La vicenda dell’odierna IMU rappresenta in modo immediato il percorso nelle politiche a favore delle comunità italiane nel mondo, dal 2006 ad oggi.
Con la legge n. 75 del 24 marzo 1993, il Parlamento equipara l’abitazione non affittata dei residenti all’estero alla prima casa, con le agevolazioni e le detrazioni previste per tutti i cittadini.
Nel 2007 il Governo Prodi approva la finanziaria per il 2008 aumentando le detrazioni di base, da €103 a €300, con la positiva conseguenza di annullare l’ICI sulla prima casa anche per i residenti all’estero.
Una esenzione nei fatti che nasce da un’idea di equità e dal lavoro dei parlamentari del PD.
Nel 2008 il Governo Berlusconi inizia l’opera di smantellamento delle politiche per gli italiani nel mondo, insieme alla introduzione di elementi di disparità e di discriminazione nei confronti degli italiani residenti all’estero. L’ICI sulla prima casa viene abolita ma gli italiani all’estero devono continuare a pagarla, senza alcun tipo di agevolazione poiché le detrazioni sono state abolite.
Il Governo Monti introduce l’IMU che non prevede agevolazioni per i residenti all’estero.
I parlamentari eletti all’estero del PD e del FLI propongono, con degli emendamenti, l’equiparazione della prima casa non affittata ad abitazione adibita a dimora principale, quindi l’adozione di un’aliquota più bassa e la detrazione di base, ma ottengono solo che siano i Comuni a decidere, possibilità preclusa dalle norme attualmente in vigore.
Il problema è che oggi i Comuni hanno difficoltà di bilancio e l’IMU sulle abitazioni adibite a dimora principale è trattenuta in buona misura dai Comuni, forte disincentivo ad introdurre agevolazioni per i residenti all’estero.
Nel frattempo abbiamo un problema serio nell’assicurare, ad esempio, agevolazioni per coloro i quali, vivendo all’estero per lavoro, non avendo una seconda o terza casa, ne all’estero ne in Italia, costretti quindi dalle necessità professionali, lavorative o di vita, a pagarsi un affitto in giro per il mondo, debbano pagare l’IMU sull’unica abitazione in Italia senza alcun tipo di agevolazione.
Stiamo gradualmente superando il vuoto assoluto dei tre anni di maggioranza PDL-LEGA e i danni del Governo Berlusconi. Abbiamo oggi il dovere di costruire un razionale percorso di riforme senza il quale tutto rischia di apparire opaco e senza il quale rischiamo di conservare elementi di forte disparità nel nostro sistema fiscale.
Con la legge n. 75 del 24 marzo 1993, il Parlamento equipara l’abitazione non affittata dei residenti all’estero alla prima casa, con le agevolazioni e le detrazioni previste per tutti i cittadini.
Nel 2007 il Governo Prodi approva la finanziaria per il 2008 aumentando le detrazioni di base, da €103 a €300, con la positiva conseguenza di annullare l’ICI sulla prima casa anche per i residenti all’estero.
Una esenzione nei fatti che nasce da un’idea di equità e dal lavoro dei parlamentari del PD.
Nel 2008 il Governo Berlusconi inizia l’opera di smantellamento delle politiche per gli italiani nel mondo, insieme alla introduzione di elementi di disparità e di discriminazione nei confronti degli italiani residenti all’estero. L’ICI sulla prima casa viene abolita ma gli italiani all’estero devono continuare a pagarla, senza alcun tipo di agevolazione poiché le detrazioni sono state abolite.
Il Governo Monti introduce l’IMU che non prevede agevolazioni per i residenti all’estero.
I parlamentari eletti all’estero del PD e del FLI propongono, con degli emendamenti, l’equiparazione della prima casa non affittata ad abitazione adibita a dimora principale, quindi l’adozione di un’aliquota più bassa e la detrazione di base, ma ottengono solo che siano i Comuni a decidere, possibilità preclusa dalle norme attualmente in vigore.
Il problema è che oggi i Comuni hanno difficoltà di bilancio e l’IMU sulle abitazioni adibite a dimora principale è trattenuta in buona misura dai Comuni, forte disincentivo ad introdurre agevolazioni per i residenti all’estero.
Nel frattempo abbiamo un problema serio nell’assicurare, ad esempio, agevolazioni per coloro i quali, vivendo all’estero per lavoro, non avendo una seconda o terza casa, ne all’estero ne in Italia, costretti quindi dalle necessità professionali, lavorative o di vita, a pagarsi un affitto in giro per il mondo, debbano pagare l’IMU sull’unica abitazione in Italia senza alcun tipo di agevolazione.
Stiamo gradualmente superando il vuoto assoluto dei tre anni di maggioranza PDL-LEGA e i danni del Governo Berlusconi. Abbiamo oggi il dovere di costruire un razionale percorso di riforme senza il quale tutto rischia di apparire opaco e senza il quale rischiamo di conservare elementi di forte disparità nel nostro sistema fiscale.
1 commento:
se non ho i soldi x mantenerele se non riesco a venderle se non riesco e non conviene fittarle dato che bisogna dare troppi soldi allo stato e i lavori sono a carico del propietario e i fittavoli potrebbero non pagarti e fare danni posso farle saltare in aria ....
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