martedì 25 marzo 2014

FEDI: L’ACCORDO DI COOPERAZIONE DI POLIZIA TRA ITALIA E SUD AFRICA RAFFORZA LA SICUREZZA IN UN’AREA STRATEGICA

L’on. Marco Fedi è stato il relatore in aula della legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Sud Africa in materia di cooperazione di polizia, fatto a Cape Town il 17 aprile 2012. L’accordo si inserisce nel diverso contesto internazionale che vede la formazione di nuovi poli regionali che richiedono lo sviluppo di nuove relazioni tra Stati e di nuove politiche economiche internazionali. “Il Sud Africa si inserisce all'interno di un'area strategica di significativa rilevanza e si caratterizza quale Paese emergente nel polo regionale, attirando a sé gli investimenti economici e finanziari e insieme ad essi le attenzioni della criminalità organizzata transnazionale. Pertanto, la valutazione e l'analisi del rischio dello sviluppo di fenomeni criminali transnazionali, compreso il terrorismo internazionale, impongono per gli Stati l'individuazione di efficaci misure di prevenzione e di controllo in materia di sicurezza” - ha ricordato l'On. Fedi in Commissione affari esteri. “Ogni azione rivolta a rafforzare la capacità investigativa sia nella fase della prevenzione che nel contrasto in aree per noi di interesse strategico ha un obiettivo interesse per il nostro Paese. Le notizie che le cronache quotidiane ci riportano sulle azioni anche spregiudicate della criminalità organizzata e di formazioni terroristiche sulle rotte più sensibili per il commercio internazionale ci dicono quanto sia importante lavorare per una maggiore sicurezza dei collegamenti internazionali e transnazionali. L'accordo, poi, riveste particolare importanza anche in considerazione della forte comunità italiana residente in Sud Africa”. Va preso atto del forte impegno del Sud Africa in direzione del miglioramento della cooperazione internazionale nel contrasto alla criminalità. “La Repubblica del Sud Africa - ricorda Fedi - ha ratificato accordi simili con altri Paesi europei, quali Francia e Belgio, con gli Stati Uniti, con gli Emirati Arabi, con la Cina, che si inseriscono in un quadro di collaborazione internazionale teso a contrastare tutte le forme di criminalità. Voglio ricordare, inoltre, che l’Italia ha precisi obblighi internazionali, tra i quali quelli discendenti dalla partecipazione all’Unione europea”. L’Accordo indica i principali settori nei quali la cooperazione di polizia si renderà operativa; in particolare, il contrasto del crimine organizzato transnazionale, del traffico illegale di stupefacenti e di sostanze psicotrope e loro precursori, della tratta di esseri umani e del traffico di migranti, del traffico illegale di armi, munizioni, esplosivi, materiale nucleare radioattivo e tossico, nonché del terrorismo internazionale”. L'accordo si realizzerà con lo scambio delle informazioni sui reati e sulle organizzazioni criminali, sulle loro strutture e sui loro modi operandi, sulle tecniche investigative utilizzate per il contrasto, tra le quali le speciali tecniche investigative delle consegne controllate, delle operazioni sotto copertura e di sorveglianza, nonché sui metodi impiegati per il controllo delle frontiere e documentale. Lo scambio delle informazioni riguarda altresì gli strumenti legislativi e scientifici per combattere il crimine, compresa l’analisi della minaccia criminale, e la formazione di funzionari di polizia”.

