L’eliminazione
di 57 lettorati nei programmi di intervento per la promozione della lingua e
cultura italiane nel mondo per l’anno scolastico 2015-2016 è il frutto di una
decisione errata e grave che non può passare sotto silenzio.
L’Amministrazione
del MAECI, con l’avallo dei responsabili politici del settore, ha deciso di
gestire la riduzione del contingente di personale scolastico inviato all’estero
praticamente potando in buona parte uno dei rami essenziali della presenza
della cultura italiana nel mondo, i lettorati appunto, che pure si sono dimostrati
negli specifici contesti in cui hanno operato uno degli innesti più fecondi nei
sistemi universitari di tanti Paesi stranieri.
MAECI e Governo fuori strada: privilegiano i costi
amministrativi ai lettorati. La riduzione del contingente scolastico all'estero
è grave. Aver accelerato i tempi è gravissimo. Non avere tenuto conto di un
parere espresso dalla III Commissione Esteri della Camera che chiedeva di
distinguere tra lettorati e contingente scolastico, tutti importanti ma
impegnati su aspetti profondamente diversi della diffusione e promozione di
lingua e cultura, è stato un errore politico e una disattenzione da parte del
Governo nei confronti del Parlamento.
Non è il
caso di edulcorare la gravità di una tale decisione con l’affermazione, più
volte udita, che la responsabilità della riduzione del contingente è del
Parlamento, che ha inserito questa misura in finanziaria e ha dunque legato le
mani all’Amministrazione. Non ho esitazione a dire che quella decisione,
assunta per altro in termini puramente quantitativi, è stata sommaria e
sostanzialmente sbagliata. Tra l’altro, di fatto è diventata un modo per
eludere una politica di vera spending review, nella quale doveva essere
inquadrata.
Detto
questo, tuttavia, è pur vero che l’Amministrazione e i titolari politici del
MAECI sono tenuti a gestire una tale misura, sia sul piano quantitativo che su
quello qualitativo. E in questi anni, di fatto, è avvenuto che non solo i tempi
di riduzione del contingente sono stati anticipati di un anno, ma che sono
sguarnite numerosi postazioni di alto valore qualitativo, che dovevano essere
invece preservate e semmai sviluppate.
Tre queste i
lettorati, che servono a far vivere quotidianamente l’italianità nei maggiori
centri accademici del mondo e aiutano a moltiplicare la ricerca e lo studio
della storia e della cultura italiana tra generazioni di giovani che si
accingono a diventare classe dirigente nei loro Paesi. Senza trascurare gli
effetti indotti sul piano degli scambi e del turismo che da una tale attività
può derivare.
Ci si è
accaniti, invece, a mutilare questo filone di presenza culturale, risparmiando
altri filoni di natura amministrativa e interrompendo in molti casi la catena
formativa che partendo dai livelli di base trova il suo naturale coronamento in
quello universitario. In questo modo, non si è rispettata un preciso
orientamento della Commissione Esteri della camera che aveva indicato
l’opportunità di tenere distinta la riduzione del contingente dalla presenza dei
lettori nelle università straniere.
Si tratta di
un errore strategico che va recuperato e prontamente corretto. È questo
l’invito che rivolgo ai responsabili politici del Ministero e
all’Amministrazione. In ogni caso, non perderò occasione per riproporre in
Parlamento la questione, con la speranza che non si debba sempre inseguire
decisioni discutibili, ma ci si possa confrontare con il Governo su politiche
organiche, magari in occasione di un’ormai improcrastinabile riforma di sistema.
On. Marco
Fedi
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