venerdì 30 maggio 2014
PLENARIA CGIE/ IL CONTRIBUTO DEGLI ON. FARINA E FEDI AI LAVORI DELLASSEMBLEA
PLENARIA CGIE/ IL CONTRIBUTO DEGLI ON. FARINA E FEDI AI LAVORI DELLASSEMBLEA: PLENARIA CGIE/ IL CONTRIBUTO DEGLI ON. FARINA E FEDI AI LAVORI DELLASSEMBLEA
mercoledì 28 maggio 2014
FEDI (PD): Rinnovare gli strumenti della democrazia e avviare il percorso per le riforme
Nella Commissione Esteri della Camera abbiamo espresso il parere sul regolamento elettorale per il tanto atteso rinnovo dei COMITES. Nell’occasione ho ricordato al Governo che siamo arrivati a questa situazione di emergenza per due fondamentali ragioni: la mancata riforma dei COMITES e del CGIE e il fatto che si è eluso il dovere di rispettare ciò che le regole della democrazia normalmente prevedono, cioè il regolare svolgimento delle elezioni degli organismi di rappresentanza. Questi organismi devono essere rinnovati sempre e regolarmente perché possano ricaricarsi di energie democratiche e attuare le loro potenzialità. E’ necessario, dunque, svolgere le elezioni senza ulteriori indugi, senza ulteriori rinvii, aderendo ad una richiesta che è stata avanzata dal CGIE, dai Comites e dalle comunità nel mondo. Nello stesso tempo, è opportuno tenere aperta l’agenda delle riforme e avviare presto o tardi la riorganizzazione degli organismi di rappresentanza di base e del CGIE.
Intanto, il Governo faccia ogni sforzo per dare risposta alle richieste contenute nel parere approvato dalla Commissione Esteri della Camera. Il parere favorevole, infatti, si è accompagnato ad una serie di condizioni, tutte importanti: facilitare le operazioni di voto elettronico, avere un numero adeguato di seggi, potendo contare anche sul volontariato dell'emigrazione, poter ricevere le credenziali per il voto a distanza in modo più semplice, senza doversi recare personalmente al Consolato, utilizzare anche le schede cartacee. Sono tutte cose che si possono fare senza ulteriori rinvii.
Nell'utile confronto con il CGIE che c’è stato nel Comitato per gli italiani nel mondo della Camera, abbiamo preso atto della volontà del Consiglio di predisporre un documento di proposta relativamente al voto europeo, per il quale auspichiamo una seria azione di riforma nel contesto dell'esame delle modalità di esercizio in loco del diritto di voto, per evitare lo sperpero di milioni di euro per una modalità di voto che solo l’Italia adotta e che interessa a pochissimi elettori.
Ho sottolineato, poi, che l’eredità di questo CGIE, giunto al termine del suo mandato, in particolare le riflessioni e le analisi svolte in questi anni di impegno e di confronto, deve trasformarsi in proposta politica. Potrebbe essere utile inviare a tutti i parlamentari, in forma elettronica o cartacea, le riflessioni e le proposte finali di questo importante organismo.
Sarebbe indispensabile farlo, ad esempio, sulle tematiche delle nuove generazioni, di cui il CGIE è stato protagonista organizzando la Conferenza dei giovani e affrontando i temi legati alle nuove mobilità nel mondo.
Importante, infine, lavorare con il CGIE affinché i due appuntamenti internazionali previsti, da giugno la presidenza italiana del Consiglio d'Europa e nel 2015 l'EXPO di Milano, vedano protagonisti, in alcune iniziative politico-culturali, anche le nostre comunità nel mondo. Con il pieno riconoscimento della loro presenza e della loro funzione, anche culturale, è possibile continuare a rafforzare i legami e dare spessore alla cittadinanza italiana e alla cittadinanza europea, ancora da costruire.