mercoledì 19 marzo 2014

Fedi (PD): Il CGIE chiede modifiche al regolamento per le elezioni dei Comites

"Credo importante cogliere le proposte contenute in alcune delle riflessioni svolte in sede di audizione del Comitato di presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. Nel corso dell’audizione di oggi, promossa dal “Comitato permanente sugli italiani nel Mondo e la promozione del sistema Paese” della Camera dei deputati, sono stati indicati dal Cgie come temi da approfondire quelli della qualità dei servizi della rete consolare nel mondo e delle condizioni di vita di nostre comunità nel mondo nelle aree di crisi che sono già al centro dell'attenzione della nostra politica estera. Il Consiglio Generale, in merito al rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero, ci ha rivolto delle richieste - ha dichiarato l'On. Fedi - che meritano di trovare attenzione e risposte da parte dei gruppi parlamentari. Aumentare il numero dei seggi, per facilitare la partecipazione dei nostri connazionali al rinnovo dei Comitati attraverso una mobilitazione del volontariato e quindi senza far lievitare i costi; rendere possibile il voto per schede nei seggi, oltre al voto elettronico previsto sia nei seggi, con postazioni informatiche, che attraverso postazioni remote collegate a internet; garantire un'adeguata informazione ai connazionali nel mondo rispetto alle nuove modalità di partecipazione al voto. Credo siano richieste ragionevoli sulle quali lavorare. Ritengo importante, inoltre, lavorare sulle modalità di partecipazione al voto per il rinnovo del Parlamento europeo, tenendo conto – ha concluso Fedi - delle ragioni di un voto profondamente europeo e quindi espresso nei paesi di residenza per i candidati locali, senza dover rinunciare al voto di particolari categorie di connazionali tra cui il personale dello Stato e gli studenti Erasmus".

martedì 18 marzo 2014

Fedi (PD): Mogherini inaugura il metodo dell'ascolto e del confronto con il Parlamento

Credo si debba riconoscere al Ministro Mogherini di aver lavorato bene e in poco tempo, con la crisi in Crimea giustamente al centro della sua attenzione - ricorda l'On. Marco Fedi a margine dell'audizione con il Ministro degli Affari esteri. Il metodo di lavoro che il Ministro intende avviare, fatto di ascolto e confronto con il Parlamento, va sicuramente apprezzato. Sul tema della riorganizzazione della rete consolare nel mondo e sulla presenza a livello culturale attraverso gli istituti italiani di cultura siamo ancora lontani da un serio piano di investimenti strategici. L'ascolto rischia di arrivare tardi se non si ferma l'ennesima tornata di chiusure, dalla quale peraltro oggi sono stati salvati i due istituti di cultura di Stoccarda e Lione. Anche per il rinnovo di Comites e CGIE siamo in forte ritardo e lo schema di decreto, che prevede voto elettronico e nei seggi, deve arrivare rapidamente all'attenzione del Parlamento. Credo sia utile ricordare che la spending review, sulla quale si registra oggi il forte impegno del Governo Renzi, deve procedere con speditezza, a invarianza dei servizi, e soprattutto con una netta inversione di tendenza per quanto riguarda la Farnesina. Abbiamo apprezzato le buone intenzioni del Ministro Mogherini rispetto alla disponibilità, da noi auspicata da tempo, a lavorare insieme per trovare le soluzioni più adeguate alle numerose questioni ancora aperte. Tuttavia – ha concluso Fedi - occorrono ora uno sforzo ulteriore e un’accelerazione positiva per definire i contenuti di un'azione riformatrice che risponda concretamente alle esigenze di servizi delle nostre comunità nel mondo e alla necessità di promozione culturale ed economica del nostro Paese.

lunedì 17 marzo 2014

On. Marco Fedi su riforma elettorale

L'On. Marco Fedi interviene sulla riforma elettorale, la prossima audizione del Ministro Mogherini e la rete consolare



