Gli interventi di Marco Fedi, di Claudio Micheloni e le conclusioni di Franco Danieli: “La fase che ora si apre è quella della realizzazione”
“Museo nazionale delle Migrazioni. L’Italia nel mondo. Il mondo in Italia”. E’ il titolo del convegno che si è svolto a Roma, presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, nel corso del quale è stato presentato il numero della rivista del Cser “Studi Emigrazione” che fotografa la situazione dei musei delle migrazioni nel mondo. I lavori hanno avuto inizio con l’intervento dal vice ministro degli Esteri Franco Danieli che ha sottolineato la necessità di recuperare le “povere e fragili” documentazioni che ripercorrono oltre cento anni di emigrazione italiana. Lettere, cartoline passaporti, carte d’identità, documenti di viaggio, fotografie e testimonianze orali che raccontano una storia che oggi la società italiana tende a rimuovere.
“La realizzazione del museo - ha detto Danieli - è un dovere morale e storico che si discute da tempo ed oggi va portata a termine. Nella finanziaria 2008 ci saranno due milioni e ottocentomila euro per l’istituzione del Museo nazionale delle Migrazioni. Sono previste disponibilità finanziarie anche per il 2009. Il museo - ha aggiunto - non dovrà essere un semplice luogo espositivo, ma una realtà vitale multimediale e stimolante dove non si raccontino solo drammi, ma i vari aspetti dei fenomeni dell’emigrazione italiana e dell’immigrazione nel nostro paese. Un luogo dove possano incontrarsi i nostri connazionali all’estero, le business communities italiane nel mondo, le scolaresche e gli studiosi”.
Norberto Lombardi, consigliere del Cgie e direttore di “Quaderni sulle migrazioni”, ha evidenziato l’esigenza di seguire, per la realizzazione del Museo nazionale, una strada operativa e una progettuale. La prima, una volta acquisite le risorse necessarie tramite la finanziaria, potrebbe svilupparsi attraverso la creazione di una specifica Fondazione di partecipazione che coinvolga forze finanziarie culturali e scientifiche. Dal punto di vista progettuale Lombardi ha auspicato la creazione di un asse culturale e scientifico che permetta al museo di analizzare, oltre la semplice ricostruzione storica, anche l’aspetto evolutivo dell’emigrazione italiana, divenendo un osservatorio permanente delle nuove mobilità. Il nuovo centro, oltre a cogliere l’intreccio con i vari aspetti dell’immigrazione, dovrebbe riservare specifiche aree tematiche alle nuove generazioni e alle donne. Lombardi ha anche ipotizzato la realizzazione di un network dei musei regionali e dei centri di ricerca italiani che, nel pieno rispetto delle singole autonomie, venga coordinato, per la programmazione pluriennale di progetti condivisi, da una commissione scientifica con tutti i responsabili dei centri museali . Una rete che avrebbe al centro il nuovo Museo nazionale delle migrazioni e i due complessi museali in via di realizzazione a Genova e Napoli.
ROMA - E’ stato Marco Fedi, deputato eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, a salutare l’apertura dei lavori pomeridiani del convegno dedicato alla creazione di un Museo nazionale delle Migrazioni, svoltosi a Roma il 26 ottobre.
“Quello che mi preme mettere in luce di questa importante iniziativa – ha detto Fedi – è la sua ambizione transnazionale, dal momento che il tema dell’emigrazione, nella sua straordinaria complessità, riguarda tutti. E non parliamo solo di emigrati, ma delle culture, delle tradizioni e delle religioni che un fenomeno come questo chiama in causa nello sviluppo della società contemporanea”.
“E’ importante sottolineare il radicamento di scelte prioritarie di questo tipo – ha aggiunto il parlamentare – proprio in un momento in cui la stessa rappresentanza degli italiani all’estero viene messa in discussione”. Per Fedi comunque le iniziative che si trovano nella legge finanziaria “non sono sufficienti. Occorre pensare – ha aggiunto - ad una iniziativa legislativa più ampia ed ad una più ampia consultazione al fine di elaborare una proposta credibile che sia capace di attrarre tutte le risorse che potrebbero essere necessarie per portare a termine un progetto di questo tipo”.
