sabato 24 marzo 2012
mercoledì 21 marzo 2012
FINANZIAMENO AI COMITES: FEDI (PD) INTERROGA TERZI
ROMA\ aise\ - "Assicurare un aumento delle dotazioni di bilancio per l'attività ordinaria dei Comitati" e " assicurare il rinnovo dei Comitati alla scadenza prevista". È quanto richiesto dall’onorevole Marco Fedi (Pd) nell’interrogazione presentata al Ministro degli Esteri Terzi.
"I tagli di spesa ai capitoli della direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie del Ministero degli affari esteri – ricorda Fedi in premessa – hanno comportato una riduzione complessiva delle risorse pari al 78 per cento; il capitolo 3103 in particolare, che finanzia i Comitati degli italiani all'estero (Com.It.Es.), è passato da una dotazione di euro 3.300.995,00 nel 2008 ad una dotazione di euro 356.356,00 nel 2012; alcuni Comitati hanno evidenziato le gravissime difficoltà nel continuare l'attività ordinaria di rappresentanza delle locali comunità, in conseguenza della mancanza di risorse per poter effettuare il pagamento dell'affitto per la sede e dei compensi per il personale di segreteria".
"I Comitati degli italiani all'estero – sottolinea il parlamentare – sono strumenti di partecipazione democratica degli italiani che vivono nel mondo e costituiscono momento di rappresentanza delle locali istanze delle comunità italiane nel mondo; i Comitati rappresentano una autentica risorsa, una diffusa rete di volontariato al servizio del Paese".
Ricordato che "entro il 31 dicembre 2012 devono essere indette le consultazioni elettorali per il rinnovo degli organismi di rappresentanza, Comites e Cgie", Fedi chiede di sapere "quali urgentissime iniziative si intendano intraprendere per assicurare un aumento delle dotazioni di bilancio per l'attività ordinaria dei Comitati, intervenendo anche sui criteri di finanziamento, al fine di garantire a tutti i Comitati un livello adeguato di finanziamento sia per l'affitto dei locali che per i compensi del personale di segreteria" e "quali immediate iniziative si intendano assumere per assicurare il rinnovo dei Comitati alla scadenza prevista". (aise)
"I tagli di spesa ai capitoli della direzione generale italiani all'estero e politiche migratorie del Ministero degli affari esteri – ricorda Fedi in premessa – hanno comportato una riduzione complessiva delle risorse pari al 78 per cento; il capitolo 3103 in particolare, che finanzia i Comitati degli italiani all'estero (Com.It.Es.), è passato da una dotazione di euro 3.300.995,00 nel 2008 ad una dotazione di euro 356.356,00 nel 2012; alcuni Comitati hanno evidenziato le gravissime difficoltà nel continuare l'attività ordinaria di rappresentanza delle locali comunità, in conseguenza della mancanza di risorse per poter effettuare il pagamento dell'affitto per la sede e dei compensi per il personale di segreteria".
"I Comitati degli italiani all'estero – sottolinea il parlamentare – sono strumenti di partecipazione democratica degli italiani che vivono nel mondo e costituiscono momento di rappresentanza delle locali istanze delle comunità italiane nel mondo; i Comitati rappresentano una autentica risorsa, una diffusa rete di volontariato al servizio del Paese".
