sabato 20 aprile 2013

Fedi e Giacobbe (PD): I Democratici ritrovino il modo di essere partito


Noi abbiamo votato per Romano Prodi a Presidente della Repubblica, informano l’onorevole Marco Fedi ed il Senatore Francesco Giacobbe.

L’elezione di Romano Prodi avrebbe segnato due momenti, distinti sul piano politico, ma entrambi importanti in questo delicato passaggio della storia del nostro paese.

Sul piano istituzionale ...avremmo eletto al Quirinale una personalità di grande capacità, con un altissimo profilo internazionale, in grado di assumere il ruolo di garante della Costituzione. E sarebbe riuscito anche a garantire l’unità del Paese, con il necessario distacco dalla parte politica che l’ha proposto.

L’elezione alla Presidenza della Repubblica del fondatore del Partito Democratico avrebbe consentito di ritrovare l’unità interna in una fase politica – continuano Fedi e Giacobbe – segnata dalle profonde distanze con un PDL sempre più determinato a continuare con i toni da campagna elettorale che hanno caratterizzato la sua azione nelle scorse settimane, un Movimento 5 Stelle sempre più imprevedibile e inaffidabile sul piano istituzionale e politico.

La persona che ha guidato l’Ulivo e l’Unione, in momenti difficili per l’Italia, avrebbe saputo oggi trovare una riposta coerente per il Governo del Paese e continuerà l’azione istituzionale anche nel contesto europeo e mondiale.

Purtroppo abbiamo perduto quest’opportunità. I franchi tiratori all’interno del Partito Democratico hanno anche colpito la struttura del Partito Democratico causando le dimissioni del segretario Pierluigi Bersani. Il gioco di fazioni e correnti ha oramai causato una divisione netta all’interno del partito. Oggi più che mai bisogna trasformare la crisi in opportunità.

In momenti come questi è possibile ripensare a strategie ed obiettivi e riavviare con rinnovato entusiasmo la formazione politica che ha ottenuto la maggioranza dei voti alle ultime elezioni.

Dobbiamo dare risposta ai problemi del Paese e della gente. Un rinnovato Partito Democratico deve abbandonare i giochi di potere e gli interessi personali e ritornare alla gente comune che l’ha votato e sostenuto.

I democratici devono ritrovare il modo di essere un partito che unisce i cittadini per un progetto politico di cambiamento.



On. Marco Fedi Sen. Francesco Giacobbe



giovedì 18 aprile 2013

FEDI (PD): Il PD deve essere davvero il partito del cambiamento


In questi mesi abbiamo fatto una serie di scelte, logiche e sequenziali. Le primarie per i parlamentari, a cui ha fatto seguito il forte rinnovamento nella composizione delle squadre PD di Camera e Senato. La spinta per il “cambiamento”, cui ha fatto seguito l’elezione di Laura Boldrini e Pietro Grasso per Camera e Senato. Poi, improvvisamente, ci siamo bloccati sul nome per la Presidenza della Repubblica.
Ecco, io ho deciso di votare Rodotà per le sue caratteristiche personali. Credo che il PD dovesse continuare sulla strada del cambiamento intrapreso con l'elezione di Boldrini e Grasso e sono convinto che si dovesse discutere di una nostra rosa di candidati da presentare a tutte le forze parlamentari, che tra questi nomi dovessimo avere il meglio del centrosinistra senza "esclusioni" precostituite, esclusioni che sono state addirittura oggetto di scherno, proprio dal capo del PDL, Silvio Berlusconi, come ha fatto con Romano Prodi.
L'elezione del Capo dello Stato non può essere scambiata con accordi di Governo, questo Bersani e la direzione del PD lo dicono da mesi, ma la forte ragione del cambiamento, da sola, doveva spingerci ad avere più coraggio con le proposte da discutere prima tra il centrosinistra e poi con gli altri, non il contrario.
Insomma, io oggi voto Rodotà non perché lo dice Grillo, lo voto dalla prima all'ultima votazione, oppure convergerò, se dovesse esserci la possibilità di eleggere altri, su Bonino o Chiamparino o Prodi, perché ho creduto nella scelta del cambiamento ed ho seguito il percorso costruito insieme. Ogni grande elettore ha a disposizione il suo voto e quindi risponde anche agli elettori. Al PD ricordo che la “convergenza” per arrivare ai due terzi, richiesta anche per le presidenze di Camera e Senato, non può trasformarsi in rinuncia al cambiamento ... proprio dal partito che sul cambiamento ha cercato di costruire una risposta di Governo. Cambiamento che, nel mio caso, nulla, ma proprio nulla, ha a che vedere con i renziani e la rottamazione!
 