“Da oggi – ha concluso Fedi – è aperto un ulteriore spazio di riflessione che ci vedrà protagonisti nella realizzazione di questa rete museale”.
A ribadire l’importanza della realizzazione del Museo nazionale delle Migrazioni è stato anche il senatore Claudio Micheloni, eletto nella ripartizione Europa, che ha ricordato, intervenendo ai lavori del pomeriggio, come uno degli obiettivi proposti al momento dell’insediamento del Comitato che si occupa delle questioni degli italiani all’estero del Senato, da lui presieduto, fosse “che l’emigrazione italiana diventi un elemento di studio ed insegnamento nelle scuole”.
“Riscontriamo infatti – ha chiarito Micheloni – una scarsa conoscenza da parte delle giovani generazioni di questo fenomeno che ha profondamente segnato il loro passato. Tutto ciò rende difficile nello stesso Parlamento la comunicazione di quelle che sono le necessità e le problematiche degli italiani all’estero”.
“C’è una frattura tra la prima generazione di emigrati e quelle successive – ha sottolineato –dovuta alla mancata trasmissione delle esperienze. I giovani sono i primi a voler conoscere la propria storia e a voler prendere consapevolezza delle loro radici”.
Micheloni ha ricordato inoltre “la difficile integrazione dovuta al progetto di provvisorietà dell’emigrazione che ha caratterizzato gli emigranti che dall’Italia si sono spostati all’interno dello spazio europeo. Dal momento che parliamo di un fenomeno così complesso – ha concluso – occorre mettere in campo una riflessione più seria sull’emigrazione, una riflessione che comprenda anche la trasformazione avvenuta nei paesi di partenza, le dinamiche economiche e che punti sul legame che milioni di italiani o persone di origine italiana intendono mantenere e alimentare con la cultura italiana”.
Ha concluso il convegno l’intervento di Franco Danieli, vice ministro degli Affari Esteri, il quale ha indicato i passi concreti in programma per la realizzazione del Museo.
“Questo convegno deve essere visto in qualche modo come un momento conclusivo – ha sottolineato Danieli. .– Ci è stato utile per fare una riflessione finale sull’idea che avevamo elaborato da qualche mese. Anche se c’è sempre uno scarto tra il momento dell’ideazione di un progetto e della sua concreta realizzazione, vorrei mettere l’accento sulla rapidità che deve accompagnare questa iniziativa. Considero quindi il tempo dell’analisi terminato. La fase che ora si apre è quella della realizzazione”.
Proprio in considerazione della rapidità della realizzazione Danieli ha sottolineato che “questo non è un museo che dovrà essere costruito, ma che sarà allestito in un spazio preesistente. Le risorse a disposizione sono 2 milioni 800 mila euro, a cui immagino si aggiungeranno di anno in anno contributi da parte dello Stato e contributi da parte di italiani all’estero che si sono già dichiarati disponibili a intervenire in modo considerevole. Il Museo delle Migrazioni considererà l’Italia come una stratificazione delle migrazioni del passato e di elementi che ancora permangono”.
“L’emigrazione di massa italiana si è conclusa 30 anni fa ed ora è arrivato il tempo di dare sistematicità e visibilità al fenomeno, grazie ad un luogo dove sia possibile raccogliere le testimonianze storiche di quello che è stato. La dimensione dei musei locali – ha ricordato il Vice Ministro – è legata alla natura di un fenomeno che così profondamente ha inciso sul territorio, ma è tuttavia necessaria una struttura centrale capace di contribuire alla scientificità dei singoli percorsi che vengono di volta in volta ricostruiti. E’ indispensabile superare la frammentarietà e creare delle reti per superare uno dei problemi più gravi che l’Italia ha: la mancanza di coordinamento. Solo così possiamo evitare di disperdere preziose risorse”.
