Il deputato del Pd, Marco Fedi, ha presentato un’interrogazione in cui denuncia ancora una volta come gli attuali livelli di remunerazione del personale a contratto registrino, soprattutto in alcuni Paesi, una perdita di potere d’acquisto preoccupante.
L’interrogazione ha evidenziato in particolare la situazione dei contrattisti in Giappone che denunciano, a causa dei consistenti aumenti del costo della vita dovuti alla crisi economica e della repentina svalutazione dell’euro nei confronti di alcune valute, una perdita diretta calcolata in una sottrazione di contante pari al 25% dell’ammontare dello stipendio mensile. Ad essa va aggiunta una perdita indiretta, ugualmente grave, dovuta alla percezione dell’Italia e dell’euro come entità ad alto rischio di default. Quest’ultimo aspetto sta determinando per i contrattisti l’impossibilità di accedere a servizi fiduciari quali, in primo luogo, mutui per la casa o garanzie di solvibilità per spese a lungo termine, come ad esempio le rette scolastiche e universitarie dei figli.
Fedi con l’interrogazione chiede ai ministri degli Affari esteri e dell'Economia e delle Finanze di sapere "quali iniziative si intendano adottare per rivalutare i trattamenti economici del personale a contratto operante in Giappone e se non si ritenga di dover ripristinare, per la totalità degli impiegati a contratto presenti sul territorio giapponese, un sistema di retribuzioni in valuta locale, come previsto dalle norme introdotte dal D.L. 103 del 13 maggio 2000, laddove si stabilisce che ‘la valuta in cui viene fissata e corrisposta la retribuzione degli impiegati è quella locale’ “.
L’interrogazione ha evidenziato in particolare la situazione dei contrattisti in Giappone che denunciano, a causa dei consistenti aumenti del costo della vita dovuti alla crisi economica e della repentina svalutazione dell’euro nei confronti di alcune valute, una perdita diretta calcolata in una sottrazione di contante pari al 25% dell’ammontare dello stipendio mensile. Ad essa va aggiunta una perdita indiretta, ugualmente grave, dovuta alla percezione dell’Italia e dell’euro come entità ad alto rischio di default. Quest’ultimo aspetto sta determinando per i contrattisti l’impossibilità di accedere a servizi fiduciari quali, in primo luogo, mutui per la casa o garanzie di solvibilità per spese a lungo termine, come ad esempio le rette scolastiche e universitarie dei figli.
Fedi con l’interrogazione chiede ai ministri degli Affari esteri e dell'Economia e delle Finanze di sapere "quali iniziative si intendano adottare per rivalutare i trattamenti economici del personale a contratto operante in Giappone e se non si ritenga di dover ripristinare, per la totalità degli impiegati a contratto presenti sul territorio giapponese, un sistema di retribuzioni in valuta locale, come previsto dalle norme introdotte dal D.L. 103 del 13 maggio 2000, laddove si stabilisce che ‘la valuta in cui viene fissata e corrisposta la retribuzione degli impiegati è quella locale’ “.
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