On. Marco Fedi
martedì 27 maggio 2014
EUROPEE 2014/ DEPUTATI PD ESTERO: UN VOTO CHE RAFFORZA LA CREDIBILITÀ DELL’ITALIA NELL’UNIONE E NEL MONDO
ROMA\ aise\ - “Lo straordinario risultato che il Pd ha ottenuto sotto la guida di Matteo Renzi rappresenta un punto di svolta non solo per un partito e per uno schieramento, ma anche per il Paese”. È quanto sostengono in una nota congiunta i deputati del Pd eletti all’estero – Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca e Fabio Porta –all’indomani del voto europeo che ha visto la grande affermazione del Pd.
EUROPEE 2014/ DEPUTATI PD ESTERO: UN VOTO CHE RAFFORZA LA CREDIBILITÀ DELL’ITALIA NELL’UNIONE E NEL MONDO
lunedì 26 maggio 2014
On. Marco Fedi su risultato elezioni Europee
L'On. Marco Fedi su elezioni per rinnovo Parlamento europeo: Renzi accanto a Schulz, cambiare l'Italia per cambiare l'Europa
martedì 20 maggio 2014
FEDI - LA MARCA: LE NOSTRE PROPOSTE ALL’INCONTRO DI ALGERI TRA LE RAPPRESENTANZA DEI CITTADINI ALL’ESTERO
In questa settimana è in corso ad Algeri un importante convegno sulle rappresentanze delle comunità nazionali residenti all’estero, promosso dall’Assemblée Populaire Nationale dell’Algeria. L’incontro, finalizzato al confronto delle diverse esperienze realizzate o in itinere, all’esame delle politiche emigratorie adottate dai singoli Paesi e al rapporto tra i parlamentari eletti all’estero con le istituzioni nazionali, si deve considerare certamente una buona occasione per valutare lo stato dell’opera e soprattutto le prospettive di questa originale forma di rappresentanza. Certo, non può destare qualche amara riflessione il fatto che mentre in Italia resta sempre folta la schiera di coloro che considerano necessario il ridimensionamento della rappresentanza della comunità italiana nel mondo o addirittura mormorano di una presunta incompatibilità dei suoi costi con le condizioni del Paese, all’estero crescono le realtà che decidono di mettersi su questa strada con interesse e impegno.
La votazione di fiducia apposta al Decreto casa ci ha costretto, con nostro rammarico, ad annullare all’ultimo momento una partecipazione desiderata e da tempo programmata. Abbiamo pensato, comunque, di non far mancare una riflessione sull’esperienza italiana inviando, anche a nome dei colleghi Farina, Garavini e Porta, tramite il nostro Ambasciatore ad Algeri, un documento riassuntivo delle nostre valutazioni sulle questioni messe in discussione.
Ci è sembrato significativo richiamare l’attenzione dei partecipanti sul nesso che in questa fase della vita politica e parlamentare italiana si è annodato tra riforme costituzionali e rappresentanza delle comunità italiane all’estero. Dopo avere richiamato il lungo percorso di costruzione di una rappresentanza che si è articolata in tre diverse istanze – di base (COMITES), generale (CGIE) e parlamentare – abbiamo ritenuto di sottolineare la necessità che le annunciate riforme costituzionali non mettano in discussione i diritti di cittadinanza e quelli di rappresentanza dei cittadini italiani all’estero. Nessuno s’illude che questo tipo di rappresentanza possa rimanere al di fuori del cantiere delle riforme, ma l’essenziale è che non siano intaccati diritti e prerogative che hanno un riconoscimento costituzionale, e che, dunque, non si compiano passi indietro su questo cammino costato fatica e molti sacrifici. La stessa riforma del sistema del voto per corrispondenza può avvenire sensatamente aumentando le prerogative di personalità e di segretezza del voto volute dalla Costituzione.
