Nei giorni scorsi l’On. Marco Fedi, deputato del Partito Democratico eletto nella circoscrizione estero, ha presentato, insieme all’On. Gino Bucchino, una proposta di legge volta a istituire il Consiglio Nazionale per l’Integrazione e il Multiculturalismo (CNIM).
Il Consiglio Nazionale per l’Integrazione e il Multiculturalismo, ispirandosi ad analoghe strutture esistenti in molti Paesi europei e occidentali, è pensato come un organismo di coordinamento e di monitoraggio del fenomeno dell’integrazione sociale e civile dei cittadini immigrati e dello stato della diversità culturale nel nostro Paese. Esso è composto di trenta membri più un presidente che provengono dai vari livelli della pubblica amministrazione, dalle associazioni riconosciute degli immigrati e dalle organizzazioni sociali più rappresentative che operano per l’integrazione, tra cui anche sindacati e sigle imprenditoriali.
Il CNIM ha tra le sue funzioni quella di recepire informazioni sui programmi e le attività svolte dalla pubblica amministrazione e dalle organizzazioni operanti nel settore dell’integrazione, formulando quindi proposte concrete di intervento e di coordinamento della governance dell’immigrazione. “Abbiamo riscontrato – afferma l’On. Fedi – che l’Italia soffre di una forte mancanza di omogeneità e di confronto reale tra le varie strutture che lavorano per l’integrazione dei soggetti immigrati, sia a livello centrale che periferico. Un organismo che nasce per garantire questo coordinamento , fondandosi sull’ascolto dei problemi e dei suggerimenti posti dai soggetti operanti sul territorio, è quindi uno strumento per ridurre gli sprechi e per ottimizzare le risorse, al fine di favorire un virtuoso processo integrativo”.
Nell’ottica di facilitare la convivenza tra i soggetti immigrati e la società che li ospita e di tutelare e promuovere la diversità culturale, il CNIM esprime pareri e osservazioni su richiesta del Parlamento o di propria iniziativa, contribuendo all’ elaborazione della legislazione. Inoltre, Il Consiglio si dota di un proprio Osservatorio che redige ogni anno un rapporto nazionale, oltre a specifici studi e analisi in materia di integrazione e multiculturalismo. Quest’ultimo tema è ancora poco sentito in Italia, secondo il parlamentare del PD: “gli episodi di razzismo che hanno incontrato l’attenzione di molti osservatori e media italiani e stranieri, e non ultimo l’invito del Presidente della Camera Fini a lavorare perché non si ripetano, sono a nostro parere il frutto di una mancanza di confronto e di conoscenza tra le culture dei vari gruppi etnici che partecipano ormai stabilmente alla vita del nostro Paese. Anche per questa ragione – continua il deputato eletto all’estero – occorre un organismo istituzionale che implementi il dibattito pubblico sul tema”.
Fedi auspica infine che un organismo come il CNIM possa vedere la luce in tempi brevi perché “in Italia c’è necessità urgente di un intervento serio, capillare e strutturale per favorire l’integrazione sociale, la partecipazione civile e il confronto culturale tra gli italiani autoctoni e i nuovi italiani. Il CNIM – conclude – è una struttura leggera in grado di farlo, per l’elasticità della sua composizione, per le sue autonome capacità di studio e per la sua proiezione decisionale”.
Il Consiglio Nazionale per l’Integrazione e il Multiculturalismo, ispirandosi ad analoghe strutture esistenti in molti Paesi europei e occidentali, è pensato come un organismo di coordinamento e di monitoraggio del fenomeno dell’integrazione sociale e civile dei cittadini immigrati e dello stato della diversità culturale nel nostro Paese. Esso è composto di trenta membri più un presidente che provengono dai vari livelli della pubblica amministrazione, dalle associazioni riconosciute degli immigrati e dalle organizzazioni sociali più rappresentative che operano per l’integrazione, tra cui anche sindacati e sigle imprenditoriali.
Il CNIM ha tra le sue funzioni quella di recepire informazioni sui programmi e le attività svolte dalla pubblica amministrazione e dalle organizzazioni operanti nel settore dell’integrazione, formulando quindi proposte concrete di intervento e di coordinamento della governance dell’immigrazione. “Abbiamo riscontrato – afferma l’On. Fedi – che l’Italia soffre di una forte mancanza di omogeneità e di confronto reale tra le varie strutture che lavorano per l’integrazione dei soggetti immigrati, sia a livello centrale che periferico. Un organismo che nasce per garantire questo coordinamento , fondandosi sull’ascolto dei problemi e dei suggerimenti posti dai soggetti operanti sul territorio, è quindi uno strumento per ridurre gli sprechi e per ottimizzare le risorse, al fine di favorire un virtuoso processo integrativo”.
Nell’ottica di facilitare la convivenza tra i soggetti immigrati e la società che li ospita e di tutelare e promuovere la diversità culturale, il CNIM esprime pareri e osservazioni su richiesta del Parlamento o di propria iniziativa, contribuendo all’ elaborazione della legislazione. Inoltre, Il Consiglio si dota di un proprio Osservatorio che redige ogni anno un rapporto nazionale, oltre a specifici studi e analisi in materia di integrazione e multiculturalismo. Quest’ultimo tema è ancora poco sentito in Italia, secondo il parlamentare del PD: “gli episodi di razzismo che hanno incontrato l’attenzione di molti osservatori e media italiani e stranieri, e non ultimo l’invito del Presidente della Camera Fini a lavorare perché non si ripetano, sono a nostro parere il frutto di una mancanza di confronto e di conoscenza tra le culture dei vari gruppi etnici che partecipano ormai stabilmente alla vita del nostro Paese. Anche per questa ragione – continua il deputato eletto all’estero – occorre un organismo istituzionale che implementi il dibattito pubblico sul tema”.
Fedi auspica infine che un organismo come il CNIM possa vedere la luce in tempi brevi perché “in Italia c’è necessità urgente di un intervento serio, capillare e strutturale per favorire l’integrazione sociale, la partecipazione civile e il confronto culturale tra gli italiani autoctoni e i nuovi italiani. Il CNIM – conclude – è una struttura leggera in grado di farlo, per l’elasticità della sua composizione, per le sue autonome capacità di studio e per la sua proiezione decisionale”.
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