Neanche quando approviamo le leggi, riusciamo a prevedere tempi ragionevolmente brevi per la loro definitiva entrata in vigore. Si tratta, in questo caso, delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia. Tema importante, sul quale abbiamo vissuto un’esperienza molto interessante dal punto di vista politico.
Detrazioni introdotte dal Governo Prodi, estese ai residenti all’estero, prorogate per tutti fino al 2014, poi sparite fino all’approvazione della legge europea 2013 bis che le estende, insieme a tutte le deduzioni, detrazioni e agevolazioni fiscali previste dal nostro regime fiscale, ai lavoratori che producano il 75% del loro reddito in Italia, quindi soggetti al fisco italiano, anche se residenti in un Paese UE o dello spazio economico europeo.
Bene. Fatta la legge si dovrebbe presumere che i tempi di attuazione siano anch’essi brevi. Invece no. Evidentemente il rischio procedura d’infrazione UE è stato evitato e ora possono tutti attendere che passi l’estate, arrivi l’inverno e la burocrazia del MEF possa finalmente dare una risposta. Sempre che ferragosto non duri tutto l’anno! Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, deve adottare un proprio decreto con le disposizioni attuative della norma.
Per ricapitolare: l’articolo 7 della legge 30 ottobre 2014 n. 161, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 10/11/2014, ha introdotto il comma 3-bis nell’articolo 24 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) estendendo le agevolazioni fiscali previste per i soggetti residenti in Italia – in termini di deduzioni e detrazioni – ai contribuenti residenti fiscalmente in un altro Stato membro o in un Paese dello Spazio economico europeo, a condizione che producano almeno il 75% del proprio reddito complessivo in Italia e non godano di analoghe agevolazioni fiscali localmente.
Dalla prossima legge di stabilità dobbiamo poi impegnarci per garantire che analoghe detrazioni e agevolazioni, in una logica di piena parità di trattamento e di giustizia sociale, siano estese a tutti i lavoratori, anche i residenti nei paesi extra-UE.
On. Marco Fedi
Nessun commento:
Posta un commento