In questo momento di acceso e talvolta confuso confronto, ci è sembrato importante riaffermare la nostra idea generale di rappresentanza degli italiani all’estero. Un’indiscutibile priorità è quella della rappresentanza di base, che è una forma ineliminabile di autotutela delle nostre comunità e un riferimento utile per i nuovi migranti italiani. Il CGIE, sia pure reso più sobrio nella sua composizione e nel suo funzionamento, va difeso nella sua funzione di rappresentanza generale, anche in vista di un suo eventuale concorso alla definizione di una presenza delle comunità nel nuovo Senato delle Autonomie. La presenza dei parlamentari estero nella Camera riformata, prevista nel progetto di legge del Governo, soddisfa certamente le esigenze di cittadinanza e di parità dei cittadini residenti all’estero. Per il nuovo Senato, come si è detto, sarà necessario trovare soluzioni di opportunità per non far cadere il dialogo tra le Regioni e le stesse comunità.
Abbiamo proposto, infine, un coordinamento internazionale tra gli eletti all’estero dei diversi Paesi allo scopo di consentire la condivisione delle esperienze, la conoscenza delle buone pratiche di governo verso le comunità all’estero e il rafforzamento dell’immagine dei rappresentanti dei cittadini all’estero presso l’opinione pubblica dei diversi Paesi.
Ci sembra doveroso ringraziare, infine, l’Assemblea Popolare Nazionale dell’Algeria che ha avuto la sensibilità e la lungimiranza di organizzare un evento così originale e utile.
On. Marco Fedi
On. Francesca La Marca
giovedì 15 maggio 2014
FEDI (PD): Su IMU troppe inutili polemiche elettorali
Il risultato raggiunto sulla diminuzione della tassazione delle case dei pensionati all’estero non è certamente trascurabile, anche se non è stata data una risposta alla categoria che forse risulta più colpita, cioè coloro i quali si trovano ad avere un’unica abitazione in Italia, non ne posseggono altre nel mondo, e sono chiamati a pagare l’IMU sulla prima casa come se fosse la seconda, unicamente per aver stabilito la propria residenza all’estero, spesso per ragioni di lavoro.
Lo abbiamo precisato bene nel nostro comunicato: dobbiamo apprezzare il segnale positivo che viene dal Governo. I relatori hanno fatto proprio un emendamento che portava la firma dei senatori eletti all’estero. Ed è stato un risultato raggiunto grazie al lavoro di tutti gli eletti all’estero e grazie al parere positivo del Governo. Normalmente questo è l’iter nelle Commissioni parlamentari e in aula.
L’equiparazione alla prima casa, con l’esenzione dal pagamento IMU, per i pensionati iscritti all’AIRE non è dunque di poco conto. Come mi pare importante la riduzione a un terzo delle imposte comunali TARI e TASI.
Si rende necessaria una ulteriore azione interpretativa per definire meglio la platea degli aventi diritto? Probabilmente la definizione “già pensionate nel rispettivi Paesi di residenza” indica in maniera chiara che si tratta di pensionati nei Paesi in cui risiedono, non unicamente pensionati che ricevono una pensione italiana, che comunque risulterebbero inclusi. Il problema, come qualcuno ha accennato, non si pone in termini di costituzionalità, poiché le norme già prevedono particolari categorie di esenzione. Semmai la questione andrebbe posta in termini di diritto comunitario.
Mi auguro, anzi ne sono certo, che passato questo bellicoso clima elettorale riusciremo a discuterne con maggiore serenità e soprattutto a lavorare per continuare a migliorare l’attuazione pratica di queste norme, già di per sé importanti.
9.0.100 (testo 3)
I Relatori - Approvato
Dopo l'articolo 9 aggiungere il seguente:
«Art. 9-bis.
(IMU per immobili posseduti da cittadini residenti all'estero)
1. All'articolo 13, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, al settimo periodo, le parole da: ", l'unità immobiliare posseduta" fino a: "non risulti locata" sono soppresse e dopo l'ottavo periodo è inserito il seguente: "A partire dall'anno 2015 è considerata direttamente adibita ad abitazione principale una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all'Anagrafe degli Italiani residenti all'estero (AIRE), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d'uso'.
2. Sull'unità immobiliare di cui al comma 1, le imposte comunali TARI e TASI sono applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi.