On. Marco Fedi

martedì 9 aprile 2013

FEDI (PD): Noi siamo al lavoro in attesa di un Governo


Mentre il Paese s’interroga sulle urgenti riforme da affrontare per uscire dalla crisi economica e sociale, sulle possibilità concrete di formare un Governo con una stabile maggioranza parlamentare, mentre i parlamentari del PD hanno ripreso in pieno l’attività parlamentare iniziando a depositare, dopo un necessario aggiornamento, le proposte di legge sui temi degli italiani all’estero, il MAIE è ancora in campagna elettorale – dichiara l’On. Marco Fedi, deputato del PD.
I deputati del PD hanno già presentato proposte di legge sulla cittadinanza, lavorano a una proposta di riforma su IMU e promozione di lingua e cultura italiane nel mondo e sono pronti al confronto parlamentare anche sulla riforma costituzionale ed elettorale.
Gli otto punti del MAIE, quindi, devono essere confrontati con i punti programmatici del PD Mondo sui quali abbiamo già iniziato a produrre nelle aule parlamentari. Noi abbiamo la tendenza a lavorare e a distinguere la stagione dell’azione politico-parlamentare dalle campagne elettorali. Anche perché gli otto punti del MAIE, su alcuni dei quali potremmo verificare la possibilità di un comune lavoro parlamentare, rischiano di rimanere solo campagna elettorale se non si trovano una stabile maggioranza e un Governo capaci di avviare una fase di ripresa all'interno della quale collocare gli interventi per gli italiani nel mondo. In altre parole o ci salva, tutti, con l’Italia intera, o nessuno può illudersi di galleggiare da solo – ha concluso l’On. Marco Fedi.

lunedì 8 aprile 2013

Roma, 8 aprile 2013 FEDI (PD): Forum parlamentari: impegni su lingua e cultura, visti vacanze lavoro e assistenza agli anziani



Nella foto:
Da sinistra seduti: Rita Saffioti (WA), Vicki Dunne (ACT), Tony Piccolo (SA), Carmel Zollo (SA), Amanda Fazio (NSW)
Da sinistra in piedi: Franco Papandrea (CGIE), Antonio Buti (WA), Francesco Giacobbe (Senato), Marti Zucco (Alderman City of Hobart), Marco Fedi (Camera dei Deputati), Guy Zangari (NSW), Danielle Green (Victoria).



L’incontro del Forum dei parlamentari italo-australiani ha svolto una proficua ricognizione dei temi centrali alla vita delle nostre comunità. Da ogni Stato, oltre ad una dettagliata relazione, sono arrivate proposte concrete tese a continuare l’impegno comune nelle Istituzioni parlamentari.
Il Forum ha ribadito la richiesta del pieno mantenimento dei Consolati di Adelaide e Brisbane, oltre ad auspicare un generale rafforzamento della rete diplomatico-consolare in Australia.
Il Forum ha espresso valutazioni positive sullo stato di avanzamento dei lavori sulla promozione di lingua e cultura italiane. Al risultato positivo, ottenuto con il mantenimento dell’italiano tra le lingue prioritarie in Australia, devono seguire adeguati investimenti per promuovere, presso le scuole, le famiglie e gli studenti, l’apprendimento di una lingua straniera e dell’italiano in particolare. In questo senso il Forum – ricorda l’On. Marco Fedi – ha espresso l’auspicio che si organizzi un momento nazionale di riflessione sul tema del futuro della lingua italiana in Australia e la continuazione ed il rafforzamento  dell’impegno italiano in Australia.
Il Forum ha rilevato l’urgenza di avere dati qualitativi, oltre che quantitativi, sull’impatto del Working Holiday Visa. Dagli Stati sono sempre più frequenti le segnalazioni di episodi di sfruttamento e di mancato rispetto delle norme sul lavoro, oltre che delle retribuzioni di base. In aggiunta andrebbero affrontati anche i temi dell’informazione, sia prima della partenza dall’Italia che all’arrivo in Australia, oltre che, in alcuni casi, l’assistenza diretta. Vi è un impegno preciso del Forum – sottolinea Fedi – per verificare da parte italiana e australiana la disponibilità a ridiscutere l’accordo di assistenza sanitaria tra Medicare e Servizio Sanitario Nazionale, che oggi prevede una copertura massima di sei mesi,  estendendolo a 12 mesi.
Importante ricordare le mozioni presentate nei Parlamenti del Sud Australia, Western Australia e New South Wales sul contributo della comunità italiana alla crescita economica, sociale e democratica d’Australia ed in particolare il contributo degli internati durante la seconda guerra mondiale. Su questo tema verranno presentati atti parlamentari anche in Italia. Impegno comune, infine, nella organizzazione di una serie di conferenze in Italia sull’Australia e le sue politiche multiculturali.
Ai lavori del Forum è seguita una colazione di lavoro organizzata dal Vice Capo Missione dell’Ambasciata d’Italia, Luca Sorgi, ed una visita alla Yarralumla Primary School, scuola inglese italiana bilingue.