lunedì 11 febbraio 2008

"La virgola": prospettive per le prossime elezioni

Il collante, le idee e le coalizioni
La campagna elettorale dell’aprile 2006 vide l’Unione impegnata, in Italia e all’estero, nel compito difficile di sconfiggere la CdL di Berlusconi. Il collante ha retto fino all’insediamento delle Camere e poi, giorno dopo giorno, abbiamo assistito al deterioramento della coalizione di centro sinistra. Tutti hanno dato il loro contributo a questa opera di continuo logoramento. Certamente la caduta del Governo va addebitata, senza ombre e scrupoli, a Mastella, Dini, Fisichella, Turigliatto, nomi assunti alle cronache per aver, prima o dopo, in maniera seria e coerente con le proprie idee, come per Turigliatto, o in maniera poco trasparente o peggio, legata ad interessi di bottega, tradito il mandato elettorale ottenuto proprio grazie all’Unione. Ma gli attacchi, gli ostacoli, le dichiarazioni negative sulla legislatura sono arrivate da Bertinotti che a inizio d’anno ha decretato la “fine della legislatura” dal punto di vista politico, dai comunisti italiani che non hanno voluto la riforma elettorale, dallo stesso Partito Democratico che non ha fatto tutto ciò che avrebbe dovuto e potuto fare per evitare che le contraddizioni e tensioni che sarebbero emerse nel naturale corso degli eventi, con Veltroni impegnato a costruire un PD che ancora non esisteva, non intralciassero troppo la “quotidianità” del Governo Prodi, impegnato a tenere insieme una coalizione già eterogenea ed ancor più divisa sulla madre di tutte le riforme: quella elettorale. Legge elettorale che ha tenuto in vita partitini e singoli politici che per un’intera stagione non hanno fatto altro che ricattare il Governo Prodi e che oggi ripropongono soluzioni elettorali basate sullo stesso collante: l’antiberlusconismo.
Ma purtroppo per vincere non basta coerentemente correre da soli, come Partito Democratico, fare la conta delle tante sigle e siglette dell’armata della CdL e criticare l’armata brancaleone delle targhe e delle idee che si posizionerà sotto il comando di Forza Italia: dovremo dimostrare di avere un programma serio per l’Italia e per gli italiani all’estero, dovremo dimostrare di avere fatto una scelta che non trasferirà all’interno del Partito Democratico tutte le contraddizioni e tensioni che fino a ieri abbiamo condiviso con i nostri alleati, dovremo essere pronti a fare scelte coraggiose per un programma chiaro di governo. E dobbiamo parlare con tutte le forze di centro sinistra, che comunque ci sono vicine, prima di pensare ad un dialogo necessario, ma diverso, con le forze dell’opposizione di oggi. Queste le valutazioni che debbono portarci a fare una scelta seria nei prossimi giorni, nella individuazione dei candidati, nella preparazione delle liste e del programma. A Veltroni, come Italiani all’estero, dobbiamo chiedere un impegno in questa direzione.

Il tesoretto per i salari… o per Berlusconi?

Solo due battute a proposito di gestione finanziaria del Governo Prodi: i tecnici dei dicasteri economici hanno calcolato che tra tagli alle spese correnti e recupero da evasione fiscale il nuovo esecutivo potrebbe gestire un tesoretto pari a 10-12 miliardi che dovrebbe essere ridistribuito (così come dispone la Finanziaria) secondo un piano in tre capitoli: salari; lavori usuranti; rinnovo contratto statali. Non male dopo una prima finanziaria di tagli e sacrifici! Per gli italiani all’estero sono aumentati i capitoli di bilancio per la scuola, per la cultura, per la rete di tutela ed assistenza sanitaria, oltre alle detrazioni per carichi di famiglia e la detrazione ICI.

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