mercoledì 12 marzo 2014

DEPUTATI PD ESTERO: IL NOSTRO IMPEGNO SU IMU, TARI E TASI

Per la casa degli italiani all'estero, là dove i comuni non abbiano deliberato diversamente, da quest'anno l’IMU si applicherà con aliquote che potranno arrivare fino all’11,4 per mille. Dal gennaio 2012, infatti, l’equiparazione a prima casa dell’unità immobiliare posseduta in Italia non viene più riconosciuta ai cittadini italiani residenti all’estero, come invece era avvenuto ininterrottamente dal 1993 al 2011. Tuttavia, nel corso dell'esame della legge di stabilità siamo riusciti ad ottenere che i comuni abbiano la facoltà di considerare abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia a condizione che non risulti locata. Inoltre siamo riusciti a far includere anche gli italiani residenti all'estero tra i soggetti aventi diritto a eventuali agevolazioni fiscali deliberate dagli stessi comuni. Quanti saranno i comuni sensibili alle ragioni e alle aspettative dei nostri connazionali? Difficile a dirsi. Di certo però intendiamo sensibilizzare i comuni attraverso la nostra azione politica: abbiamo invitato in una prossima audizione presso il Comitato Italiani nel Mondo della Camera il Presidente dell'Anci, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, Piero Fassino, Sindaco di Torino per svolgere nei suoi confronti un'azione di informazione e di persuasione sulle legittime ragioni dei nostri connazionali residenti all’estero. Per quanto riguarda la TARI, la tassa sui rifiuti che andrà a sostituire TARSU e TARES, cambia poco: la dovranno pagare anche gli italiani all’estero proprietari di immobili in Italia. Anche per la TARI eventuali esenzioni o riduzioni dovranno essere stabilite dai comuni con i rispettivi regolamenti. Giova rammentare al riguardo che la legge di stabilità prevede che il comune, in alternativa ai criteri per la commisurazione della tassa stabiliti con i relativi regolamenti, e nel rispetto del principio “chi inquina paga”, può commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti. Viene confermata la possibilità di prevedere riduzioni o esenzioni. In particolare è previsto specificamente che il comune può prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni anche nel caso di abitazioni occupate da soggetti che risiedono o abbiano la dimora per più di sei mesi l’anno all’estero. Ecco perché intendiamo sensibilizzare i Comuni attraverso l' audizione del loro presidente, Piero Fassino, per fare capire che gli italiani residenti all’estero, per la stragrande maggioranza, producono una quantità limitata di rifiuti, a causa del breve utilizzo dell’immobile posseduto nei periodi in cui tornano temporaneamente in Italia e che quindi hanno diritto all’applicazione delle agevolazioni fiscali. Per la TASI, la tassa sui servizi indivisibili comunali che in pratica ha sostituito l’IMU, i comuni potranno aumentare l’aliquota di base dello 0,8 (e cioè dal 2,5 al 3,3 per mille) al fine di finanziare le eventuali detrazioni per il 2014 – detrazioni che i comuni singolarmente potranno prevedere con appositi regolamenti comunali. Tali detrazioni TASI possono essere applicate anche in favore dei cittadini italiani iscritti all’AIRE grazie ad un emendamento da noi fatto approvare. In conclusione i proprietari di immobili in Italia ma residenti all’estero dovranno pagare le imposte relative sia all’IMU che alla TARI che alla TASI; imposte che nei comuni che non introdurranno esenzioni o detrazioni per i nostri connazionali, potrebbero significare un pesante esborso monetario. Il nostro impegno è di agire politicamente nei confronti dei comuni, proprio per sensibilizzarli a tenere conto delle specificità dei connazionali all'estero. GIANNI FARINA, MARCO FEDI, LAURA GARAVINI, FRANCESCA LA MARCA, FABIO PORTA

FEDI (PD): Nella discussione sulla legge elettorale confusi tentativi di sconfinamento sul voto all'estero