Ricordato che "entro il 31 dicembre 2012 devono essere indette le consultazioni elettorali per il rinnovo degli organismi di rappresentanza, Comites e Cgie", Fedi chiede di sapere "quali urgentissime iniziative si intendano intraprendere per assicurare un aumento delle dotazioni di bilancio per l'attività ordinaria dei Comitati, intervenendo anche sui criteri di finanziamento, al fine di garantire a tutti i Comitati un livello adeguato di finanziamento sia per l'affitto dei locali che per i compensi del personale di segreteria" e "quali immediate iniziative si intendano assumere per assicurare il rinnovo dei Comitati alla scadenza prevista". (aise)
sabato 17 marzo 2012
Più partecipazione, più rappresentanza, più sindacato
La definitiva approvazione della legge sulle prerogative sindacali del personale a contratto locale del Ministero degli affari esteri rafforzerà la democrazia nella rappresentanza sindacale, avvicinerà le molte categorie contrattuali nella elaborazione di una piattaforma unitaria di rivendicazioni, che tenga conto di tutte le realtà, e migliorerà le condizioni generali di lavoro ed impiego di lavoratrici e lavoratori impegnati ogni giorno al servizio delle nostre comunità. Si tratta di un provvedimento che prevede la possibilità dell’elettorato attivo e passivo per il personale a contratto locale della rete diplomatico-consolare e degli Istituti italiani di cultura. Non bisogna sminuirne il valore o il significato ma neanche pensare che rappresenti la soluzione di tutti i problemi. Innanzitutto perchè si tratta unicamente di rappresentanza sindacale. Non si tratta di esportare diritti, come sostenuto da un ex sottosegretario, anche se non sarebbe male esportare diritti oltre che tagli e pessime pratiche amministrative.
Credo si possa iniziare ora un percorso unitario, davvero in tutti i sensi, con tutte le sigle sindacali del MAE, per costruire un percorso di revisione di pratiche e decisioni amministrative che negli anni hanno penalizzato servizi e lavoratori. Abbiamo coerentemente contrastato le scelte dei Governi sulle chiusure dei Consolati e sulla riduzione di organici e dotazioni di spesa, pensiamo coerentemente che nei nostri Consolati si debba raggiungere il giusto equilibrio tra diplomatici, personale di ruolo e a contratto, che tutta la materia contrattuale andrebbe armonizzata per evitare la creazione di sacche di privilegio e di sfruttamento e che lo Stato italiano, anche all’estero, deve assicurare analoghi diritti e doveri a lavoratori e lavoratrici e che non può trincerarsi dietro l’immunità anche su temi come quelli della regolamentazione del rapporto di lavoro o del licenziamento senza giusta causa. Dare voce a queste persone è coerente con la nostra storia di emigrazione e con la migliore tradizione di tutela dei lavoratori. Tutto ciò è chiedere più lavoro, più giustizia, più partecipazione, quindi più sindacato.
L’iter alla Camera dei Deputati aveva visto un lavoro unitario tra tutte le forze politiche ed i gruppi parlamentari, con il parere favorevole del Governo. Il PDL al Senato ha assunto una posizione diversa. A mio giudizio sbagliata.
Sbagliata nel merito, poichè non è stato esteso o esportato alcun diritto, quindi il tema della cittadinanza o della residenza dei singoli lavoratori interessati è del tutto irrilevante. È stata semplicemente rafforzata la libertà sindacale, così come sancita dall’art. 39 della Costituzione, “nelle forme di autotutela esclusiva attribuite ai sindacati come momento collettivo rispetto all’esercizio individuale delle libertà fondamentali”.
Sbagliata nella strategia, poichè non si è verificata alcuna spaccatura o divisione tra le forze politiche che invece hanno inteso ribadire, anche con il voto del Senato della Repubblica, le tesi qualificanti del provvedimento, approvato dalla Camera dei Deputati nell’ottobre del 2009. Desidero ringraziare comunque anche il PDL per averci annunciato, sempre dalle parole di un ex sottosegretario, di privilegiare il “raddoppio” del personale a contratto. Ecco, dopo la conclusione dell’esame della spesa (spending review), ancora in corso, sarebbe utile un confronto su questi temi per evitare il gioco del “lascio o raddoppio”, poco indicato in politica, ma soprattutto per evitare gli errori del passato che hanno contribuito al panorama odierno, ricco di formule contrattuali, di soluzioni intermedie, tipo il lavoro interinale, e povero di certezze, tutele e diritti.
