martedì 25 novembre 2014

FEDI (PD): Decreto rinvio elezioni Comites: occasione per allargare la partecipazione e premessa per una profonda riforma

Il percorso parlamentare per il rinvio delle elezioni dei Comites si è aperto con un secco no alle pregiudiziali di costituzionalità al decreto legge 18 novembre 2014, n. 168, presentate dal M5S e sostenuto da Lega Nord e SEL.
La necessità del rinvio legittima la necessità ed urgenza del decreto, a cui si è arrivati per la tardiva assunzione di responsabilità da parte del Governo. Si tratta di una critica che anche noi abbiamo condiviso a seguito dell’introduzione della nuova modalità di iscrizione, che necessariamente richiedeva del tempo per essere realizzata. La critica, tuttavia, si ferma qui. La scelta del decreto è conseguente a questa assunzione di responsabilità.
La prima considerazione è relativa alla scelta del decreto. Era necessario rinviare immediatamente le elezioni per il rinnovo dei Comites con uno strumento di immediata attuazione, qual è il decreto legge. Nello stesso tempo, occorreva garantire, in caso di mancata conversione del decreto prima della sua decadenza il 18 gennaio 2015, che un apposito emendamento in legge di stabilità garantisse comunque il rinvio delle elezioni al 17 aprile 2015
In altre parole il decreto rinvia subito e, prima che decada, entra in vigore la legge di stabilità per garantirne comunque la definitiva approvazione. Un intreccio temporale che - questo sì è un elemento di critica - avremmo potuto e dovuto evitare se la Farnesina fosse stata più aperta alle nostre richieste, presentate immediatamente e ripetutamente, di spostare al 2015 l'effettivo svolgimento delle elezioni, salvando le relative competenze di bilancio.
Definiti i provvedimenti per il rinvio, è necessario che in sede parlamentare si affronti al più presto il tema della riforma degli organismi di rappresentanza.
I Comites non possono essere paragonati ai Comuni, per differenze sostanziali: i primi nascono da una legge ordinaria, i secondi sono parte dell'ordinamento costituzionale; i primi limitano la loro funzione istituzionale ai compiti di rappresentanza, peraltro senza avere le funzioni tipiche della rappresentanza elettiva, i Comuni hanno poteri decisionali in merito all’organizzazione della vita delle nostre città, assicurandone la governabilità. 
In sostanza abbiamo organismi di rappresentanza che non possono realizzare le funzioni tipiche della rappresentanza né svolgere funzioni istituzionali, essendo semplicemente chiamati a fornire pareri non vincolanti e proposte, funzioni tipiche nel mondo anglosassone degli advisory bodies. Riformarli a mio avviso deve significare innovarli profondamente e trasformarli in strumenti di interpretazione delle realtà locali, di studio e di proposta.
Per quanto mi riguarda, nonostante questa visione profondamente riformatrice, ho accettato la sfida del voto, delle elezioni, dopo tante, troppe proroghe, per poter aprire una discussione aperta e serena con i nuovi componenti dei Comites nel mondo. Accettare questa sfida, però, significa per me accettarne in pieno le regole. Nonostante ritenga i Comites superati nei poteri e nella composizione attuali, questa visione non mi ha distolto dall’accettare un impegno comune per il rinnovo della rappresentanza.
Oggi prendiamo atto che il Governo ha accolto un'altra nostra richiesta, dopo la proposta di accantonare il voto elettronico, tornare al voto per corrispondenza e “testare” l’inversione dell’opzione: svolgere le elezioni in un tempo tale da consentire la iscrizione all’elenco degli elettori. Quest’ultima, infatti, è l’unica novità. Unica, ma importante!
Decreto legge e proposta di  legge di stabilità non fanno riferimento alla riapertura dei termini per la presentazione delle liste. Non è escluso che nel decorso parlamentare si propongano modifiche al testo base; vedremo in quella occasione quale sarà la posizione del Governo. Il mio coerente orientamento è di dare nei nuovi tempi fissati piena attuazione alle norme condivise e votate per poi impegnarci insieme per una piccola rivoluzione. L’obiettivo da perseguire è quello di contribuire a realizzare all’estero una migliore presenza dell’Italia e in Italia una migliore e più inclusiva consapevolezza del mondo, in grado di fornire strumenti di conoscenza e proposta adatti a operare da protagonisti nella dimensione globale.
On. Marco Fedi  

martedì 4 novembre 2014

FEDI: CONCLUSO IL PRIMO CICLO DI SEMINARI SU MIGRAZIONI E SVILUPPO. RINNOVATO L’IMPEGNO DI COLLABORAZIONE CON IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI ED ECONOMICHE DELL’UNIVERSITÀ LA SAPIENZA.