3. Agli oneri derivanti dalle disposizioni di cui al presente articolo, pari a 6 milioni di euro annui, a decorrere dall'anno 2015, di cui 2 milioni di euro annui a copertura delle minori entrate dei Comuni, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014».
FESTA DELLA REPUBBLICA. IL MESSAGGIO DELL’ON. MARCO FEDI AL CO.AS.IT. DI SYDNEY: “PRENDERSI CURA DEGLI ALTRI E’ PRENDERSI CURA DI NOI STESSI E DELLA NOSTRA COMUNITA’.
“La serata organizzata dal Co.As.It. di Sydney per celebrare, insieme, unità nazionale, fondazione della Repubblica italiana e servizi alla comunità, rappresenta in modo tangibile l’esperienza dell’emigrazione e dell’impegno civile e sociale degli italiani nel mondo” – ha dichiarato l’On. Marco Fedi.
“Impegni parlamentari non mi consentono di essere con voi. Confermo il mio impegno accanto al Co.As.It, alla comunità italiana, ai più deboli e a chi di loro si prende cura. Un impegno politico che ogni giorno trasferisco sul piano parlamentare”.
“Esiste un legame molto forte tra l’Anniversario della Repubblica italiana e la raccolta fondi per le persone impegnate nel sociale ed in particolare chi si prende cura di altre persone. L’impegno verso gli altri, prendersi cura della propria comunità, è anche l’impegno della politica. La politica che è anche lavoro comunitario. Ascoltare, sviluppare politiche e programmi, costruire il rapporto di fiducia con i cittadini e prendersi cura degli altri. Anche la politica è servizio ai cittadini” – ha ricordato l’On. Fedi nel suo indirizzo di saluto.
“La politica è anche servizio comunitario. Celebrare la giornata nazionale è dimostrazione tangibile del nostro impegno nel rafforzare i legami tra Italia e Australia. L’Anniversario della fondazione della Repubblica d’Italia è la celebrazione di momenti di unità nazionale e di storia comune. Oggi, più che in passato, è anche celebrazione della capacità di cambiamento e di rinnovamento, della capacità di riformare e di rispondere alle nuove sfide. Ed è anche una dimostrazione di solidarietà al popolo italiano”.
“Il Co.As.It. di Sydney ha deciso di dedicare la celebrazione dell’anniversario della Repubblica italiana di quest’anno al tema delle persone che si prendono cura di altri e della nostra comunità. È un importante segnale di attenzione verso le persone più vulnerabili della comunità, verso la loro rete di sostegno famigliare e comunitaria.
Il Co.As.It. è forte della sua storia e del suo costante impegno verso gli anziani e la Terza età e verso i più deboli, oltre alla forte presenza nell’insegnamento della lingua italiana nel New South Wales”.
“Desidero congratularmi con il Co.As.It., il Com.It.Es., con l’Ambasciata d’Italia ed il Consolato Generale di Sydney per aver organizzato questa splendida serata e per questo importante evento per l’intera comunità italo-australiana d’Australia” – ha concluso l’On. Marco Fedi.
mercoledì 14 maggio 2014
DEPUTATI PD ESTERO: “IMPORTANTE PASSO IN AVANTI SULLA TASSAZIONE DELLA CASA DEI PENSIONATI ALL’ESTERO. ANDREMO AVANTI SU QUESTA STRADA”
La legge di conversione del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015, approvata questa mattina dal Senato e tra pochi giorni all’esame della Camera, contiene un’importante novità per gli italiani all’estero per quanto riguarda la dibattuta questione della tassazione sulle abitazioni.
I relatori Stefano Esposito e Franco Mirabelli, entrambi del PD, hanno proposto un emendamento, accettato con riformulazione dal Governo, che esenta dal pagamento dell’IMU, in quanto considerate abitazioni principali, le case di proprietà dei pensionati italiani residenti all’estero e iscritti all’AIRE. Sulle stesse abitazioni, inoltre, si prevede la detrazione dei due terzi sia per gli importi relativi alla Tari che per quelli relativi alla Tasi. Tali decisioni comporteranno per i comuni, a partire dal 2015, un minore introito di sei milioni di euro che, con il provvedimento, lo Stato s’impegna a compensare.