Credo si possa iniziare ora un percorso unitario, davvero in tutti i sensi, con tutte le sigle sindacali del MAE, per costruire un percorso di revisione di pratiche e decisioni amministrative che negli anni hanno penalizzato servizi e lavoratori. Abbiamo coerentemente contrastato le scelte dei Governi sulle chiusure dei Consolati e sulla riduzione di organici e dotazioni di spesa, pensiamo coerentemente che nei nostri Consolati si debba raggiungere il giusto equilibrio tra diplomatici, personale di ruolo e a contratto, che tutta la materia contrattuale andrebbe armonizzata per evitare la creazione di sacche di privilegio e di sfruttamento e che lo Stato italiano, anche all’estero, deve assicurare analoghi diritti e doveri a lavoratori e lavoratrici e che non può trincerarsi dietro l’immunità anche su temi come quelli della regolamentazione del rapporto di lavoro o del licenziamento senza giusta causa. Dare voce a queste persone è coerente con la nostra storia di emigrazione e con la migliore tradizione di tutela dei lavoratori. Tutto ciò è chiedere più lavoro, più giustizia, più partecipazione, quindi più sindacato.
L’iter alla Camera dei Deputati aveva visto un lavoro unitario tra tutte le forze politiche ed i gruppi parlamentari, con il parere favorevole del Governo. Il PDL al Senato ha assunto una posizione diversa. A mio giudizio sbagliata.
Sbagliata nel merito, poichè non è stato esteso o esportato alcun diritto, quindi il tema della cittadinanza o della residenza dei singoli lavoratori interessati è del tutto irrilevante. È stata semplicemente rafforzata la libertà sindacale, così come sancita dall’art. 39 della Costituzione, “nelle forme di autotutela esclusiva attribuite ai sindacati come momento collettivo rispetto all’esercizio individuale delle libertà fondamentali”.
Sbagliata nella strategia, poichè non si è verificata alcuna spaccatura o divisione tra le forze politiche che invece hanno inteso ribadire, anche con il voto del Senato della Repubblica, le tesi qualificanti del provvedimento, approvato dalla Camera dei Deputati nell’ottobre del 2009. Desidero ringraziare comunque anche il PDL per averci annunciato, sempre dalle parole di un ex sottosegretario, di privilegiare il “raddoppio” del personale a contratto. Ecco, dopo la conclusione dell’esame della spesa (spending review), ancora in corso, sarebbe utile un confronto su questi temi per evitare il gioco del “lascio o raddoppio”, poco indicato in politica, ma soprattutto per evitare gli errori del passato che hanno contribuito al panorama odierno, ricco di formule contrattuali, di soluzioni intermedie, tipo il lavoro interinale, e povero di certezze, tutele e diritti.
FEDI (PD): Migliorare il sistema dei pagamenti delle pensioni INPS all’estero
Nelle domande che vi pongo, cari Ministri, anche le indicazioni su cosa fare!
Dobbiamo ricordare che i problemi verificatisi in questi mesi con i pagamenti delle pensioni INPS, insieme ai ritardi ed inefficienze per la verifica di esistenza in vita, erano stati da noi ampiamente previsti ed annunciati – sottolinea l’On. Marco Fedi che ha, su questi temi, presentato una interrogazione a risposta scritta ai Ministri Monti, Terzi e Fornero.
Una interrogazione a risposta scritta affinchè i solerti funzionari degli uffici ministeriali prendano atto una volta per tutte anche delle soluzioni, tutte indicate puntualmente nelle domande ma in attesa di una definitiva presa d’atto da parte del Governo.
