La discussione sulla legge finanziaria 2009 è stata affrontata in sede consultiva in Commissione Affari esteri della Camera dove abbiamo colto una prima, chiara, indicazione sulla volontà della maggioranza rispetto alle scelte operate dal Governo. La maggioranza sostiene i tagli a tutto il Ministero degli affari esteri ed in particolare a tre direzioni generali – che risultano fortemente penalizzate: la Direzione italiani all’estero e politiche migratorie, la Direzione per la promozione culturale e la Direzione per la cooperazione allo sviluppo.
In Commissione affari esteri il gruppo del Partito Democratico (PD) ha votato contro la manovra economica e contro le scelte del Governo presentando un proprio parere. “In quella sede” – sottolinea l’On. Marco Fedi – “ho dichiarato il mio appoggio alla proposta di relazione illustrata dal capogruppo PD Maran, sottolineando che nel corso del dibattito è stato dato nel complesso poco rilievo ai drastici tagli che sono stati apportati ai capitoli di spesa afferenti al tema degli italiani nel mondo. Ho segnalato il fatto che a fronte di una riduzione del 22% nei trasferimenti ai Ministeri ed alle Pubbliche amministrazioni, in alcuni settori, come gli Esteri, ed in alcune Direzioni generali come quelle citate, si assiste a riduzioni del 60%, quando va bene al 50% ed in alcuni casi all’azzeramento delle dotazioni”. “La Direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie è particolarmente colpita con tagli al capitolo n. 3153, relativo ai contributi degli enti gestori i corsi di lingua italiana nel mondo, che passa da 34 milioni di euro a 14 milioni e 500 mila euro, con una riduzione pari a 19 milioni e 626 mila euro. Il contributo per l'assistenza diretta ai connazionali indigenti, ovvero il capitolo n. 3121, passa da 28 milioni e 500 mila euro a 10 milioni e 777 mila euro, con una riduzione pari a 17 milioni e 722 mila euro. Il capitolo n. 3105 per l'assistenza indiretta passa da 2 milioni e 450 mila euro a 1 milione, con una riduzione di 1 milione e 274 mila euro. Il capitolo per le attività culturali, gestito dalla rete diplomatico-consolare, passa da 3 milioni e 450 mila euro a 996 mila euro, con una riduzione di 2 milioni e 454 mila euro. Analoghi drastici tagli vengono operati anche per quanto riguarda gli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero: il contributo per il CGIE passa da 2 milioni e 14 mila a 1 milione e 550 mila euro (-464 mila euro), mentre per i COMITES il contributo passa da 3 milioni e 74 mila a 2 milioni e 540 mila euro (-534 mila euro)”. “La gravità dei tagli è tale che rischia di compromettere la politica estera italiana”. “Il taglio apportato alla Direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie ammonta a 50 milioni di euro, mentre le dotazioni della Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale sono decurtate di 92 milioni di euro e quelle della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo subiscono un taglio complessivo di 479 milioni di euro”.
“In sede di discussione sulla legge di bilancio è stato presentato dall’On. Zacchera un ordine del giorno che propone il rinvio delle elezioni per il rinnovo dei Comites e del Cgie” – ha ricordato Fedi – passato con il voto contrario del gruppo PD – che sostiene alcune tesi molto “pericolose”. “Si parte dalla difficoltà di reperire risorse – ma questa analisi non tiene conto del fatto che esiste già una previsione di bilancio per il rinnovo di Comites e Cgie – per arrivare ad una ipotesi sul possibile utilizzo delle risorse da destinare ad altri capitoli. “Non vi è però da parte del Governo alcuna indicazione sul possibile recupero dello stanziamento complessivo di 7milioni di euro (6 per i Comites e 1 per il Cgie) che comunque rappresenterebbe davvero una goccia rispetto all’entità dei tagli. Non solo. Il Governo prospetta tagli anche nel 2010 e 2011: fino a quando il Governo intende prorogare i Comites se la logica per chiedere il rinvio è quella dei tagli? Se la logica fosse invece politica, da quando l’esercizio della democrazia è sotteso ai tagli? Che riforma dei Comites si vuole introdurre, visto che sono stati modificati dal Governo Berlusconi nel 2003 con corsia privilegiata, in sede deliberante, ed un ampio consenso parlamentare? Dov’è la proposta di cui discutere? “Abbiamo votato contro l’ordine del giorno poiché lo riteniamo errato nella forma poiché parte da una irreperibilità di fondi che invece è previsione di bilancio. Sostiene poi una tesi sul possibile utilizzo dello stanziamento che il Governo non conferma e l’ordine del giorno non indica poi un percorso politico – nei contenuti e nei tempi – per arrivare alla riforma” – ha ricordato l’On. Marco Fedi.
“Infine il capitolo 3123 – spese per le consultazioni elettorali e referendarie all’estero” – sul quale il sottosegretario Mantica aveva chiesto una nostra riflessione in sede di prima audizione del Comitato per gli italiani nel mondo. La decisione era già stata presa poiché nella tabella 6 del MAE questa voce – che comporta una previsione di 23milioni di euro – è stata soppressa. Ne consegue che non vi sarà la possibilità – in occasione del rinnovo del Parlamento europeo – di votare sui collegi italiani: comunque gli elettori potranno optare per il voto in loco verso i candidati europei della circoscrizione in cui risiedono, e vi sarebbe anche una logica politica in questa scelta, ma sarà preclusa ai cittadini italiani che vivono fuori dai confini nazionali la possibilità di votare per il referendum sulla legge elettorale ed eventualmente sul lodo Alfano. Con la contraddizione che gli iscritti AIRE sono elettori ma la impossibilità di esprimere un voto renderà più difficile raggiungere il quorum necessario affinché il referendum produca effetti. Forse Governo e maggioranza dovrebbero rispondere anche a questi dubbi” – ha concluso l’On. Marco Fedi.