La discussione sulla legge elettorale nazionale è riuscita, grazie anche ad una buona dose di demagogia emersa nel dibattito, ad occuparsi del voto all'estero e del voto dei fuori sede. Il M5S, che nel frattempo ha annunciato una proposta di riforma della legge 459 del 2001, è partito con la incandidabilità dei componenti i Comites e il CGIE. L'emendamento è stato giustamente respinto. E’ legittimo chiedersi, comunque, se la ragione di questa norma, rispetto alla quale sono in totale disaccordo per la diversa natura e qualità della rappresentanza di Comites e CGIE, non sia stata solo mediatica e propagandistica, con poco rispetto del Parlamento della Repubblica, cosa non nuova per il Movimento 5S. Si è passati poi ad esaminare soluzioni diverse per i fuori sede. Nel corso della discussione, si è arrivati a confondere il voto fuori sede con il voto anticipato, citando a sproposito il modello australiano, cadendo in un grosso equivoco tra il votare prima e il votare altrove, aspetti che possono convergere in un'unica soluzione ma tenendo comunque conto che il voto anticipato deve poter riguardare tutti, anche i residenti e presenti in Italia. Infine la contrapposizione - confermata anche da numerosi ordini del giorno - tra la soluzione per i fuori sede che prevede il voto sui collegi nazionali e quella di chi invece vorrebbe questo voto esercitato nell’ambito della circoscrizione Estero. In sostanza, nel tentativo di dare una risposta ad un tema importante come il voto di chi si trova fuori sede, sono stati confusi principi, anche costituzionali, e strumenti di attuazione. Non sono state valutate, oppure non adeguatamente comprese, soluzioni già adottate, quali il voto per corrispondenza dei residenti stabilmente all'estero per la Circoscrizione estero, adottato per garantire il legame diretto tra eletti ed elettori, e il voto di particolari categorie di fuori sede, chiamate all'estero per missioni di pace, lavoro alle dipendenze dello Stato, ricercatori e personale della rete diplomatico consolare. Il voto di questi ultimi soggetti è ricaduto, in forza di appositi provvedimenti elettorali decaduti dopo ogni elezione, sulla circoscrizione Lazio. Anche qui si è cercato di mantenere un legame politico diretto, anche se limitato, tra elettori ed eletti. Il Governo ha saggiamente annunciato una riflessione su questi temi, un necessario approfondimento, per trovare una soluzione equilibrata. Una soluzione che spero risulti lontana dalla confusione generata da un dibattito attraversato da preoccupazioni demagogiche. Una soluzione augurabilmente lontana anche dagli ordini del giorno presentati in aula. Sarei dell’opinione che per gli studenti Erasmus e per tutti i fuori sede sarebbe preferibile ipotizzare una soluzione che non li leghi al destino della circoscrizione Estero: non solo per la diversa natura della loro presenza temporanea all'estero, ma soprattutto per le incognite che ancora circondano il futuro delle riforme costituzionali, anche per quanto attiene alla diretta rappresentanza dall'estero. Non è escluso che ci si possa ritrovare tutti nell’espressione del voto per i collegi italiani. Ma questa soluzione richiederebbe un approfondimento e un confronto che non si possono certo esaurire in estemporanee iniziative d’aula. On. Marco Fedi

martedì 11 marzo 2014

DEPUTATI PD ESTERO: INTERROGAZIONE AL MINISTRO DEGLI ESTERI PER RAFFORZARE E SEMPLIFICARE IL SISTEMA DI PRENOTAZIONE ONLINE DEI CONSOLATI

«Il sistema di prenotazione online degli appuntamenti presso i consolati per il normale disbrigo di pratiche amministrative, adottato praticamente in tutto il mondo, salvo sporadiche eccezioni, sta diventando per gli italiani all’estero un inestricabile labirinto o, se si vuole, un perverso gioco dell’oca in cui solo pochi fortunati riescono a toccare il traguardo. Il sistema adottato dai responsabili della Farnesina era stato presentato in più occasioni come una misura di semplificazione, adatta a mettere ordine nel sovraccarico delle richieste e – aggiungiamo noi – a fronteggiare la diminuzione di personale che si è progressivamente verificata negli ultimi anni. Avrebbe dovuto, in sostanza, facilitare i contatti e, invece, li ha maledettamente complicati, rendendoli quasi impraticabili per le persone meno abituate alle procedure elettroniche e meno dotate di tempo da trascorrere davanti al computer. In un’interrogazione da noi rivolta al Ministro degli Esteri, ci siamo presi la briga di trascrivere letteralmente le indicazioni date dalla segreteria elettronica del consolato di Londra, spesso indicato come un luogo privilegiato di sperimentazione. Un vero rompicapo, che si conclude beffardamente con queste parole: “Il sistema ’Prenota Online’ sblocca alle ore 23 (ORE UK) la prima data successiva all'intervallo. Stante l'elevata richiesta, i posti disponibili possono esaurirsi in un breve intervallo di tempo a partire dalle 23. Qualora pertanto non si trovino date disponibili nel calendario, è necessario attendere il giorno successivo e riprovare”. Vogliamo dire con assoluta chiarezza che da parte nostra non vi è alcuna chiusura ad una sempre più diffusa e avanzata sperimentazione di sistemi elettronici applicati alle operazioni amministrative. Ma una cosa è la sperimentazione, altra cosa sono i diritti dei cittadini che non devono essere subordinati ai sistemi elettronici. Sono questi che devono essere funzionali all’esaudimento dei diritti, non sostituirli. Siamo da tempo consapevoli che queste situazioni sono uno dei risultati più evidenti della strada sbagliata che si è imboccata rispetto all’organizzazione dei servizi per i nostri concittadini all’estero. Tra chiusure di consolati, conseguente appesantimento del lavoro in quelli che sopravvivono e diminuzione di personale il meno che possa succedere è che si tenti di ammantare con un velo di modernismo il panorama di macerie che si sta determinando in termini reali nel campo dei servizi. Ma intanto, come chiediamo nella nostra interrogazione, almeno si consenta una reale possibilità di fissare gli appuntamenti con il consolato di Londra e con tutti gli altri esistenti al mondo, rafforzando le procedure, semplificando il sistema e ricorrendo anche a soluzioni alternative. Nello stesso tempo, si usino meglio e di più i Consolati onorari, affidando loro, come fanno tanti altri Paesi, compiti che oggi sono di esclusiva competenza dei consolati ordinari. Una volta tanto, insomma, proviamo a partire dalle persone, dai loro bisogni e dai loro diritti, e non dalla Farnesina”. Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta

