Sostiene la linea del rigore, ma ci tiene a mantenere l’autonomia delle Camere. È il deputato Pd Marco Fedi, che commenta: “È un momento difficile per tutti, nel quale occorre dimostrare senso di responsabilità e, per questa ragione, credo sia giusto lavorare a un progetto di riforma complessiva dei trattamenti economici. La Camera e il Senato si sono impegnati a farlo in tempi brevi, ma sempre rispettando il principio di indipendenza sulle questioni di bilancio. Occorre che ci sia coerenza tra il nostro compito e le risorse che ci vengono fornite e un analogo discorso deve essere applicato ai diplomatici”.
“Occorre pensare a una riforma – aggiunge Fedi - ma senza la spinta dell’antipolitica e dell’antidiplomazia, l’intenzione della nostra proposta è proprio partire dalla media degli stipendi europei dei diplomatici, come con i parlamentari. È questo l’atteggiamento più costruttivo, anche se penso che sarebbe stato più giusto lavorare sulle aliquote Irpef di tutti. Da lì non si scappa, l’Irpef colpisce anche i parlamentari, i grandi manager e i diplomatici”. “In questo modo – conclude Fedi – avremmo colpito tutti i redditi alti anziché colpire singole categorie, sarebbe stata una scelta d’emergenza sostenuta e sostenibile, migliore di questo continuo puntare il dito sui parlamentari”.
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