Siamo in presenza di un primo e concreto passo in avanti nell’impegno di ottenere l’equiparazione dell’abitazione dei cittadini italiani all’estero alla prima casa, condotta ininterrottamente con determinazione e coraggio dagli eletti all’estero. Finora questa giusta richiesta si era scontrata contro il muro delle mancate compatibilità finanziarie elevato dai governi che si sono succeduti. Un varco, sia pure solo per i pensionati, si è aperto e questo ci consente di proseguire, da una postazione più avanzata e sulla base di un riconoscimento già acquisito, la nostra battaglia perché il riconoscimento sia esteso a tutti i residenti all’estero. Nell’imminente passaggio alla Camera, inoltre, metteremo in luce le complesse problematiche interpretative che discendono dal provvedimento, al fine di semplificarne e accelerarne l’applicazione.
Ringraziamo, oltre ai colleghi eletti all’estero del Senato che hanno continuato a sollecitare questa soluzione, i relatori del gruppo del PD e il Governo, che in fase sempre aperta di tagli alla spesa pubblica ha accettato una soluzione parziale ma sostanzialmente giusta e positiva. Si tratta di un segnale politico che non può essere sottovalutato. Il Governo Renzi, accusato di essere disattento agli italiani all’estero, nei suoi mesi di vita, con lo stile di concretezza e di fattività che lo contraddistingue, ha fatto due cose importantissime: confermato la circoscrizione Estero e modificato in meglio il sistema di tassazione delle abitazioni degli italiani all’estero. E’ la migliore risposta al propagandismo e all’opportunismo di quelli che criticano “a prescindere” o, come i grillini, votano sempre contro perché niente è mai sufficiente e tutto è sbagliato. Il nostro metodo e la nostra cultura politica sono diversi e i fatti lo confermano.
Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta
lunedì 12 maggio 2014
giovedì 8 maggio 2014
FEDI (PD): L’ASIA-PACIFICO È IL NUOVO PUNTO DI SNODO DELLE POLITICHE INTERNAZIONALI
Si è tenuto ieri un importante seminario promosso dall’IsAG dal titolo “La nuova centralità geopolitica dell’Asia-Pacifico: che ruolo per l’Italia?”, organizzato in occasione della pubblicazione di Asia-Pacifico: un nuovo pivot, l’ultimo numero di “Geopolitica”, la rivista dell’Istituto.
L’incontro, che si è svolto presso la Sala delle Colonne, ha visto la partecipazione del Dott. Tiberio Graziani (IsAG, Presidente), di S.E. Nguyen Hoang Long, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Socialista del Vietnam, del Min. Pl. Andrea Perugini, Direttore Centrale per i Paesi dell’Asia e dell’Oceania del Ministero degli Affari Esteri, del Gen. B. Francesco Lombardi, Vice-Direttore CeMiSS e ISSMI, del Dott. Massimiliano Porto, Direttore programma di ricerca “Asia Orientale” dell’IsAG, del Dott. Daniele Scalea, Direttore Generale dell’IsAG e del Consigliere Doug Trappett, Vice Capo Missione dell’Ambasciata d’Australia a Roma.
“Impossibilitato a partecipare per impegni parlamentari, ho ritenuto comunque opportuno inviare un indirizzo di saluto, non solo per una questione di cortesia, essendo stato uno degli organizzatori dell’evento, ma anche per le tematiche in discussione”.
“E’ indiscutibile, infatti, che l’Asia-Pacifico rappresenti, per l’Unione europea e per l’Italia, un interessante e importante nuovo punto di rotazione delle politiche internazionali. La ragione di tanta attenzione, com’è noto, è legata alle spinte del vertiginoso sviluppo commerciale verso quest’area, nella quale vi sono potenziali giganti demografici ed economici, quali la Cina e l’India. E’ evidente e naturale, dunque, l’interesse per l’intensificazione dei rapporti di libero scambio con interlocutori di tanto peso.