Le ragioni dell'ennesimo fallimento all'ombra del voto segreto

Le ragioni dell'ennesimo fallimento all'ombra del voto segreto Il tema importante delle pari opportunità nella rappresentanza politica è stato trascinato nel vortice di una discussione politica sulla legge elettorale che ha nuovamente dimostrato tutti i limiti della proposta stessa e le carenze culturali e politiche dei partiti che hanno strumentalizzato un tema importante, che riguarda la discriminazione di genere, per logiche che vanno dalla totale opposizione alla legge elettorale fino ai conti interni al PD passando per la sopravvivenza dei piccoli partiti. Ciascuno ha messo del suo, sacrificando principi e annunci, nel tentativo di sopravvivere, cancellare l'Italicum o mettere in difficoltà Matteo Renzi. Tutelati da un voto segreto che lascia interdetti: quale libera espressione del voto può essere garantita con il voto segreto? Che senso ha esprimere liberamente una propria visione del mondo celandola al mondo? Anche i regolamenti parlamentari celano la discriminazione. La bocciatura degli emendamenti che, introducendo nella legge elettorale varie soluzioni, miravano a garantire che nei confronti delle donne non si potesse perpetuare una intollerabile discriminazione di genere, dimostra quanto lontani siamo dal momento in cui non sarà più necessario ricorrere a norme per garantire pari opportunità e dimostra, in maniera evidente, quanto bisogno invece avessimo di approvarle. On. Marco Fedi

lunedì 10 marzo 2014

FEDI (PD): Da Tunisi un appello a fare bene e in fretta per la ripresa dell’Italia e per le riforme di cui il nostro sistema ha bisogno

