“Quella delle liste contraffatte in Australia è una bufala totale, mal assemblata e peggio raccontata un anno dopo le elezioni da un ex candidato non eletto, che ha avuto poche centinaia di voti. In un ‘video' ripreso dallo stesso personaggio con il suo telefonino, si dice in un garage di Sydney, e con lo stesso che dà indicazioni su dove inserire nomi e schede”. E’ quanto si legge in una dichiarazione congiunta del senatore Nino Randazzo e dell’onorevole Marco Fedi, i due parlamentari dell’Unione coinvolti nel caso dei presunti brogli elettorali documentati da un filmato pubblicato da Repubblica.it”. “Alla ‘rivelazione’ – prosegue la nota - circa un presunto scandalo in Australia (a Sydney, si dà ad intendere) di schede votate in blocco per i candidati a Camera e Senato dell’Unione-Prodi nelle elezioni politiche dell’aprile 2006, non può abboccare chi è in grado di esercitare un minimo di buonsenso e intelligenza. Si vedono copie di schede ma senza le buste effettive nelle quali deve essere spedito il voto e senza il tagliando che garantisce l’autenticità e senza il quale tutto è possibile, soprattutto fare qualche fotocopia delle schede. Talmente la pretesa denuncia di brogli con un video di copie di schede riempite da una mano d’ignoto, risulta a chiunque priva di attinenze alla reale procedura del voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero. Tant’è che l’Udeur stessa, la formazione dello sprovveduto candidato contestatario non ha mai voluto né potuto prendere nella minima considerazione le insistenti segnalazioni di una denuncia basata su una patetica non-documentazione”. “Siamo al ridicolo, allo sconcio di provincia, ciò che stupisce è che ci sia qualcuno disposto a crederci. Perché il personaggio in questione non si è rivolto un anno fa alla magistratura ? E perché non lo fa oggi ? Noi lo faremo e ci riserviamo naturalmente qualsiasi azione a tutela della nostra onorabilità”.
2 commenti:
Il video sui presunti brogli nel voto all'estero presente da oggi sul sito Repubblica.it ha tutta l'aria di una simpatica bufala.
Pur non tenendo conto delle incongruenze tra video, intervista al sig.Rajo e ritardo nella denuncia, una visione attenta del filmato riserva sorprese.
Per prima cosa il "reporter" più che documentare una falsificazione sembra suggerirla: l'anonimo che impugna la penna pone i segni dopo che la voce fuori campo ha suggerito dove farli. Solo in un caso agisce di propria iniziativa: e, guarda un po', solo in questa fase "vota" il simbolo di Forza Italia.
Ma c'è di meglio: per pochi secondi viene inquadrato un calendario, forse per avvalorare quanto detto nell'intervista ("Questo succedeva, attenti, almeno una settimana prima che si votasse in Italia") il mese è, infatti, Marzo. Peccato pero' che dalla disposizione dei giorni della settimana sembri piu' il marzo del 2007, in cui il giorno 31 è caduto di sabato.
Avrei voluto inviare questo post a Repubblica , ma al momento non sono stati attivati commenti a questa vicenda.
Quello che mi domando e' perche' Paolo Rajo abbia rischiato la sua carriera politica e oltertutto la sua carriera di giornalista o meglio intrattenitore radiofonico, per una bufala come viene definita da voi?
Ho dei dubbi a riguardo la veridicita' del viedo ma come si fa' a stabilire se e' un vero o un falso?
Non si puo'.
fatto sta' che tramite la pubblicita' e le prese di posizione dei quotidiani d'informazione italiani d'Australia che vi difendono a spada tratta e le parole arroganti di Randazzo riguardo l'argomento (ie articolo su corriere della sera del 12/7) mi spingono sempre piu' che qualcosa puzza, fare chiarezza, magari con l'esame di tutte le schede della nostra ripartizione sarebbe opportuno, in quanto in gioco c'e' la volonta' dei cittadini aventi diritto al voto che sono alla base dell' iter democratico.
Questa notizia mi ha scosso tremendamente e non nascondo che mi sento sempre piu convinto che la politica Italiana in Australia e cosa per PARACULI
Con stima per lei
un suo elettore
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