Garantire, ad esempio, che nel passaggio di consegne da un istituto di credito all'altro, e nelle more contrattuali, non si determinino situazioni analoghe a quella odierna, con due verifiche di esistenza in vita a distanza di pochi mesi, un notevole carteggio inviato ai pensionati, una grande confusione sulle responsabilità dei vari enti, con potenziale perdita di dati, lungaggini burocratiche aggiuntive e penalizzazioni a carico dei pensionati. Garantire, ad esempio, che esista una chiarezza di fondo, per ciascuna delle aree geografiche e per ciascun Paese, sui soggetti abilitati ed autorizzati alla certificazione dell'esistenza in vita, tenendo anche conto delle chiusure di consolati e della sostanziale assenza dello Stato italiano in alcune realtà.
Ma ancora oggi, nonostante le proteste del passato da parte dei pensionati, abbiamo un serio problema di trasparenza nelle informazioni sui pagamenti effettuati da Citibank – ricorda Fedi – in relazione al valore del cambio ed agli importi in euro e valuta locale, oltre che alle eventuali commissioni bancarie a carico dei pensionati.
Ritengo indispensabile, al fine di evitare situazioni di grave disagio e rischio ai connazionali nel mondo, che l’INPS svolga direttamente come Istituto previdenziale, la verifica di esistenza in vita separando tale iniziativa dall’effettivo pagamento delle pensioni. Ritengo che questo compito debba essere svolto adottando moderni ed efficienti meccanismi di verifica dell'esistenza in vita che tengano conto delle esigenze degli utenti, prevedendo la possibilità di trasmettere elettronicamente l'esistenza in vita all'istituto previdenziale - attraverso terminale consolare oppure a mezzo posta elettronica certificata - per evitare o ridurre i casi di impropria sospensione della pensione o di pagamento differenziato dal normale accredito bancario. Ritengo prioritario fissare norme sulla verifica dell’esistenza in vita nella stipula di convenzioni bilaterali e nelle norme sullo scambio di informazioni con i Paesi con i quali sono già in vigore convenzioni bilaterali di sicurezza sociale e/o fiscali. Non è pensabile che l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale non ottemperi ai pagamenti di pensione nei confronti di pensionati per i quali la pensione italiana è l'unica fonte di reddito.
FEDI, BUCCHINO, GIANNI FARINA, GARAVINI, NARDUCCI e PORTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:la verifica di esistenza in vita è una necessaria operazione di controllo che gli istituti previdenziali, tra cui l'INPS, debbono portare avanti con assoluta precisione e tempestività;la verifica dovrebbe avvenire automaticamente attraverso lo scambio di informazioni con gli enti previdenziali e fiscali, nonché gli istituti di credito preposti al pagamento delle pensioni medesime e ogni altra banca dati collegata agli istituti previdenziali o alla quale i medesimi possono accedere;la verifica dell'esistenza in vita per i residenti all'estero avviene esclusivamente attraverso l'invio cartaceo di una dichiarazione che deve essere compilata, firmata, autenticata e rispedita all'istituto di credito;l'istituto centrale delle banche popolari italiane ha svolto a novembre 2011, prima della conclusione del contratto per il pagamento delle pensioni INPS all'estero, una verifica di esistenza in vita;dal 1o febbraio 2012, il servizio del pagamento delle pensioni INPS per beneficiari residenti all'estero è svolto da Citibank NA, con sede legale a New York e con sede secondaria a Milano, via mercanti 12;in vista dell'avvio del servizio, è stata spedita una comunicazione personalizzata di presentazione ai pensionati contenente una lettera di introduzione, un opuscolo con le domande frequenti, la richiesta di certificazione di esistenza in vita ed il modulo di dichiarazione di intestazione congiunta del conto corrente;particolare spazio è stato dedicato all'attestazione dell'esistenza in vita, alle modalità da seguire per contattare Citibank ed al servizio di assistenza che sarà assicurato nel periodo precedente l'avvio del servizio;l'accertamento dell'esistenza in