martedì 16 dicembre 2014

FEDI (PD): SOLIDARIETÀ AL POPOLO AUSTRALIANO E IMPEGNO PER LA DIFESA DELLE LIBERTÀ DEMOCRATICHE

La provocazione terroristica di Sydney, che è costata la vita a due vittime innocenti oltre che allo stesso attentatore, è un episodio che desta sentimenti e riflessioni molteplici: sdegno e condanna per il ricorso alla violenza, pietà per i caduti e i feriti, solidarietà con il popolo e le autorità australiane, impegno per la sicurezza e per la tutela della libertà e della democrazia.
Sarebbe un errore sottovalutare la vicenda, ancorché ridimensionata dai media al gesto individuale di un esaltato. Episodi del genere si stanno moltiplicando in diverse parti del mondo, come dimostra l’analoga vicenda del Canada, e si alimentano in un retroterra di estremismo ideologico che purtroppo rischia di fare proseliti nelle aree di disagio e di marginalità esistenti anche in Paesi di storia e cultura diverse.
Intanto, non con parole di circostanza, a nome anche di tanti colleghi parlamentari con cui ho avuto modo di commentare l’evento, esprimo al popolo e alle autorità australiane la vicinanza e la comprensione per questo attacco proditorio e vile. Lo faccio con particolare emozione, dal momento che io stesso sono cittadino italiano e cittadino australiano, e con altrettanta convinzione, visto che l’attentato è rivolto contro un Paese multietnico e multiculturale che ha accolto milioni di stranieri, offrendo loro la possibilità di naturalizzarsi, di integrarsi pienamente e di cogliere quelle opportunità di miglioramento che essi cercavano per la loro vita e per le loro famiglie.
Non è un caso, tuttavia, che gli attentati siano rivolti verso Paesi aperti e democratici, nei quali chi è arrivato ha potuto godere del rispetto per la propria cultura, della libertà nelle relazioni sociali e delle prerogative di cui gode ogni cittadino in una società democratica. Il vero contrasto, dunque, è tra l’intolleranza, anche quando si ammanta di fede religiosa, e le libertà democratiche.
Per questo, la solidarietà è doverosa ma non basta. È necessario anche un impegno comune volto a resistere alla crociata di terrore che cerca di suscitare costantemente scenari di paura e di morte.  Sono in discussione la sicurezza e la liberta di pensiero e di religione: i principi più profondi della democrazia. Il messaggio più adeguato che in questo momento possiamo inviare al popolo e alle autorità australiane, ma anche alle altre società che sono sotto la minaccia del terrorismo, è che i Paesi e le forze democratiche sono unite e decise a fare la loro parte a difesa della libertà e della democrazia.