In Commissione affari esteri il gruppo del Partito Democratico (PD) ha votato contro la manovra economica e contro le scelte del Governo presentando un proprio parere. “In quella sede” – sottolinea l’On. Marco Fedi – “ho dichiarato il mio appoggio alla proposta di relazione illustrata dal capogruppo PD Maran, sottolineando che nel corso del dibattito è stato dato nel complesso poco rilievo ai drastici tagli che sono stati apportati ai capitoli di spesa afferenti al tema degli italiani nel mondo. Ho segnalato il fatto che a fronte di una riduzione del 22% nei trasferimenti ai Ministeri ed alle Pubbliche amministrazioni, in alcuni settori, come gli Esteri, ed in alcune Direzioni generali come quelle citate, si assiste a riduzioni del 60%, quando va bene al 50% ed in alcuni casi all’azzeramento delle dotazioni”. “La Direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie è particolarmente colpita con tagli al capitolo n. 3153, relativo ai contributi degli enti gestori i corsi di lingua italiana nel mondo, che passa da 34 milioni di euro a 14 milioni e 500 mila euro, con una riduzione pari a 19 milioni e 626 mila euro. Il contributo per l'assistenza diretta ai connazionali indigenti, ovvero il capitolo n. 3121, passa da 28 milioni e 500 mila euro a 10 milioni e 777 mila euro, con una riduzione pari a 17 milioni e 722 mila euro. Il capitolo n. 3105 per l'assistenza indiretta passa da 2 milioni e 450 mila euro a 1 milione, con una riduzione di 1 milione e 274 mila euro. Il capitolo per le attività culturali, gestito dalla rete diplomatico-consolare, passa da 3 milioni e 450 mila euro a 996 mila euro, con una riduzione di 2 milioni e 454 mila euro. Analoghi drastici tagli vengono operati anche per quanto riguarda gli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero: il contributo per il CGIE passa da 2 milioni e 14 mila a 1 milione e 550 mila euro (-464 mila euro), mentre per i COMITES il contributo passa da 3 milioni e 74 mila a 2 milioni e 540 mila euro (-534 mila euro)”. “La gravità dei tagli è tale che rischia di compromettere la politica estera italiana”. “Il taglio apportato alla Direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie ammonta a 50 milioni di euro, mentre le dotazioni della Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale sono decurtate di 92 milioni di euro e quelle della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo subiscono un taglio complessivo di 479 milioni di euro”.
“In sede di discussione sulla legge di bilancio è stato presentato dall’On. Zacchera un ordine del giorno che propone il rinvio delle elezioni per il rinnovo dei Comites e del Cgie” – ha ricordato Fedi – passato con il voto contrario del gruppo PD – che sostiene alcune tesi molto “pericolose”. “Si parte dalla difficoltà di reperire risorse – ma questa analisi non tiene conto del fatto che esiste già una previsione di bilancio per il rinnovo di Comites e Cgie – per arrivare ad una ipotesi sul possibile utilizzo delle risorse da destinare ad altri capitoli. “Non vi è però da parte del Governo alcuna indicazione sul possibile recupero dello stanziamento complessivo di 7milioni di euro (6 per i Comites e 1 per il Cgie) che comunque rappresenterebbe davvero una goccia rispetto all’entità dei tagli. Non solo. Il Governo prospetta tagli anche nel 2010 e 2011: fino a quando il Governo intende prorogare i Comites se la logica per chiedere il rinvio è quella dei tagli? Se la logica fosse invece politica, da quando l’esercizio della democrazia è sotteso ai tagli? Che riforma dei Comites si vuole introdurre, visto che sono stati modificati dal Governo Berlusconi nel 2003 con corsia privilegiata, in sede deliberante, ed un ampio consenso parlamentare? Dov’è la proposta di cui discutere? “Abbiamo votato contro l’ordine del giorno poiché lo riteniamo errato nella forma poiché parte da una irreperibilità di fondi che invece è previsione di bilancio. Sostiene poi una tesi sul possibile utilizzo dello stanziamento che il Governo non conferma e l’ordine del giorno non indica poi un percorso politico – nei contenuti e nei tempi – per arrivare alla riforma” – ha ricordato l’On. Marco Fedi.
“Infine il capitolo 3123 – spese per le consultazioni elettorali e referendarie all’estero” – sul quale il sottosegretario Mantica aveva chiesto una nostra riflessione in sede di prima audizione del Comitato per gli italiani nel mondo. La decisione era già stata presa poiché nella tabella 6 del MAE questa voce – che comporta una previsione di 23milioni di euro – è stata soppressa. Ne consegue che non vi sarà la possibilità – in occasione del rinnovo del Parlamento europeo – di votare sui collegi italiani: comunque gli elettori potranno optare per il voto in loco verso i candidati europei della circoscrizione in cui risiedono, e vi sarebbe anche una logica politica in questa scelta, ma sarà preclusa ai cittadini italiani che vivono fuori dai confini nazionali la possibilità di votare per il referendum sulla legge elettorale ed eventualmente sul lodo Alfano. Con la contraddizione che gli iscritti AIRE sono elettori ma la impossibilità di esprimere un voto renderà più difficile raggiungere il quorum necessario affinché il referendum produca effetti. Forse Governo e maggioranza dovrebbero rispondere anche a questi dubbi” – ha concluso l’On. Marco Fedi.
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