L’Onorevole Marco Fedi e il Senatore Francesco Giacobbe, nei giorni 8 e 9 marzo, hanno svolto un’importante missione presso la comunità italiana in Tunisia. La visita, organizzata dal Circolo del PD “Maurizio Valenzi”, ha preso l’avvio la sera dell’8 marzo, nella giornata internazionale della Donna, con un’impegnativa iniziativa di solidarietà a sostegno della SIA, Società Italiana di Assistenza, presso il Delta Center di Tunisi, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia De Cardona. “Abbiamo ricordato - ha sottolineato l’On. Marco Fedi nel suo intervento di saluto ai molti imprenditori presenti in sala - che la solidarietà ci unisce oltre ogni ostacolo e difficoltà e che oggi abbiamo bisogno di valorizzare la nostra storia per liberarci dei tanti pesi che rallentano la trasformazione, la crescita civile, sociale ed economica. Due Paesi vicini come Tunisia e Italia possono e debbono costruire una più forte collaborazione economica, culturale e politica. Del resto, la recente visita del Presidente Renzi a Tunisi è la dimostrazione di quale importanza l’Italia attribuisca alla Tunisia nello scacchiere mediterraneo, che dall’attuale governo è considerato una delle aree strategiche dell’iniziativa internazionale dell’Italia. Negli anni la Tunisia ha potuto contare sulla presenza di tanti connazionali che nelle mutate condizioni hanno bisogno di assistenza; oggi può contare su una presenza diffusa, in molte parti del mondo e anche a Tunisi, di giovani ricercatori e imprenditori, di nostre aziende, del nostro sistema Paese, che deve essere sempre più sostenuto anche da una solida e articolata rappresentanza diplomatica e consolare”. Domenica 9 si è svolta un’iniziativa presso il Circolo del PD, a cui hanno partecipato numerosi esponenti della comunità italo-tunisina. Essa è stata un utile momento di confronto sui temi degli italiani nel mondo e in particolare sulla rappresentanza. “Credo sia stato giusto legare la riflessione sul momento politico e la discussione sulla legge elettorale alla condizione oggettiva del nostro Paese, L’appello e il richiamo dei partecipanti è stato: fate bene e in fretta”, ha dichiarato l’On. Fedi. Non possiamo disattendere questa richiesta. Le nostre comunità nel mondo ci chiedono parità di trattamento e di considerazione. Se la scuola e la formazione sono al centro dell’azione del Governo Renzi, ad esempio, dobbiamo inserire in questa riflessione, e poi nel piano di riforme, anche gli investimenti per la lingua e la cultura italiana fuori d’Italia. Così la riforma fiscale deve garantire partirà di trattamento, ad iniziare dalle detrazioni fiscali per carichi di famiglia, che devono essere inserite non occasionalmente, ma permanentemente nel regime fiscale italiano”. La riforma costituzionale – ha proseguito Fedi - non può essere realizzata senza un sereno e qualificato confronto sul tema della rappresentanza e dello strumento per realizzarla. Noi pensiamo che la Circoscrizione estero possa continuare ancora a svolgere il compito storico e democratico che la Costituzione le ha assegnato, ma non vogliamo correre rischi e quindi siamo pronti a considerare anche altre eventualità purché si mantenga l’effettività dell’esercizio in loco del diritto di voto. Non possiamo perdere spazi di democrazia e partecipazione. La rottamazione deve essere di tutto ciò che appesantisce e ritarda, non delle idee e delle persone che in questi anni, come voi - ha concluso Fedi - hanno guidato le nostre scelte. Non sempre i Governi hanno ascoltato e ben governato. Oggi abbiamo l’opportunità, preparata anche dall’azione del Governo Letta, di ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini e gli elettori, anche di quelli che risiedono in altre parti del mondo, e siamo tutti impegnati per non farci sfuggire questa importante occasione”.

mercoledì 5 marzo 2014

Fedi (PD): Nella transizione verso il sistema previdenziale australiano rispettare i diritti dei contrattisti. Non sguarnire l’insegnamento dell’italiano a livello universitario.

Il rapporto dell’Italia con le nostre comunità richiede, per così dire, una manutenzione continua per evitare che saltino alcuni tasselli indispensabili per la tenuta di un quadro che finora ha molto aiutato la proiezione dell’Italia nel mondo. Questo vale, naturalmente per tutte le nostre comunità, a iniziare da quella in Australia, per la quale in questi ultimi giorni sono dovuto intervenire con due interrogazioni. La prima, indirizzata alla Ministro degli Esteri e a quello del Lavoro, riguarda, ancora una volta, i lavoratori a contratto operanti presso le nostre strutture. Si tratta, come più volte ho ripetuto, di un sostegno prezioso per la nostra amministrazione all’estero, che però stenta a essere riconosciuto e valorizzato per l’apporto effettivo che è capace di dare. Il rapporto giuridico con questo personale è di duplice natura, nel senso che può essere regolato da norme di diritto locale o da norme di diritto italiano. Nel contesto australiano, da parte italiana si è deciso di dare applicazione dal 1° gennaio 2013 alla convenzione bilaterale diretta ad evitare le doppie imposizioni e l’evasione fiscale. Secondo la legge locale, il soggetto che fa da sostituto d’imposta deve preoccuparsi non solo di fare le ritenute fiscali ma anche di provvedere ai versamenti previdenziali. L’amministrazione italiana ha deciso unilateralmente di uniformare tutti i contratti alle norme locali e sembra intenzionata a convertire anche i contratti di diritto italiano. Non era quello che i lavoratori si attendevano né si tratta di un orientamento uniforme, tant’è che per il Canada si è deciso di rispettare le due tipologie di contratto. Ho interrogato i ministri competenti, dunque, per sollecitare un immediato e organico passaggio dal regime previdenziale dell’INPS a quello australiano. Nello stesso tempo, ho chiesto che nella transizione siano rispettati i diritti e le garanzie assicurati dai contratti di diritto italiano che si vogliono convertire. La seconda interrogazione, rivolta al Ministro degli Esteri, riguarda la situazione dell’insegnamento della lingua e della cultura italiane in Australia e, in particolare, nel South Australia. Nel recente passato ci sono state dolorose riduzioni di finanziamenti che hanno destabilizzato un sistema ben funzionante. A questi effetti critici della riduzione delle risorse, si aggiunge il progressivo contenimento dell’invio di personale docente all’estero, compresi i “lettori” che finora hanno svolto una positiva funzione di integrazione e sostegno dell’insegnamento a livello universitario. Ho chiesto dunque di fare ogni sforzo affinché la proiezione e l’immagine culturale del nostro Paese possa essere indebolita in un’area strategica come quella australiana, e del South Australia in particolare, e di assumere decisioni chiare in ordine di mantenimento dell’insegnamento a livello universitario, che rappresenta il naturale coronamento del lavoro svolto agli altri livelli di istruzione e di formazione.