On. Marco Fedi

mercoledì 3 dicembre 2014

FEDI (PD): Dopo la legge di stabilità apriamo il cantiere delle riforme

Puntualmente, come le castagne in autunno, qualche agenzia di stampa impegnata a difendere a tempi alterni e per interessi molto particolari “l’italianità oltreconfine”, coglie l’occasione della legge di stabilità per alzare il consueto polverone polemico. Affiancata in questo da opposizioni tanto confuse e sterili di proposte quanto pronte a strumentalizzare ogni occasione per sparare nel mucchio, sostanzialmente disattente o noncuranti delle reali necessità delle comunità nel mondo e delle vere priorità che esse ci pongono.
Forse è utile, dunque, fare chiarezza su alcuni passaggi parlamentari che hanno una diretta interferenza con la condizione e le aspettative delle nostre comunità.
Intanto, un doveroso chiarimento: la soppressione dell'art. 1 del Decreto-Legge 18 novembre 2014, n. 168 sul rinvio delle elezioni dei Comites non è l'ennesimo cambiamento di rotta del Governo ma la presa d'atto che analogo strumento normativo è stato introdotto nella legge di stabilità, prevedendo il rinvio al 2015 e la possibilità di utilizzare le risorse necessarie.
Nell’audizione avuta con il Comitato di Presidenza del CGIE abbiamo avuto modo di chiarire la nostra posizione su alcune delicate questioni: è giusto dare più tempo per le iscrizioni ma non è giusto, e forse nemmeno possibile, riaprire i termini per la presentazione delle liste. 
La parola ora passa al Senato. Spero si possa continuare l'azione iniziata alla Camera volta a recuperare risorse per i corsi di lingua e cultura, il funzionamento del CGIE e il fondo destinato ai patronati. L'azione svolta alla Camera non è bastata. Le opposizioni non ci hanno certamente aiutato nella presentazione degli emendamenti e nell’approvazione di quelli da noi presentati in Commissione bilancio. 
Nella mia storia di parlamentare ho criticato i governi sia quando sono stato all’opposizione che quando sono stato in maggioranza, ma non ho mai rinunciato all'azione che qualifica il nostro lavoro, pur nella consapevolezza delle difficoltà economiche e sociali, ma anche politiche, che attraversa il Paese. Con la convinzione che anche le nostre comunità nel mondo, prima di ogni altra cosa, ci chiedono impegno per far ripartire l'Italia, la sua economia, l'occupazione, il suo prestigio internazionale.
E’ legittimo muovere critiche, ma credo sia sbagliato giudicare il nostro operato su un provvedimento come la legge di stabilità, che implica una responsabilità politica generale verso il Governo, la maggioranza e il Paese. Inoltre, è politicamente poco utile alle comunità italiane nel mondo avere delle opposizioni che alzano strumentalmente e propagandisticamente una bandiera dell’italianità nel mondo oggi superata dalla storia. Sarebbe necessario, invece, confrontarsi seriamente sulla rappresentanza, sulla promozione linguistica e culturale e sul sostegno al Made in Italy.
Il vero problema è che non siamo ancora riusciti a far decollare un piano di riforme. Il Governo Renzi ha mantenuto un impegno politico convocando le elezioni per il rinnovo dei Comites e ha rinviato il voto per consentire una più ampia partecipazione. Chi critica queste scelte dalle colonne di alcune agenzie di stampa, sostiene contemporaneamente che i Comites andrebbero eliminati, dopo aver fatto tabula rasa dei parlamentari eletti all'estero, del CGIE e dei patronati. Una vera apocalisse nel mondo dell’emigrazione!
Alle opposizioni che intendano costruire con noi un piano di riforme, dico che questo è il momento di fare proposte. Proprio con il Governo Renzi, che ha legato la sua esistenza all’avanzamento di un processo riformatore.
L'iter della legge di stabilità, comunque, non è ancora concluso. E’ arbitrario, dunque, trarre conclusioni affrettate. Per quanto mi riguarda, ho molta fiducia che i colleghi senatori riusciranno a recuperare risorse aggiuntive per i capitoli riguardanti gli italiani nel mondo.
Ma proprio le difficoltà che in questo momento incontriamo sulla legge di stabilità ci devono indurre a trovare soluzioni nuove, al passo con i tempi e con le necessità, rispetto alla richiesta che proviene dalle nostre comunità. E questo vale per tutti gli eletti all’estero, sia per quelli che sono in maggioranza che per quelli che sono all’opposizione.

On. Marco Fedi

martedì 25 novembre 2014

FEDI (PD): Decreto rinvio elezioni Comites: occasione per allargare la partecipazione e premessa per una profonda riforma

