martedì 30 ottobre 2012

FEDI (PD): Nulla di nuovo per gli italiani nel mondo


La legge di stabilità non contiene nulla di nuovo per gli italiani nel mondo. È questa l’unica conclusione che possiamo trarre, oggi, da un attento esame del provvedimento – ha dichiarato l’On. Marco Fedi. È positivo – ricorda Fedi – aver aumentato considerevolmente le risorse per la cooperazione internazionale dopo anni di tagli feroci. Per gli italiani nel mondo, invece, siamo davanti alla conferma della condizione attuale.  
Dopo aver fermato la pericolosa corsa ai tagli del Governo Berlusconi ed aver recuperato pochissime risorse dal rinvio delle elezioni degli organismi di rappresentanza, attendevamo dal Governo Monti alcune proposte di riforma e una autentica inversione di tendenza. Avremmo voluto maggiore incisività nei tagli ai costi amministrativi, con la spending review e la conseguente rimodulazione della spesa, e proposte innovative. Invece abbiamo poche risorse recuperate, peraltro non ancora arrivate ai destinatari, ed un vuoto propositivo che lascia perplessi.
Sulla legge di stabilità si gioca anche un’altra partita. Le detrazioni fiscali per carichi da famiglia, introdotte dal Governo Prodi ed estese anche ai residenti all’estero, dopo innumerevoli proroghe, arriveranno a scadenza a fine 2012. Si tratta di una questione attinente alla sfera della parità di trattamento, di un diritto che concerne il personale a contratto della nostra rete diplomatico-consolare nel mondo e di un diritto a cui si accede in base a norme, regole e controlli amministrativi molto severi. Avevamo posto questo tema di equità fiscale all’attenzione del Governo, ottenendo una proroga fino al 2012. Chiediamo, insieme a tanti lavoratori e lavoratrici che in questi giorni ci hanno scritto da molte parti del mondo, che il Governo, le forze politiche e i gruppi parlamentari superino definitivamente ogni possibile discriminazione nei confronti dei cittadini italiani residenti all’estero consentendo di poter utilizzare questa detrazione fiscale. Chiediamo a tutti un impegno per affrontare la discussione ora, in sede di legge di stabilità, anziché in sede di mille proroghe.
Chiediamo un impegno per garantire che, almeno sotto il profilo dell’equità sociale e fiscale, sia avviata una nuova stagione per gli italiani nel mondo.

On. Marco Fedi

giovedì 25 ottobre 2012

Fedi (PD) - La “nuova” Farnesina: poco e male sulla spending review mentre tanti nodi vengono al pettine...


L'audizione con il segretario generale della Farnesina, Ambasciatore Valensise, ha consentito una prima riflessione sulla situazione del Ministero degli Affari Esteri alla vigilia dell'inizio della discussione sulla legge di stabilità.
La prima considerazione riguarda la necessità che si dia attuazione alle raccomandazioni del comitato ministeriale sulla spending review. Un buon lavoro di analisi e proposta al quale dovrebbe corrispondere, all'interno della Farnesina, un impegno di immediata attuazione. Come intende muoversi l'amministrazione degli Esteri relativamente a quelle proposte? Fino ad oggi, purtroppo, si è fatto poco e male. 
In che modo la Farnesina intende rimodulare la spesa amministrativa, quando in questa legge di stabilità, ad esempio, i costi dell'ISE aumentano anziché diminuire?
In che modo s’intende dare risposta amministrativa al tema del personale a contratto locale, il cui rapporto di lavoro è regolato da innumerevoli tipologie contrattuali che spesso non rispondono ad alcuna norma, italiana o locale?
I nodi, insomma, vengono al pettine e la Farnesina deve impegnarsi a trovare risposte.
Analogamente, credo i tempi siano maturi affinché la nostra amministrazione rispetti le convenzione internazionali, come quelle contro le doppie imposizioni fiscali, applicando sempre e ovunque le norme bilaterali.
Un percorso di innovazione, anche tecnologica, deve partire dalla efficienza del sistema e la riduzione dei costi deve esserne la conseguenza. Oggi i rapporti tra i ministeri e gli altri settori di amministrazione dello Stato sono tali da far ritenere che l'innovazione all'estero si risolva unicamente in più informazione, anche online, ma che all'atto pratico si concretizzi in liste di attesa, duplicazioni di richieste e inutili, quanto antiquati, passaggi burocratici. Non tutto è responsabilità della Farnesina ma dagli Esteri chiediamo almeno di capire quale percorso si intenda adottare. Una nuova Farnesina parte anche da una visione del nostro paese nel futuro.

mercoledì 24 ottobre 2012

MARCO FEDI (PD): GARANTIRE NEI FATTI LA PARITA’ DEI DIRITTI SINDACALI AI LAVORATORI A CONTRATTO LOCALE.