vita, avviato con l'invio del pacchetto introduttivo ai pensionati, è basato sulla richiesta di compilare e restituire a Citibank un'attestazione di esistenza in vita avallata da un «testimone accettabile», e che per «testimone accettabile» si intende un rappresentante di un'ambasciata o consolato italiano o un'autorità locale abilitata ad avallare la sottoscrizione dell'attestazione di esistenza in vita;in alcune realtà geografiche, a partire dalla mensilità di dicembre 2011, sono stati riscontrati problemi gravissimi ed ingiustificati ritardi nel pagamento delle pensioni INPS, con un numero abnorme di pensioni per le quali la sospensione di fatto delle mensilità arriva fino a tre mesi e coinvolge quindi entrambi gli istituti di credito, ICBPI e Citibank;tale situazione pone a serio rischio molti connazionali che fanno unico affidamento sul reddito derivante da pensione italiana e segnalazioni in tal senso sono pervenute da pensionati, patronati e Comitati degli italiani all'estero;il servizio di pagamento delle pensioni è carente sotto il profilo della trasparenza delle informazioni poiché non viene riportato, sui singoli pagamenti, l'importo della mensilità in euro, il corrispettivo in valuta locale o il valore di cambio -:se non si ritenga opportuno prevedere sempre, nella stipula di convenzioni bilaterali, un'apposita clausola sullo scambio di informazioni limitatamente alla verifica di esistenza in vita;
se non si ritenga comunque opportuno procedere alla stipula di accordi sullo scambio di informazioni e sulla verifica dell'esistenza in vita con i Paesi con i quali sono in vigore convenzioni bilaterali di sicurezza sociale e/o fiscali;se non si ritenga analogamente indispensabile adottare moderni ed efficienti meccanismi di verifica dell'esistenza in vita che tengano conto delle esigenze degli utenti, prevedendo la possibilità di trasmettere elettronicamente l'esistenza in vita all'istituto previdenziale - attraverso terminale consolare oppure a mezzo posta elettronica certificata - per evitare o ridurre i casi di impropria sospensione della pensione o di pagamento differenziato dal normale accredito bancario;quali urgenti iniziative si intendano intraprendere per assicurare che l'istituto nazionale della previdenza sociale ottemperi ai pagamenti di pensione e garantisca quindi l'unica fonte di reddito di molti pensionati italiani nel mondo;quali immediate iniziative si intendano assumere per chiarire in relazione a ciascuna delle aree geografiche, e per ciascun Paese, i soggetti abilitati ed autorizzati alla certificazione dell'esistenza in vita, tenendo anche conto delle chiusure di consolati e della sostanziale assenza dello Stato italiano in alcune realtà;quali altre immediate iniziative si intendano adottare per garantire che nel passaggio di consegne da un istituto di credito all'altro, e nelle more contrattuali, non si determinino situazioni analoghe a quella odierna, con due verifiche di esistenza in vita a distanza di pochi mesi, un notevole carteggio inviato ai pensionati, una grande confusione sulle responsabilità dei vari enti, con potenziale perdita di dati, lungaggini burocratiche aggiuntive e penalizzazioni a carico dei pensionati;quali immediate iniziative si intendano adottare per garantire la trasparenza delle informazioni sui pagamenti in relazione al valore del cambio ed agli importi in euro e valuta locale, oltre che alle eventuali commissioni bancarie a carico dei pensionati;se non si ritenga indispensabile, infine, al fine di evitare situazioni di grave disagio e rischio ai connazionali nel mondo, svolgere direttamente come Istituto previdenziale la verifica di esistenza in vita separando tale iniziativa dall'effettivo pagamento delle pensioni.(4-15334)
Dobbiamo ricordare che i problemi verificatisi in questi mesi con i pagamenti delle pensioni INPS, insieme ai ritardi ed inefficienze per la verifica di esistenza in vita, erano stati da noi ampiamente previsti ed annunciati – sottolinea l’On. Marco Fedi che ha, su questi temi, presentato una interrogazione a risposta scritta ai Ministri Monti, Terzi e Fornero.