Il percorso parlamentare per il rinvio delle elezioni dei Comites si è aperto con un secco no alle pregiudiziali di costituzionalità al decreto legge 18 novembre 2014, n. 168, presentate dal M5S e sostenuto da Lega Nord e SEL.
La necessità del rinvio legittima la necessità ed urgenza del decreto, a cui si è arrivati per la tardiva assunzione di responsabilità da parte del Governo. Si tratta di una critica che anche noi abbiamo condiviso a seguito dell’introduzione della nuova modalità di iscrizione, che necessariamente richiedeva del tempo per essere realizzata. La critica, tuttavia, si ferma qui. La scelta del decreto è conseguente a questa assunzione di responsabilità.
La prima considerazione è relativa alla scelta del decreto. Era necessario rinviare immediatamente le elezioni per il rinnovo dei Comites con uno strumento di immediata attuazione, qual è il decreto legge. Nello stesso tempo, occorreva garantire, in caso di mancata conversione del decreto prima della sua decadenza il 18 gennaio 2015, che un apposito emendamento in legge di stabilità garantisse comunque il rinvio delle elezioni al 17 aprile 2015
In altre parole il decreto rinvia subito e, prima che decada, entra in vigore la legge di stabilità per garantirne comunque la definitiva approvazione. Un intreccio temporale che - questo sì è un elemento di critica - avremmo potuto e dovuto evitare se la Farnesina fosse stata più aperta alle nostre richieste, presentate immediatamente e ripetutamente, di spostare al 2015 l'effettivo svolgimento delle elezioni, salvando le relative competenze di bilancio.
Definiti i provvedimenti per il rinvio, è necessario che in sede parlamentare si affronti al più presto il tema della riforma degli organismi di rappresentanza.
I Comites non possono essere paragonati ai Comuni, per differenze sostanziali: i primi nascono da una legge ordinaria, i secondi sono parte dell'ordinamento costituzionale; i primi limitano la loro funzione istituzionale ai compiti di rappresentanza, peraltro senza avere le funzioni tipiche della rappresentanza elettiva, i Comuni hanno poteri decisionali in merito all’organizzazione della vita delle nostre città, assicurandone la governabilità. 
In sostanza abbiamo organismi di rappresentanza che non possono realizzare le funzioni tipiche della rappresentanza né svolgere funzioni istituzionali, essendo semplicemente chiamati a fornire pareri non vincolanti e proposte, funzioni tipiche nel mondo anglosassone degli advisory bodies. Riformarli a mio avviso deve significare innovarli profondamente e trasformarli in strumenti di interpretazione delle realtà locali, di studio e di proposta.
Per quanto mi riguarda, nonostante questa visione profondamente riformatrice, ho accettato la sfida del voto, delle elezioni, dopo tante, troppe proroghe, per poter aprire una discussione aperta e serena con i nuovi componenti dei Comites nel mondo. Accettare questa sfida, però, significa per me accettarne in pieno le regole. Nonostante ritenga i Comites superati nei poteri e nella composizione attuali, questa visione non mi ha distolto dall’accettare un impegno comune per il rinnovo della rappresentanza.
Oggi prendiamo atto che il Governo ha accolto un'altra nostra richiesta, dopo la proposta di accantonare il voto elettronico, tornare al voto per corrispondenza e “testare” l’inversione dell’opzione: svolgere le elezioni in un tempo tale da consentire la iscrizione all’elenco degli elettori. Quest’ultima, infatti, è l’unica novità. Unica, ma importante!
Decreto legge e proposta di  legge di stabilità non fanno riferimento alla riapertura dei termini per la presentazione delle liste. Non è escluso che nel decorso parlamentare si propongano modifiche al testo base; vedremo in quella occasione quale sarà la posizione del Governo. Il mio coerente orientamento è di dare nei nuovi tempi fissati piena attuazione alle norme condivise e votate per poi impegnarci insieme per una piccola rivoluzione. L’obiettivo da perseguire è quello di contribuire a realizzare all’estero una migliore presenza dell’Italia e in Italia una migliore e più inclusiva consapevolezza del mondo, in grado di fornire strumenti di conoscenza e proposta adatti a operare da protagonisti nella dimensione globale.
On. Marco Fedi  

martedì 4 novembre 2014

FEDI: CONCLUSO IL PRIMO CICLO DI SEMINARI SU MIGRAZIONI E SVILUPPO. RINNOVATO L’IMPEGNO DI COLLABORAZIONE CON IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI ED ECONOMICHE DELL’UNIVERSITÀ LA SAPIENZA.