Ministero degli Esteri permane un problema di riconoscimento dei diritti sindacali e di parità che stenta a trovare soluzione nonostante l’esistenza e la chiarezza delle norme che regolamentano i rapporti sindacali.
Mi riferisco, in concreto, ai diritti sindacali del personale assunto con contratto locale dal Ministero degli Esteri presso le sedi della rete diplomatico-consolare e degli Istituti di cultura all’estero. Non c’è dubbio infatti che questi lavoratori, in base alla legge 109 del 2003, siano dipendenti a tutti gli effetti del Ministero degli Esteri; così come non c’è dubbio che ad essi si applichi, come a tutti gli altri, lo Statuto dei lavoratori. Eppure, l’atteggiamento di sottovalutazione e distacco tenuto dai dirigenti del MAE e la volontà di emarginazione manifestata dalle organizzazioni sindacali non ha consentito ancora di fruire di un diritto fondamentale e indisponibile, tutelato dalla Costituzione, come quello sindacale.
Per questo, assieme ad altri colleghi, anni fa ho presentato un disegno di legge che è stato approvato dal Parlamento, diventando legge dello Stato (l. n. 38/2012). In essa si affermano la possibilità dei lavoratori a contratto di partecipare alle rappresentanze sindacali sui luoghi di lavoro e la estensione a tale personale delle aspettative e dei permessi sindacali.
Tutto risolto, finalmente? Macché, il MAE dopo sei mesi dall’approvazione della legge chiede all’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e al Dipartimento della funzione pubblica un parere sulla sua applicabilità; questi organismi rispondono che essa è subordinata a un accordo tra ARAN e organizzazioni sindacali, proprio quelle che in passato hanno osteggiato la parità di trattamento.
A questo punto, non c’è stata altra possibilità che chiedere, come ho fatto con una specifica interrogazione, al Dipartimento della funzione pubblica di dare disposizioni all’ARAN perché si faccia carico al più presto di un protocollo aggiuntivo, da sottoporre alla firma delle organizzazioni sindacali, da inserire nell’accordo quadro vigente.
Spero che alla fine tutti si convincano che siamo di fronte a diritti garantiti dalla Costituzione, e che atteggiamenti dilatori e ostativi non portano da nessuna parte. Siamo in un momento difficile della presenza dell’Italia all’estero e spesso questo personale sopperisce generosamente con il proprio lavoro alle carenze delle nostre esangui strutture consolari e culturali. A chi conviene tenerlo fuori dalla porta e negargli la parità dei diritti sindacali?   

martedì 23 ottobre 2012

FEDI (PD): APPLICARE CORRETTAMENTE LE CONVENZIONI CONTRO LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI


La credibilità internazionale dell’Italia rispetto ai suoi partner e all’opinione pubblica mondiale è fatta certo d’immagine, ma anche, se non soprattutto, di fatti concreti, che dimostrino la sua capacità di onorare gli accordi e di mantenere la parola data. In questo senso, al di là dei messaggi politici generali, una cura maggiore si dovrebbe prestare ai comportamenti reali della nostra amministrazione che incidono sulla condizione dei cittadini e hanno ripercussioni nei rapporti con le autorità di altri paesi.
Mi riferisco all’applicazione delle Convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni fiscali e, in particolare, a quella in vigore con l’Australia. Il testo di questa Convenzione è chiarissimo nella parte che regolamenta lo svolgimento di funzioni pubbliche: le remunerazioni sono imponibili nello stato in cui i servizi sono resi se il lavoratore sia residente in detto stato e ne abbia la cittadinanza o la nazionalità. L’amministrazione italiana, invece, continua a operare la ritenuta alla fonte, con la conseguenza di fare automaticamente dei lavoratori di cittadinanza australiana degli evasori, sia pure involontari, di fronte alle autorità del loro paese, mettendoli a rischio di possibili azioni di recupero gravose e giuridicamente lesive. Poiché spesso la cosa prende la forma di una lunga interlocuzione dei lavoratori con le autorità locali, quando non finisce di fronte ai tribunali, il danno e il disagio degli interessati finisce con il cumularsi con il discredito dell’amministrazione italiana dovuto a comportamenti che non trovano riscontro nelle norme.
Che si tratti di un atteggiamento pervicace è dimostrato dal fatto che la stessa situazione si è verificata e trascinata negli Stati Uniti e si sta presentando anche in Marocco.
Per evitare ai lavoratori un danno ingiusto e al nostro paese una perdita di credibilità ho presentato un’interrogazione al Ministro degli Esteri per chiedergli di intervenire con urgenza al fine di evitare che il personale sia chiamato a rispondere localmente della mancata applicazione della norma e sia reintegrato delle trattenute fatte indebitamente negli anni passati. L’intervento che chiedo al Ministro, più in generale, è di dare, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, un’indicazione chiara e definitiva perché le Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali – tutte le Convenzioni – siano applicate per quello che dicono e che abbiamo concordato con i nostri partner internazionali.