Il 27 ottobre scorso si è tenuto l’ultimo dei tre appuntamenti seminariali sui temi delle politiche migratorie e dell’integrazione promossi dall’on. Marco Fedi nell’ambito della collaborazione avviata con il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università La Sapienza di Roma per gli studenti del Master in “Migration and Development” diretto dal Prof. Triulzi e dei Corsi di laurea (triennale e magistrale) in “Cooperazione allo sviluppo” dei Professori Marco Cilento e Cristina Giudici. Una collaborazione che l’on. Fedi e il Prof. Triulzi hanno confermato andrà avanti, garantendo il loro impegno affinché questi momenti di confronto tra studenti, parlamentari e rappresentanti delle istituzioni possano essere ulteriormente incrementati.
I tre seminari hanno affrontato, in un’ottica comparativa, le politiche di accesso, di accoglienza e di integrazione di alcuni Paesi a forte impatto migratorio. I primi due seminari, svolti presso l’Università di Roma La Sapienza, hanno riguardato i case studiessull’Australia e sugli USA, sul Canada e sul Brasile, illustrati rispettivamente dai parlamentari Marco Fedi e Francesco Giacobbe, Francesca La Marca e Fabio Porta.
L’ultimo appuntamento, che si è tenuto presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, è stato dedicato al case studysulla Germania con la relazione dell’on. Laura Garavini e alle problematiche del diritto di esercizio del voto da parte di cittadini residenti all’estero con l’intervento dell’on. Fedi.
Nelle relazioni dei due deputati sono stati affrontati i fenomeni dei flussi migratori attuali e delle nuove mobilità e di come questi assumano connotazioni inedite e rivestano un ruolo strategico nella politica nazionale ed internazionale di molti Paesi, sia del Nord che del Sud del Mondo.
La prolungata crisi economica e le tensioni socio-politiche di intere aree del mondo stanno determinando tendenze restrittive nelle legislazioni di molti paesi che, fino ad oggi, hanno rappresentato un modello positivo per le politiche di integrazione e di accoglienza. Si tratta, in molti casi, di un arretramento sul fronte delle pari opportunità, dei diritti sociali e dell’integrazione scolastica e culturale dei migranti che si alimenta anche delle preoccupazioni e chiusure di un’opinione pubblica disorientata dalla crisi economica e dall’incertezza internazionale.
Per i due deputati del PD è necessario rifiutare la logica della paura e rispondere con atti concreti e politiche capaci di valorizzare pienamente l’emigrazione intesa come risorsa positiva per la società. 
Sul fronte delle nuove mobilità messe in gioco dalla globalizzazione, Fedi ha evidenziato l’emergere di nuovi bisogni, come ad esempio quello riguardante il diritto di rappresentanza politica nel proprio paese di origine.
Dopo aver ripercorso la vicenda politica e parlamentare del riconoscimento del diritto di  esercizio del voto per gli italiani residenti all’estero, Fedi ha illustrato gli esempi degli Usa, dell’Australia, della GB, del Canada, della Francia ma anche di Paesi con forti comunità emigrate come la Spagna, il Portogallo e la Tunisia. 
Agli studenti sono stati offerti spunti di riflessione sui diversi sistemi e sul fatto che sono decine i Paesi attualmente impegnati nell’elaborazione di legislazioni in materia di voto “estero”. 
Ogni sistema elettorale, con le sue regole e limitazioni, è specchio della storia che l’ha generato – ha concluso Fedi -  ma il nodo centrale su cui interrogarsi è quello del ruolo  e del significato di una rappresentanza politica “transnazionale”. Una questione quest’ultima di grande interesse per le società del futuro.
Gli studenti, ai quali sono state fornite dispense comparative in lingua inglese realizzate dal Dottor Frank Scisciolo, Eileen Francesconi e Gina Raneri (stagisti provenienti dall’Australia e dagli USA presso l’ufficio dell’on. Marco Fedi) presenteranno i loro lavori finali in un incontro-dibattito che si terrà nel mese di gennaio prossimo.