Il 27 ottobre scorso si è tenuto l’ultimo dei tre appuntamenti seminariali sui temi delle politiche migratorie e dell’integrazione promossi dall’on. Marco Fedi nell’ambito della collaborazione avviata con il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università La Sapienza di Roma per gli studenti del Master in “Migration and Development” diretto dal Prof. Triulzi e dei Corsi di laurea (triennale e magistrale) in “Cooperazione allo sviluppo” dei Professori Marco Cilento e Cristina Giudici. Una collaborazione che l’on. Fedi e il Prof. Triulzi hanno confermato andrà avanti, garantendo il loro impegno affinché questi momenti di confronto tra studenti, parlamentari e rappresentanti delle istituzioni possano essere ulteriormente incrementati.
I tre seminari hanno affrontato, in un’ottica comparativa, le politiche di accesso, di accoglienza e di integrazione di alcuni Paesi a forte impatto migratorio. I primi due seminari, svolti presso l’Università di Roma La Sapienza, hanno riguardato i case studiessull’Australia e sugli USA, sul Canada e sul Brasile, illustrati rispettivamente dai parlamentari Marco Fedi e Francesco Giacobbe, Francesca La Marca e Fabio Porta.
L’ultimo appuntamento, che si è tenuto presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, è stato dedicato al case studysulla Germania con la relazione dell’on. Laura Garavini e alle problematiche del diritto di esercizio del voto da parte di cittadini residenti all’estero con l’intervento dell’on. Fedi.
Nelle relazioni dei due deputati sono stati affrontati i fenomeni dei flussi migratori attuali e delle nuove mobilità e di come questi assumano connotazioni inedite e rivestano un ruolo strategico nella politica nazionale ed internazionale di molti Paesi, sia del Nord che del Sud del Mondo.
La prolungata crisi economica e le tensioni socio-politiche di intere aree del mondo stanno determinando tendenze restrittive nelle legislazioni di molti paesi che, fino ad oggi, hanno rappresentato un modello positivo per le politiche di integrazione e di accoglienza. Si tratta, in molti casi, di un arretramento sul fronte delle pari opportunità, dei diritti sociali e dell’integrazione scolastica e culturale dei migranti che si alimenta anche delle preoccupazioni e chiusure di un’opinione pubblica disorientata dalla crisi economica e dall’incertezza internazionale.
Per i due deputati del PD è necessario rifiutare la logica della paura e rispondere con atti concreti e politiche capaci di valorizzare pienamente l’emigrazione intesa come risorsa positiva per la società. 
Sul fronte delle nuove mobilità messe in gioco dalla globalizzazione, Fedi ha evidenziato l’emergere di nuovi bisogni, come ad esempio quello riguardante il diritto di rappresentanza politica nel proprio paese di origine.
Dopo aver ripercorso la vicenda politica e parlamentare del riconoscimento del diritto di  esercizio del voto per gli italiani residenti all’estero, Fedi ha illustrato gli esempi degli Usa, dell’Australia, della GB, del Canada, della Francia ma anche di Paesi con forti comunità emigrate come la Spagna, il Portogallo e la Tunisia. 
Agli studenti sono stati offerti spunti di riflessione sui diversi sistemi e sul fatto che sono decine i Paesi attualmente impegnati nell’elaborazione di legislazioni in materia di voto “estero”. 
Ogni sistema elettorale, con le sue regole e limitazioni, è specchio della storia che l’ha generato – ha concluso Fedi -  ma il nodo centrale su cui interrogarsi è quello del ruolo  e del significato di una rappresentanza politica “transnazionale”. Una questione quest’ultima di grande interesse per le società del futuro.
Gli studenti, ai quali sono state fornite dispense comparative in lingua inglese realizzate dal Dottor Frank Scisciolo, Eileen Francesconi e Gina Raneri (stagisti provenienti dall’Australia e dagli USA presso l’ufficio dell’on. Marco Fedi) presenteranno i loro lavori finali in un incontro-dibattito che si terrà nel mese di gennaio prossimo.

