuori dai confini nazionali ma vede il proprio reddito tassato in Italia.
Positiva, intanto, la decisione del Ministro degli Esteri, Terzi di Sant’Agata, che congela la chiusura dei Consolati in attesa del confronto parlamentare e della revisione analitica della spesa (spending review).

venerdì 9 dicembre 2011

Austerity measures: the measure of Monti's Government

Mario Monti’s austerity budget measures will go through Parliament quickly.

Parliamentary support is still strong but Mr Monti has to negotiate a few changes to the original bill. Political parties and unions are asking for changes to the new municipal tax on properties, which is replacing the tax abolished in 2008 by the Berlusconi Government. Other possible amendments may relate to the blocking of indexation for pensions, with a more generous exclusion limit. Major political parties, forming the broad coalition that supports Mario Monti, are aware that any modification has to remain within the set limits of the thirty billion euro bottom-line put together by a Government desperately trying to be perceived as rigorous yet equitable.

The proposed additional tax on capital returned to Italy in 2010, after Berlusconi’s amnesty, may be difficult to achieve and will make it harder for the Government to comply with equity principles given the absence of any other wealth tax.

A petrol increase of 10 cents is one of the immediate results of Monti’s “save Italy decree”. Despite the many drastic changes in the area of social security – accompanied by effective new rules against tax evasion – the Government still enjoys strong favorable public opinion, and support for Mr Monti is at 64%.

The four hour strike decided by unions, parliamentary opposition from the Northern League and social opposition promoted by the left may appear as routine efforts, made to provide an excuse for Italy’s expensive and debt growing life-style.

Even the efforts currently made by individual members of Parliament to modify the bill and be credited with vote-winning results for the next electoral campaign, may prove useless if the Government makes the obvious recourse to a vote of confidence.

A confidence vote that looks increasingly necessary but that can still be avoided if the broad coalition that supports the Government reaches an agreement and starts acting as a solid majority. This could be another sign of good will, in addition to the austerity measures already approved, that Mr Monti could use in Brussels.

FEDI (PD): REDISTRIBUIRE IN MODO EQUO LE RISORSE NELL’AMBITO DEL MINISTERO DEGLI ESTERI

Presentata una proposta di legge che uniforma il trattamento del personale diplomatico a quello degli altri paesi europei e destina i risparmi agli italiani all’estero e alla cooperazione allo sviluppo.

“Il quadro degli interventi per gli italiani all’estero, risultante dalle ripetute manovre finanziarie che si sono sedimentate nel corso dell’attuale legislatura, ha superato il livello emergenziale e s’avvia a configurarsi come un vero e proprio disastro”.

E’ quanto ha dichiarato l’On. Marco Fedi illustrando il disegno di legge da lui presentato, unitamente ai colleghi Farina, Narducci, Porta e Garavini, con l’intento di reintegrare, sia pure parzialmente, risorse da destinare alle cosiddette politiche emigratorie.

“Ci rendiamo conto, naturalmente, - ha continuato l’On. Fedi - che gli italiani all’estero non potevano essere esentati dalla chiamata alle armi per la salvezza del paese che Monti ha fatto assumendo la responsabilità affidatagli dal Presidente Napolitano. Il fatto, anzi, che essi siano stati chiamati a condividere i sacrifici richiesti a tutti gli italiani voglio vederlo, sia pure con una qualche amarezza, come una materiale legittimazione, dopo la formale legittimazione democratica avvenuta con il voto per corrispondenza e la modifiche costituzionali che li riguardano.

E tuttavia, gli italiani all’estero, prima ancora che dalle misure adottate dal governo Monti, erano stati già pesantemente salassati dal governo Berlusconi, spesso con un particolare accanimento che nel giro di poco più di tre anni ha ridotto le risorse per le politiche emigratorie da 73 milioni di euro agli attuali 16 milioni, con una riduzione del 78%. Questo disastro non solo colpisce i nostri connazionali che sono oltre confine, ma indebolisce alle fondamenta il principale riferimento che l’Italia ha per la sua indispensabile internazionalizzazione.

Ma spesso le risorse – e su questo con la mia proposta di legge abbiamo cercato di richiamare l’attenzione - non solo diminuiscono ma sono anche distribuite in modo squilibrato. Anche nell’ambito del Ministero degli Esteri, nel quale le voci della cooperazione allo sviluppo e delle politiche emigratorie sono diventate da tempo i campi quasi esclusivi di prelievo. Al punto che per la cooperazione allo sviluppo, decurtata di un altro 50%, l’Italia rischia di trovarsi nella condizione di non poter più onorare nemmeno gli impegni internazionali assunti in sede ONU.

Nessuno può pensare che si possa continuare ancora a pigiare sempre e solo gli stessi tasti, senza che ognuno sia chiamato a fare la sua parte di sacrificio. In particolare, in un momento nel quale le cosiddette caste, vere o presunte, sono sotto l’attacco concentrico di mass media e opinione pubblica, il trattamento economico riservato ai diplomatici in servizio all’estero (ISE) non può certo essere considerato al di fuori della linea di sacrifici che tocca tutte le componenti della nostra società.

Per questo – ha concluso l’On. Fedi – con il nostro disegno di legge abbiamo richiesto che l’ISE e gli altri trattamenti riservati al personale diplomatico-consolare siano uniformati ai livelli vigenti negli altri stati membri dell’Unione Europea e, comunque, non possano essere superiori a quelli di un parlamentare. I risparmi così ottenuti potranno essere destinati agli italiani all’estero e alla cooperazione allo sviluppo.

Nessun atteggiamento punitivo, dunque, ma solo una giusta applicazione di quei criteri di equità e di solidarietà che devono guidare i nostri passi in un momento così difficile.