“Museo nazionale delle Migrazioni. L’Italia nel mondo. Il mondo in Italia”. E’ il titolo del convegno che si è svolto a Roma, presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, nel corso del quale è stato presentato il numero della rivista del Cser “Studi Emigrazione” che fotografa la situazione dei musei delle migrazioni nel mondo. I lavori hanno avuto inizio con l’intervento dal vice ministro degli Esteri Franco Danieli che ha sottolineato la necessità di recuperare le “povere e fragili” documentazioni che ripercorrono oltre cento anni di emigrazione italiana. Lettere, cartoline passaporti, carte d’identità, documenti di viaggio, fotografie e testimonianze orali che raccontano una storia che oggi la società italiana tende a rimuovere.
“La realizzazione del museo - ha detto Danieli - è un dovere morale e storico che si discute da tempo ed oggi va portata a termine. Nella finanziaria 2008 ci saranno due milioni e ottocentomila euro per l’istituzione del Museo nazionale delle Migrazioni. Sono previste disponibilità finanziarie anche per il 2009. Il museo - ha aggiunto - non dovrà essere un semplice luogo espositivo, ma una realtà vitale multimediale e stimolante dove non si raccontino solo drammi, ma i vari aspetti dei fenomeni dell’emigrazione italiana e dell’immigrazione nel nostro paese. Un luogo dove possano incontrarsi i nostri connazionali all’estero, le business communities italiane nel mondo, le scolaresche e gli studiosi”.
Norberto Lombardi, consigliere del Cgie e direttore di “Quaderni sulle migrazioni”, ha evidenziato l’esigenza di seguire, per la realizzazione del Museo nazionale, una strada operativa e una progettuale. La prima, una volta acquisite le risorse necessarie tramite la finanziaria, potrebbe svilupparsi attraverso la creazione di una specifica Fondazione di partecipazione che coinvolga forze finanziarie culturali e scientifiche. Dal punto di vista progettuale Lombardi ha auspicato la creazione di un asse culturale e scientifico che permetta al museo di analizzare, oltre la semplice ricostruzione storica, anche l’aspetto evolutivo dell’emigrazione italiana, divenendo un osservatorio permanente delle nuove mobilità. Il nuovo centro, oltre a cogliere l’intreccio con i vari aspetti dell’immigrazione, dovrebbe riservare specifiche aree tematiche alle nuove generazioni e alle donne. Lombardi ha anche ipotizzato la realizzazione di un network dei musei regionali e dei centri di ricerca italiani che, nel pieno rispetto delle singole autonomie, venga coordinato, per la programmazione pluriennale di progetti condivisi, da una commissione scientifica con tutti i responsabili dei centri museali . Una rete che avrebbe al centro il nuovo Museo nazionale delle migrazioni e i due complessi museali in via di realizzazione a Genova e Napoli.
ROMA - E’ stato Marco Fedi, deputato eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, a salutare l’apertura dei lavori pomeridiani del convegno dedicato alla creazione di un Museo nazionale delle Migrazioni, svoltosi a Roma il 26 ottobre.
“Quello che mi preme mettere in luce di questa importante iniziativa – ha detto Fedi – è la sua ambizione transnazionale, dal momento che il tema dell’emigrazione, nella sua straordinaria complessità, riguarda tutti. E non parliamo solo di emigrati, ma delle culture, delle tradizioni e delle religioni che un fenomeno come questo chiama in causa nello sviluppo della società contemporanea”.
“E’ importante sottolineare il radicamento di scelte prioritarie di questo tipo – ha aggiunto il parlamentare – proprio in un momento in cui la stessa rappresentanza degli italiani all’estero viene messa in discussione”. Per Fedi comunque le iniziative che si trovano nella legge finanziaria “non sono sufficienti. Occorre pensare – ha aggiunto - ad una iniziativa legislativa più ampia ed ad una più ampia consultazione al fine di elaborare una proposta credibile che sia capace di attrarre tutte le risorse che potrebbero essere necessarie per portare a termine un progetto di questo tipo”.