mercoledì 29 ottobre 2014

FEDI (PD): Fermare la logica della riduzione dei servizi, contenere i tagli e avviare una vera revisione della spesa



I prossimi passaggi su legge di stabilità e di bilancio si prefigurano particolarmente severi per le comunità italiane nel mondo. Pur consapevoli delle oggettive difficoltà legate alla situazione della finanza pubblica ed agli obblighi di bilancio, devo rilevare che nuovamente la dimensione dei tagli in alcuni capitoli per gli italiani nel mondo è superiore alla media. Oltre al grave taglio al fondo per i Patronati, se ne profilano altri, non meno severi ai capitoli della Direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie. Decurtazioni superiori al 10% e, in casi come la promozione linguistica, al 20%.
Analogamente si registrano decurtazioni consistenti nel settore della promozione del Made in Italy e della internazionalizzazione, con riduzioni che superano il 50% e che rischiano di vanificare l'ottimo lavoro svolto in questi anni dalle Camere di Commercio all'estero.
E’ necessario ricordare a Governo e parlamentari che il ruolo dei Patronati è sancito nella Costituzione e il finanziamento delle loro attività deriva dai contributi previdenziali dei lavoratori. E’ bene che tutti sappiano, inoltre, soprattutto chi è distante dalla vita delle nostre comunità all’estero, che il Patronato di fatto è stato uno strumento complementare della rete degli Istituti di previdenza e, con il tempo, è diventato sempre più sostitutivo del loro ruolo, soprattutto fuori d’Italia. Oltre tutto, il tema non è solo quello della legittimità del taglio ma della convenienza, anche in termini economici, di una riduzione dei servizi, quando sia in Italia e ancor più all’estero, i Patronati rappresentano una insostituibile rete di assistenza e tutela, e quindi di tenuta delle nostre comunità.
La tabella 6 del Ministero degli affari esteri ci consegna una previsione di spesa sui singoli capitoli che rispetta poco gli impegni assunti in sede di revisione della spesa e colpisce in modo particolare scuola e cultura. Tutto ciò in assenza di una proposta di riforma e dopo un momento di confronto tra i soggetti impegnati nella diffusione di lingua e cultura nel mondo che, almeno sulla carta, aveva lasciato sperare in un’inversione di tendenza.
L’impegno in Parlamento per modificare questa tendenza alla riduzione di stanziamenti e servizi per gli italiani nel mondo non mancherà. Ma sarebbe utile, in questa fase, una riflessione ulteriore anche da parte del Governo.
Vorrei sottolineare, infine, l’urgenza di estendere anche ai residenti oltre i confini dell’area politica ed economica europea le detrazioni fiscali per carichi di famiglia. Un’ultima osservazione la dedico al Governo: valuto negativamente le esitazioni sul rinnovo dei Comites.
Dopo avere sostanzialmente avviato l’iter per il rinnovo, nonostante alcune nostre perplessità sulla mancata riforma, i segnali di ripensamento e i tentennamenti sono francamente incomprensibili. Se ripensamento ci dev’essere, ci sia sui tagli e le riduzioni di bilancio perché riguardano la vita delle comunità italiane nel mondo!

martedì 21 ottobre 2014

FEDI (PD) ALLA CONVENTION DI ANCONA: CCIE RETE DA VALORIZZARE

FEDI (PD) ALLA CONVENTION DI ANCONA: CCIE RETE DA VALORIZZARE

SEMINARI “POLITICHE MIGRATORIE E DELL’INTEGRAZIONE”



