“Abbiamo davanti a noi un impegno di ratifica di una convenzione internazionale di reciprocità sulle doppie imposizioni fiscali tra Italia e Bielorussia che ci consente una riflessione, opportuna e urgente, sui temi della doppia imposizione fiscale e della lotta all’evasione fiscale, oggetto - entrambi i temi - di attenzione da parte del Governo, che dovrà dare applicazione alle norme, e del Parlamento che è chiamato alla approvazione del disegno di legge di ratifica” – ha dichiarato l’On. Marco Fedi in discussione generale sulla ratifica della convenzione sulle imposizioni fiscali tra Italia e Bielorussia.
“Ho voluto ricordare l’aspetto della lotta all’evasione fiscale poiché viene spesso, giustamente, ricordata la ragione principale che induce gli Stati a stipulare accordi internazionali volti ad evitare le doppie imposizioni, cioè evitare una duplicazione di imposizione sugli stessi fenomeni economici e giuridici che, se non limitata, arrecherebbe un notevole aggravio a chi opera su un piano transnazionale”. “È altrettanto evidente che l’applicazione pratica delle norme dovrà comportare la verifica della condizione di “soggetto d’imposta” e quindi il riscontro da parte degli enti fiscali dei due Paesi contraenti” – ha continuato Fedi.
“Riteniamo che in questa seconda fase l’Italia – ma non solo il nostro Paese – sia in forte ritardo per quanto concerne lo scambio di informazioni”. “Un secondo elemento di valutazione riguarda la giusta attenzione ai Paesi emergenti, dal punto di vista economico, e la necessità che l’Italia – giustamente - orienti le priorità in una molteplicità di direzioni”. “In questo contesto, non è certamente credibile un Paese che tarda a portare a definitivo compimento la ratifica di importanti convenzioni bilaterali – o la loro revisione – come per il Canada, convenzione contro le doppie imposizioni fiscali ratificata dal parlamento canadese il 12 dicembre 2002, e sulla quale il Governo sta accumulando un notevole, imbarazzante, ritardo”. “Oppure il caso della Convenzione di sicurezza sociale con il Cile, in attesa di ratifica, nonostante la firma risalga al 1998 e sia stato già ratificato dal Parlamento cileno”. “Credo opportuno ricordare” – ha continuato l’On. Marco Fedi – “un secondo imbarazzante ritardo: nell’applicare sempre le norme internazionali che approviamo, nel garantire che tutte le amministrazioni dello Stato, esteri inclusi, applichino le norme delle Convenzioni che il nostro Paese ratifica!” “Rilevo questo aspetto poiché in materia di imposizione fiscale, sia per quanto attiene i redditi prodotti all’estero che per quanto concerne i redditi prodotti da persone residenti all’estero, esistono – come ad esempio per il personale della nostra rete consolare di Stati Uniti e Canada – cattive interpretazioni e cattivi esempi”. “Da rettificare con urgenza!”
“Infine – non certo ultima in ordine di importanza – la questione del rispetto dei diritti umani e della necessità – sentita in modo particolare nell’iter di accordi internazionale ma che dovrebbe costituire sempre motivo di riflessione – di una valutazione complessiva degli interessi nazionali ed internazionali”. “Interessi che non possono mai prescindere – in un’autentica comunità internazionale – dal pieno rispetto dei diritti umani”. “In Commissione affari esteri, un ampio dibattito su questi temi, ci ha comunque portato ad esprimere un orientamento favorevole nei confronti del provvedimento di ratifica in esame”. “Occorre superare ogni tendenza alla sottovalutazione degli elementi legati al rispetto dei diritti umani ed occorre farlo, con coerenza, in tutte le sedi multilaterali, a partire dall’Unione europea – ha concluso l’On. Marco Fedi.
“Ho voluto ricordare l’aspetto della lotta all’evasione fiscale poiché viene spesso, giustamente, ricordata la ragione principale che induce gli Stati a stipulare accordi internazionali volti ad evitare le doppie imposizioni, cioè evitare una duplicazione di imposizione sugli stessi fenomeni economici e giuridici che, se non limitata, arrecherebbe un notevole aggravio a chi opera su un piano transnazionale”. “È altrettanto evidente che l’applicazione pratica delle norme dovrà comportare la verifica della condizione di “soggetto d’imposta” e quindi il riscontro da parte degli enti fiscali dei due Paesi contraenti” – ha continuato Fedi.
“Riteniamo che in questa seconda fase l’Italia – ma non solo il nostro Paese – sia in forte ritardo per quanto concerne lo scambio di informazioni”. “Un secondo elemento di valutazione riguarda la giusta attenzione ai Paesi emergenti, dal punto di vista economico, e la necessità che l’Italia – giustamente - orienti le priorità in una molteplicità di direzioni”. “In questo contesto, non è certamente credibile un Paese che tarda a portare a definitivo compimento la ratifica di importanti convenzioni bilaterali – o la loro revisione – come per il Canada, convenzione contro le doppie imposizioni fiscali ratificata dal parlamento canadese il 12 dicembre 2002, e sulla quale il Governo sta accumulando un notevole, imbarazzante, ritardo”. “Oppure il caso della Convenzione di sicurezza sociale con il Cile, in attesa di ratifica, nonostante la firma risalga al 1998 e sia stato già ratificato dal Parlamento cileno”. “Credo opportuno ricordare” – ha continuato l’On. Marco Fedi – “un secondo imbarazzante ritardo: nell’applicare sempre le norme internazionali che approviamo, nel garantire che tutte le amministrazioni dello Stato, esteri inclusi, applichino le norme delle Convenzioni che il nostro Paese ratifica!” “Rilevo questo aspetto poiché in materia di imposizione fiscale, sia per quanto attiene i redditi prodotti all’estero che per quanto concerne i redditi prodotti da persone residenti all’estero, esistono – come ad esempio per il personale della nostra rete consolare di Stati Uniti e Canada – cattive interpretazioni e cattivi esempi”. “Da rettificare con urgenza!”
“Infine – non certo ultima in ordine di importanza – la questione del rispetto dei diritti umani e della necessità – sentita in modo particolare nell’iter di accordi internazionale ma che dovrebbe costituire sempre motivo di riflessione – di una valutazione complessiva degli interessi nazionali ed internazionali”. “Interessi che non possono mai prescindere – in un’autentica comunità internazionale – dal pieno rispetto dei diritti umani”. “In Commissione affari esteri, un ampio dibattito su questi temi, ci ha comunque portato ad esprimere un orientamento favorevole nei confronti del provvedimento di ratifica in esame”. “Occorre superare ogni tendenza alla sottovalutazione degli elementi legati al rispetto dei diritti umani ed occorre farlo, con coerenza, in tutte le sedi multilaterali, a partire dall’Unione europea – ha concluso l’On. Marco Fedi.
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