martedì 4 marzo 2014

Fedi (PD): Giusta discussione su circoscrizione estero ma almeno sia informata!

L'Italicum, con un complesso iter che parte oggi alla Camera dei Deputati, può fare davvero poco per modificare l'attuale impianto costituzionale che prevede, come unico strumento di realizzazione della partecipazione in loco del diritto di voto, la soluzione della circoscrizione estero. Per modificare questo impianto, infatti, occorre agire sulla Costituzione modificando gli articoli 48, 56 e 57. L'Italicum, partendo da una base proporzionale, può di fatto facilitare il passaggio ad una partecipazione elettorale che preveda il voto sulle circoscrizione italiane. Ma non v'è nulla da fare se non attendere l'approvazione definita della legge e poi iniziare a lavorare sulle modifiche costituzionali. Lo dico agli autori dell'articolo apparso sul Sole24Ore. Potete invocare una modalità di partecipazione al voto diversa da quella fino ad oggi attuata, ed è legittimo pensare che questa soluzione sia la più adatta, ma sarà il caso di ripensare ad alcune euforiche dichiarazioni che lasciano pensare che un voto proporzionale senza preferenza sia meglio della circoscrizione estero che prevede invece il voto di preferenza. Il rapporto con gli elettori esiste nella circoscrizione estero mente è stato nullo con il porcellum e tutto da verificare con l'Italicum. Sui costi, infine, torno a spiegare che 12 deputati e 6 senatori non sono aggiuntivi ma parte del numero complessivo previsto sempre dalla Costituzione. Per ridurre il numero dei parlamentari occorre, ancora una volta, mettere mano alla Costituzione. Sorvolo sul concetto di carità per segnalare, invece, che ogni passaggio parlamentare relativo ai connazionali nel mondo, ha visto sempre il nostro impegno. Ogni risultato è costato impegno e lavoro. I risultati sono stati spesso positivi, altre volte negativi, ma sempre marcati dalle fasi della politica nazionale e dalle logiche di Governo. Dubito l'Italicum e la partecipazione al voto sulle circoscrizioni italiane possa modificare questo stato dell'arte che richiederebbe, invece, una più matura visione delle nostre comunità nel mondo. Francamente, almeno da un residente all'estero, ci si poteva attendere una diversa visione della politica e della partecipazione. Direi, ad esempio, come residente all'estero prima che come deputato della Circoscrizione estero, che i tempi sono maturi per migliorare l'esercizio in loco del diritto di voto, che tale miglioramento si può realizzare con il voto per corrispondenza degli iscritti ad un elenco degli elettori cui si iscrivono liberamente nonno, figli e nipoti che desiderino votare, con un voto libero e segreto riversato sulle circoscrizioni italiane. Mi limiterei a queste considerazioni invece che strumentalizzare l'Italicum per dire che gli eletti all'estero sono inutili, anche perché porrei sul piano normativo ordinario una questione da risolvere sul piano costituzionale e, soprattutto, darei l'impressione, anche questa sbagliata, di non avere la più pallida idea del lavoro svolto, nella quotidianità parlamentare, da 12 deputati e 6 senatori.