Nell’ambito della collaborazione avviata dall’on. Marco Fedi con il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università La Sapienza di Roma sono stati organizzati tre seminari sui temi delle politiche migratorie e dell’integrazione per gli studenti del Master in “Migration and Development” diretto dal Prof. Triulzi e dei Corsi di laurea (triennale e magistrale) in “Cooperazione allo sviluppo” dei Professori Marco Cilento e Cristina Giudici.
I tre seminari hanno lo scopo di presentare, in chiave comparativa, le politiche migratorie, di accoglienza e di integrazione di diversi Paesi a forte impatto migratorio.
I primi due seminari si sono svolti presso l’Università di Roma La Sapienza, Ex-Caserma Sani, in Via Principe Amedeo. 
Il 13 ottobre scorso, 120 studenti hanno affrontato il case study dedicato alle politiche migratorie, di accoglienza e di integrazione adottate negli ultimi trent’anni dall’Australia.
Dopo gli interventi introduttivi del Prof. Antonello Biagini, Prorettore Vicario della Sapienza, del Prof. Umberto Triulzi, Direttore del Master “Migration & Development”, del Prof. Cilento e della Dottoressa Claudia Zaccai della Facoltà di Sociologia, sono intervenuti l’ On. Marco Fedi e il Sen. Francesco Giacobbe.
Nelle loro relazioni i parlamentari del PD hanno illustrato dettagliatamente l’evoluzione della legislazione australiana in materia di migrazioni. Un approfondimento rilevante è stato dato alla politica del multiculturalismo inaugurata negli anni settanta dal Premier laburista Gough Whitlam, recentemente scomparso. Una politica quest’ultima straordinariamente innovatrice che ha segnato in maniera indelebile le politiche di integrazione e di welfare delle comunità immigrate e della stessa società australiana facendo del Paese uno tra i più avanzati a livello internazionale.
Fedi ha poi analizzato l’attualità politica australiana, presentando le ultime posizioni del governo conservatore Abbott in tema di immigrazione, rifugiati, richiedenti asilo, immigrazione clandestina e multiculturalismo. Posizioni particolarmente restrittive e che segnano un arretramento nella tradizione dell’accoglienza in Australia ma che si inseriscono in un quadro di generale irrigidimento da parte di molti governi conservatori occidentali anche a causa della perdurante crisi economica e dei contradditori e drammatici conflitti in atto in molte aree del mondo.
Un altro tema di grande interesse affrontato da Fedi è stato quello della cittadinanza australiana e delle modalità e dei tempi con cui un immigrato può oggi farne richiesta in Australia. L’attualità del confronto con l’Italia su questa materia non è sfuggito agli studenti che sulla questione sono intervenuti in molti durante il vivace dibattito che ha concluso il primo incontro.
Il secondo seminario, svoltosi ieri 20 ottobre, ha affrontato tre case studies. La deputata Francesca La Marca ha riferito sulle politiche migratorie del Canada, i deputati Porta e Fedi hanno illustrato rispettivamente la realtà brasiliana e quella statunitense alla luce dei nuovi flussi migratori globali e regionali.
Nel corso del seminario sono intervenuti i professori Cilento e Cristina Giudici. Numerose le richieste di chiarimenti e le domande da parte degli studenti.
L’ultimo dei seminari in programma si terrà lunedì 27 ottobre presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto. La prima parte del seminario affronterà i case studies riguardanti la Svizzera, la Francia e la Germania. La seconda parte sarà dedicata ad una analisi comparativa del voto a distanza. Interverranno i deputati Fedi e Laura Garavini e per l’Università La Sapienza il Prof. Antonello Biagini, il Prof. Umberto Triulzi, i Professori Cilento e della Dottoressa Claudia Zaccai.

FEDI (PD): Camere di Commercio Italiane all’Estero: una rete di presenze da valorizzare per la promozione del made in Italy nel mondo, per gli investimenti in Italia e la cultura italiana