Come testimone diretto della realtà australiana, poi, non posso non sottolineare la progressiva e sicura crescita economica di questo Paese, il carattere avanzato della sua organizzazione sociale, il tratto europeo sotto il profilo culturale e linguistico, il riferimento a valori e principi riconducibili alle moderne democrazie occidentali. L’Australia, inoltre, gode di una rendita di posizione invidiabile per il fatto di rapportarsi strategicamente a quattro mondi: all’Europa per cultura e tradizioni, all’Asia per contiguità territoriale e rapporti economici, al Pacifico per ruolo di stabilizzazione politica ed economica e agli Stati Uniti per alleanze militari, politiche ed economiche.
Non manca, comunque, qualche aspetto problematico, riguardante anche l’Italia, che sembra un po’ attardata in questa prospettiva. Nel 2011, ad esempio, l’Italia ha esportato per oltre 60 milioni di euro di beni e servizi nell’area Asia-Pacifico e ha importato per oltre 94 milioni dalla stessa area. Nel 2012 l’Asia orientale e l’Australia hanno accolto oltre il 9% dell’export italiano, mentre il 10% delle importazioni italiane provengono dalla stessa area. La nostra presenza, inoltre, spesso è considerata scarsa, lenta e poco influente.
In un’ottica europea, è legittimo chiedersi se il nostro interesse per gli aspetti commerciali ed economici, sicuramente importanti, non debba evolvere verso una fase nuova, aprirsi una visione geopolitica più ampia, tradotta in strategie internazionali di più vasto respiro.
In una recente conferenza a Melbourne, proprio sul tema dei rapporti tra Asia Pacifico e Unione Europea, organizzata dall’European Union Studies Association – Asia Pacific, i delegati hanno chiesto all’Europa una maggiore presenza a livello di ricerca scientifica e di tecnologia, di investimenti strategici, di best practices and Governance, di scambi a livello parlamentare e di governo, e una maggiore presenza culturale. Un delegato proveniente da Singapore ha testimoniato anche l’interesse per la pianificazione urbana, per l’esigenza di città-stato come Singapore e Hong Kong di rendere le proprie città più vivibili. L’Italia, poi, ha una particolarità significativa, alcuni accordi tra Regioni e province cinesi volti al trasferimento del know-how italiano in campi come il restauro, la sicurezza alimentare, la formazione manageriale, l’innovazione nel tessile e lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il nostro Paese ha un ruolo da esercitare anche grazie alla sua diaspora nell'area, in particolare in Australia e Nuova Zelanda. Il numero crescente di giovani ricercatori e professionisti in Asia-Pacifico, la presenza in questa regione dei centri direzionali di importanti multinazionali richiedono allo Stato italiano di rafforzare la sua presenza, non certo di indebolirla con la chiusura dei Consolati. Al contrario, sarebbe un nostro interesse primario procedere al rafforzamento della rete diplomatico-consolare al servizio dei residenti stabilmente all'estero ma anche delle nuove mobilità.
In epoca recente vi è stata una proliferazione di centri dedicati allo studio dell'Europa in paesi dell'Asia-Pacifico. Questi centri, cofinanziati dall'Unione europea e da università locali, centri di ricerca e gruppi industriali, rappresentano per noi un interessante segnale del fatto che il mondo accademico e quello industriale sono pronti al dialogo. I finanziamenti europei a questi centri sono certo un atto positivo da parte UE.
Il Ministero degli Affari Esteri ritiene giustamente che “la regione dell’Asia-Pacifico è un formidabile banco di prova”, fatto di “sfide e opportunità”. Dobbiamo trasformare le nuove sfide in opportunità. Se saremo capaci di farlo, l'Asia-Pacifico risponderà con rinnovato interesse sia ad una qualificata presenza italiana che ad una azione geopolitica e strategica dell'Unione europea.
On. Marco Fedi
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