I prossimi passaggi su legge di stabilità e di bilancio si
prefigurano particolarmente severi per le comunità italiane nel mondo. Pur consapevoli
delle oggettive difficoltà legate alla situazione della finanza pubblica ed
agli obblighi di bilancio, devo rilevare che nuovamente la dimensione dei tagli
in alcuni capitoli per gli italiani nel mondo è superiore alla media. Oltre al grave
taglio al fondo per i Patronati, se ne profilano altri, non meno severi ai
capitoli della Direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie. Decurtazioni
superiori al 10% e, in casi come la promozione linguistica, al 20%.
Analogamente si registrano decurtazioni consistenti nel
settore della promozione del Made in
Italy e della internazionalizzazione, con riduzioni che superano il 50% e
che rischiano di vanificare l'ottimo lavoro svolto in questi anni dalle Camere
di Commercio all'estero.
E’ necessario ricordare a Governo e parlamentari che il
ruolo dei Patronati è sancito nella Costituzione e il finanziamento delle loro attività
deriva dai contributi previdenziali dei lavoratori. E’ bene che tutti sappiano,
inoltre, soprattutto chi è distante dalla vita delle nostre comunità
all’estero, che il Patronato di fatto è stato uno strumento complementare della
rete degli Istituti di previdenza e, con il tempo, è diventato sempre più
sostitutivo del loro ruolo, soprattutto fuori d’Italia. Oltre tutto, il tema
non è solo quello della legittimità del taglio ma della convenienza, anche in
termini economici, di una riduzione dei servizi, quando sia in Italia e ancor
più all’estero, i Patronati rappresentano una insostituibile rete di assistenza
e tutela, e quindi di tenuta delle nostre comunità.
La tabella 6 del Ministero degli affari esteri ci consegna
una previsione di spesa sui singoli capitoli che rispetta poco gli impegni
assunti in sede di revisione della spesa e colpisce in modo particolare scuola
e cultura. Tutto ciò in assenza di una proposta di riforma e dopo un momento di
confronto tra i soggetti impegnati nella diffusione di lingua e cultura nel
mondo che, almeno sulla carta, aveva lasciato sperare in un’inversione di
tendenza.
L’impegno in Parlamento per modificare questa tendenza alla
riduzione di stanziamenti e servizi per gli italiani nel mondo non mancherà. Ma
sarebbe utile, in questa fase, una riflessione ulteriore anche da parte del
Governo.
Vorrei sottolineare, infine, l’urgenza di estendere anche ai
residenti oltre i confini dell’area politica ed economica europea le detrazioni
fiscali per carichi di famiglia. Un’ultima osservazione la dedico al Governo:
valuto negativamente le esitazioni sul rinnovo dei Comites.
Dopo avere sostanzialmente avviato l’iter per il
rinnovo, nonostante alcune nostre perplessità sulla mancata riforma, i segnali
di ripensamento e i tentennamenti sono francamente incomprensibili. Se
ripensamento ci dev’essere, ci sia sui tagli e le riduzioni di bilancio perché
riguardano la vita delle comunità italiane nel mondo!
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