Intervenendo ad Ancona dove si è svolta la Convention della Camere di Commercio all’estero, l’On. Marco Fedi, nel portare il saluto del Comitato per gli italiani nel mondo della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, ha posto l’accento sul ruolo importante che svolgono ogni giorno le Camere di Commercio.
“Abbiamo bisogno di questa rete articolata sui territori, dobbiamo valorizzarne il lavoro e la professionalità. Hanno raggiunto, attraverso ristrutturazioni e riorganizzazioni ed un sistema meritocratico di cofinanziamento, importanti traguardi di efficienza e trasparenza. Credo sia necessario ricercare le forme più adatte per coinvolgere le comunità d’origine italiana presenti all’estero nei progetti e attività di sostegno all’internazionalizzazione e per dare coerenza, stabilità e più efficace sinergia alle attività di consultazione che localmente sono adottate da Ambasciate e Consolati nei diversi settori di intervento. La rete delle Camere di Commercio – ha ricordato Fedi nel suo intervento – sono chiamate oggi ad una sforzo in direzione della promozione e sostegno economico, commerciale e culturale, alla nuova imprenditoria che si muove nel mondo”.
“Dobbiamo arrivare alla definizione di ‘Piani Promozionali Paese’, già utilmente sperimentati nella promozione linguistica e culturale, aventi una proiezione pluriennale, in modo da razionalizzare, coordinare e rendere più efficaci gli interventi e da cogliere in modo più adeguato le potenzialità di cui l’Italia può disporre nel mondo. Contemporaneamente – ha sottolineato Marco Fedi – dobbiamo evitare le duplicazioni della offerta dei servizi, le contraddizioni tra i vari livelli di responsabilità ed arrivare ad una riforma che consenta una maggiore fluidità del sistema della promozione economica e commerciale nel mondo”.
“Nei “Piani Promozionali Paese” si faccia riferimento anche a corsi di formazione per i Temporary Export Managers, a campagne locali per contrastare efficacemente l’Italian sounding e promuovere l’Italian Quality ed alla definizione di piattaforme per il commercio elettronico che rispondano a criteri normativi nazionali ed internazionali accettati nei vari Paesi, nonché all’attrazione di investimenti commerciali e produttivi verso l’Italia. Le Camere di Commercio italiane nel mondo costituiscono uno snodo importante, un raccordo delle comunità di affari italiane nel mondo e potrebbero adeguatamente assumere anche il ruolo di agenti di nuove forme di promozione del made in Italy in una logica di multilateralità. In una possibile riforma il ruolo delle Camere di commercio all’estero andrebbe quindi integrato con il ruolo dell’agenzia per il commercio con l’estero che continua ad avere un ruolo guida per l’internazionalizzazione” – ha concluso l’On. Marco Fedi.  

martedì 14 ottobre 2014

FEDI (PD): Grave errore non rinnovare il lettorato alla Monash University di Melbourne



La decisione di non rinnovare un lettorato nel mondo è sempre sbagliata. I lettorati nelle università estere sono un punto di forza della nostra presenza culturale e linguistica; indebolire questa rete di contatti, ricerca e professionalità è un errore. Non per caso, del valore dei lettorati e dei risultati da essi raggiunti in termini di formazione e di relazioni culturali si parlerà specificamente la prossima settimana a Firenze nel corso degli Stati generali della lingua italiana nel mondo. Annunciare la chiusura di alcuni di essi alla vigilia di questo importante momento di riflessione e di rilancio della lingua italiana è una palese contraddizione che forse si sarebbe fatto bene ad evitare.
La chiusura di alcuni lettorati s’inquadra, come è noto, nel processo di revisione della spesa imposta a ciascun ministero. La revisione della spesa alla Farnesina o in qualsiasi altro ministero, tuttavia, si dovrebbe affrontare eliminando gli sprechi, razionalizzando le uscite e riducendo i costi amministrativi, non certo tagliando gli investimenti in campo culturale e linguistico.
Farlo poi con la Monash University di Melbourne, che ha un campus in Italia, a Prato, e sta investendo per realizzare una presenza formativa e culturale in questo Paese, oltre ad essere un errore in sé, rappresenta un ulteriore esempio di disattenzione verso l’Asia Pacifico. Per indurre ad una più seria riflessione e favorire un ripensamento ho presentato oggi una interrogazione in proposito al Ministero degli affari esteri, con la speranza che i tempi della risposta siano compatibili con la delicatezza e l’urgenza della decisione.
On. Marco Fedi