sabato 20 ottobre 2012

Dopo Monti c’è Bersani

La fase transitoria della politica italiana, contrassegnata dal Governo Monti, si avvia a naturale conclusione, sia per la scadenza rappresentata dalle elezioni politiche che per l’esigenza di riportare nel sistema politico-parlamentare italiano un sano confronto tra maggioranza e opposizione. Occorre modificare l’agenda politica, mantenendo inalterati sia l’impegno verso la revisione della spesa che l’attenzione ai conti pubblici, con un Governo che abbia come priorità la crescita e l’equità.

Il cammino dei Democratici, nei prossimi mesi, le nostre scelte, a partire dalle primarie fino alle elezioni politiche, porterà a questo obiettivo conclusivo: consegnare all’Italia una candidatura forte del centro-sinistra, unitaria dopo le primarie, per poi vincere il Governo del Paese. Le candidature del centro-sinistra sono tutte importanti.
Sostengo con forza la candidatura di Pier Luigi Bersani. Tanti Democratici di Melbourne sostengono con forza la candidatura di Pier Luigi Bersani alla guida del centro-sinistra.
Una candidatura segnata da impegno e responsabilità. La stessa responsabilità e lo stesso impegno che caratterizzano la vita del Partito Democratico dalla sua nascita, che hanno consentito all’Italia di affrontare una durissima crisi economica con il Governo Monti, sostenuto dal PD, che hanno segnato le scelte di alcuni esponenti di spicco del nostro partito e che ogni giorno marcano la vita del PD nella costruzione del bene comune.
La candidatura di Pier Luigi Bersani nasce da una proposta politica chiara, da un’azione coerente nel sostegno al Governo Monti ma dalla consapevolezza che occorre far ripartire l’Italia, con la crescita economica, ma anche con maggiore equità. Ecco perché con Bersani abbiamo una personalità autorevole, responsabile e capace di unire le forze in campo, oltre il PD, a cominciare dalla sfida delle primarie.
Le primarie del centro-sinistra rappresentano un momento di partecipazione politica per tutto il centro-sinistra. Uniranno le forze politiche attorno alle personalità che si candidano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per superare la fase di transizione rappresentata dal Governo Monti.
Pier Luigi Bersani saprà unire storie e culture diverse per dare al centro-sinistra una guida sicura, coesa, impegnata su un programma politico condiviso. Bersani saprà garantire la necessaria stabilità al Partito Democratico che rimane il centro dell’alleanza politica che sconfiggerà il centro-destra alle prossime elezioni politiche.
Gli italiani nel mondo sentono impellente la necessità di un profondo cambiamento. Un cambiamento che rinsalderà il rapporto con le comunità italiane nel mondo dopo i momenti peggiori segnati dal Governo Berlusconi. Dai temi della rappresentanza, alla promozione e diffusione di lingua e cultura, dalla rete consolare ai servizi per le nostre comunità, sentiamo il bisogno di un nuovo impegno culturale prima che politico.
Gli italiani nel mondo chiedono un cambiamento fatto anche di ascolto, necessario per rappresentare le domande di donne e uomini della vecchia e nuova di emigrazione, per la costruzione di rapporti forti con le comunità nel mondo, per affrontare anche il tema della nuova emigrazione dall’Italia. Non solo ricercatori, professionisti, imprenditori ma migranti.
Ed è nella storia dell’emigrazione che possiamo trovare, oggi, gli stimoli per una nuova stagione di impegno politico.
Ecco le ragioni per cui crediamo in Pier Luigi Bersani, nella sua candidatura alla guida del centro-sinistra alle prossime elezioni politiche.

Marco Fedi