“Il nostro saluto e il
nostro grazie per il vostro impegno, in questi anni di volontariato”. Queste le
parole con cui, anche a nome del Senatore Giacobbe, ho salutato i Presidenti
dei Comites durante la riunione del comitato di coordinamento tenutasi a Brisbane
presso la sede del Co.As.It.
“Ho ricordato che in questi
anni, accanto al lavoro di tutela sociale, alla diffusione di lingua e cultura
ed al rafforzamento dei rapporti commerciali ed economici tra Italia e
Australia, abbiamo maturato un forte ritardo nell’azione di coordinamento tra
le varie componenti della nostra splendida comunità. A Canberra, in occasione
di Italians Down Under, identificammo questo obiettivo come elemento di
assoluta priorità per tornare ad avere un ruolo nei processi decisionali sia
politici che amministrativi. Trovare una voce
unica, forte ed autorevole, in grado di collegare le realtà statali, di
coordinarne l’azione e di trovare ascolto presso le sedi istituzionali
australiane e italiane. Questa esigenza è forte anche nei confronti del Governo
italiano. Soprattutto ora, in un momento in cui si percepiscono tutte le
carenze e le debolezze della politica nei confronti delle nostre comunità”.
“L’azione sinergica tra Comites, CGIE, Governo e Parlamento, coordinata dal
Ministero degli affari esteri attraverso le deleghe per gli italiani nel mondo
– azione che ha dato risultati positivi in tanti momenti della nostra storia –
è purtroppo finita”. “Ho voluto anche fare appello al bisogno di unità tra le
nostre forze, proprio alla vigilia del confronto elettorale”. “Non dobbiamo
dividerci sui numeri, sulle appartenenze di partito o sulle interpretazioni di
norme datate, spesso mal scritte e comunque sempre gestite dalla burocrazia.
Oggi la debolezza della politica è anche soprattutto questa”.
“Ho
partecipato ad una discussione molto aperta che ha esaminato i punti relativi
al prossimo rinnovo dei Comites e del CGIE. Ho ricordato la necessità di una
radicale riforma della rappresentanza di base, sempre più legata alle idee,
alle proposte, ai progetti, ai bisogni e alle aspettative, ma ho anche ribadito
che in questa fase di rinnovamento democratico, con molti giovani donne e
uomini candidati nelle liste, sarebbe un errore rinunciare ad avere una voce
negli organismi di rappresentanza. La comunità italo-australiana, ricca di
tante esperienze originali, forte della sua diversità, non può essere
circoscritta ai numeri dell’AIRE”.
“Nell’insegnamento
dell’italiano come nella promozione culturale abbiamo raggiunto risultati
straordinari ed oggi abbiamo bisogno di innovazione. Ma non è concepibile che
non siano stati rinnovati tutti gli accordi – i Memorandum of Understanding
tra il Ministero degli esteri e gli Stati d’Australia – che garantiscono gli
elementi centrali della reciprocità e che oggi pongono in grave allerta tutta
la politica linguistica dell’Italiano nello Stato del Western Australia”.
“Mobilitare la comunità italiana è indispensabile ma non basta. Credo che
dobbiamo accelerare l’azione legata al FIAP, Forum dei parlamentari di origine
italiana in Australia, rappresentato a Brisbane dal Ministro Tony Piccolo, che
può farsi carico di organizzare gli “Stati generali della lingua italiana in
Australia” e, nella prossima missione in Italia in coincidenza con EXPO,
raccordarsi con le istituzioni italiane per rafforzare i legami
Italia-Australia”.
“Le inutili
quanto dannose polemiche sul call centre potevano essere evitate con un
maggiore scambio di informazioni. In Australia il call centre serve unicamente
la circoscrizione consolare “Victoria e Tasmania”, non ha costi per l’erario ed
è orientato a dare informazioni prevalentemente sui visti. Rimane un tema da
affrontare, nel momento in cui trasferiamo questo costo sui cittadini o sulle
comunità: come assicuriamo garanzie di qualità, continuità e trasparenza nella
gestione di questi centri? Sono il miglior sistema per dare questo servizio? Il
monitoraggio proposto da Comites e CGIE era finalizzato ad avere questo quadro
complessivo prima di arrivare ad un giudizio diverso dal parere assolutamente
negativo espresso quando venne introdotto il primo call centre poi andato in
fallimento”. “Anche su questo tema si è arrivati ad un positivo nuovo impegno
nello scambio di informazioni”.
“Il tema dei
nuovi flussi migratori verso l’Australia, del forte bisogno di informazione,
della necessità di un forte contrasto alle forme di sfruttamento e, in molti
casi, di vera e propria illegalità, impone a tutti di continuare con l’offerta
di servizi. Importante rilevare la necessità di un’azione tesa ad ampliare la
qualità delle attività lavorative previste per ottenere il secondo anno del
Working Holiday Visa”.
“Su questi
temi, nei prossimi mesi, dobbiamo trovare modi e forme di una collaborazione
che sia autonoma e indipendente dai Governi, ricca di nuove idee e forte nel
rapporto con le nostre comunità”.
On. Marco Fedi