“Da oggi – ha concluso Fedi – è aperto un ulteriore spazio di riflessione che ci vedrà protagonisti nella realizzazione di questa rete museale”.
A ribadire l’importanza della realizzazione del Museo nazionale delle Migrazioni è stato anche il senatore Claudio Micheloni, eletto nella ripartizione Europa, che ha ricordato, intervenendo ai lavori del pomeriggio, come uno degli obiettivi proposti al momento dell’insediamento del Comitato che si occupa delle questioni degli italiani all’estero del Senato, da lui presieduto, fosse “che l’emigrazione italiana diventi un elemento di studio ed insegnamento nelle scuole”.
“Riscontriamo infatti – ha chiarito Micheloni – una scarsa conoscenza da parte delle giovani generazioni di questo fenomeno che ha profondamente segnato il loro passato. Tutto ciò rende difficile nello stesso Parlamento la comunicazione di quelle che sono le necessità e le problematiche degli italiani all’estero”.
“C’è una frattura tra la prima generazione di emigrati e quelle successive – ha sottolineato –dovuta alla mancata trasmissione delle esperienze. I giovani sono i primi a voler conoscere la propria storia e a voler prendere consapevolezza delle loro radici”.
Micheloni ha ricordato inoltre “la difficile integrazione dovuta al progetto di provvisorietà dell’emigrazione che ha caratterizzato gli emigranti che dall’Italia si sono spostati all’interno dello spazio europeo. Dal momento che parliamo di un fenomeno così complesso – ha concluso – occorre mettere in campo una riflessione più seria sull’emigrazione, una riflessione che comprenda anche la trasformazione avvenuta nei paesi di partenza, le dinamiche economiche e che punti sul legame che milioni di italiani o persone di origine italiana intendono mantenere e alimentare con la cultura italiana”.
Ha concluso il convegno l’intervento di Franco Danieli, vice ministro degli Affari Esteri, il quale ha indicato i passi concreti in programma per la realizzazione del Museo.
“Questo convegno deve essere visto in qualche modo come un momento conclusivo – ha sottolineato Danieli. .– Ci è stato utile per fare una riflessione finale sull’idea che avevamo elaborato da qualche mese. Anche se c’è sempre uno scarto tra il momento dell’ideazione di un progetto e della sua concreta realizzazione, vorrei mettere l’accento sulla rapidità che deve accompagnare questa iniziativa. Considero quindi il tempo dell’analisi terminato. La fase che ora si apre è quella della realizzazione”.
Proprio in considerazione della rapidità della realizzazione Danieli ha sottolineato che “questo non è un museo che dovrà essere costruito, ma che sarà allestito in un spazio preesistente. Le risorse a disposizione sono 2 milioni 800 mila euro, a cui immagino si aggiungeranno di anno in anno contributi da parte dello Stato e contributi da parte di italiani all’estero che si sono già dichiarati disponibili a intervenire in modo considerevole. Il Museo delle Migrazioni considererà l’Italia come una stratificazione delle migrazioni del passato e di elementi che ancora permangono”.
“L’emigrazione di massa italiana si è conclusa 30 anni fa ed ora è arrivato il tempo di dare sistematicità e visibilità al fenomeno, grazie ad un luogo dove sia possibile raccogliere le testimonianze storiche di quello che è stato. La dimensione dei musei locali – ha ricordato il Vice Ministro – è legata alla natura di un fenomeno che così profondamente ha inciso sul territorio, ma è tuttavia necessaria una struttura centrale capace di contribuire alla scientificità dei singoli percorsi che vengono di volta in volta ricostruiti. E’ indispensabile superare la frammentarietà e creare delle reti per superare uno dei problemi più gravi che l’Italia ha: la mancanza di coordinamento. Solo così possiamo evitare di disperdere preziose risorse”.
(Viviana Pansa-Inform)
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