Una interrogazione a risposta scritta affinchè i solerti funzionari degli uffici ministeriali prendano atto una volta per tutte anche delle soluzioni, tutte indicate puntualmente nelle domande ma in attesa di una definitiva presa d’atto da parte del Governo.
Garantire, ad esempio, che nel passaggio di consegne da un istituto di credito all'altro, e nelle more contrattuali, non si determinino situazioni analoghe a quella odierna, con due verifiche di esistenza in vita a distanza di pochi mesi, un notevole carteggio inviato ai pensionati, una grande confusione sulle responsabilità dei vari enti, con potenziale perdita di dati, lungaggini burocratiche aggiuntive e penalizzazioni a carico dei pensionati. Garantire, ad esempio, che esista una chiarezza di fondo, per ciascuna delle aree geografiche e per ciascun Paese, sui soggetti abilitati ed autorizzati alla certificazione dell'esistenza in vita, tenendo anche conto delle chiusure di consolati e della sostanziale assenza dello Stato italiano in alcune realtà.
Ma ancora oggi, nonostante le proteste del passato da parte dei pensionati, abbiamo un serio problema di trasparenza nelle informazioni sui pagamenti effettuati da Citibank – ricorda Fedi – in relazione al valore del cambio ed agli importi in euro e valuta locale, oltre che alle eventuali commissioni bancarie a carico dei pensionati.
Ritengo indispensabile, al fine di evitare situazioni di grave disagio e rischio ai connazionali nel mondo, che l’INPS svolga direttamente come Istituto previdenziale, la verifica di esistenza in vita separando tale iniziativa dall’effettivo pagamento delle pensioni. Ritengo che questo compito debba essere svolto adottando moderni ed efficienti meccanismi di verifica dell'esistenza in vita che tengano conto delle esigenze degli utenti, prevedendo la possibilità di trasmettere elettronicamente l'esistenza in vita all'istituto previdenziale - attraverso terminale consolare oppure a mezzo posta elettronica certificata - per evitare o ridurre i casi di impropria sospensione della pensione o di pagamento differenziato dal normale accredito bancario. Ritengo prioritario fissare norme sulla verifica dell’esistenza in vita nella stipula di convenzioni bilaterali e nelle norme sullo scambio di informazioni con i Paesi con i quali sono già in vigore convenzioni bilaterali di sicurezza sociale e/o fiscali. Non è pensabile che l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale non ottemperi ai pagamenti di pensione nei confronti di pensionati per i quali la pensione italiana è l'unica fonte di reddito.
FEDI, BUCCHINO, GIANNI FARINA, GARAVINI, NARDUCCI e PORTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:la verifica di esistenza in vita è una necessaria operazione di controllo che gli istituti previdenziali, tra cui l'INPS, debbono portare avanti con assoluta precisione e tempestività;la verifica dovrebbe avvenire automaticamente attraverso lo scambio di informazioni con gli enti previdenziali e fiscali, nonché gli istituti di credito preposti al pagamento delle pensioni medesime e ogni altra banca dati collegata agli istituti previdenziali o alla quale i medesimi possono accedere;la verifica dell'esistenza in vita per i residenti all'estero avviene esclusivamente attraverso l'invio cartaceo di una dichiarazione che deve essere compilata, firmata, autenticata e rispedita all'istituto di credito;l'istituto centrale delle banche popolari italiane ha svolto a novembre 2011, prima della conclusione del contratto per il pagamento delle pensioni INPS all'estero, una verifica di esistenza in vita;dal 1o febbraio 2012, il servizio del pagamento delle pensioni INPS per beneficiari residenti all'estero è svolto da Citibank NA, con sede legale a New York e con sede secondaria a Milano, via mercanti 12;in vista dell'avvio del servizio, è stata spedita una comunicazione personalizzata di presentazione ai pensionati contenente una lettera di introduzione, un opuscolo con le domande frequenti, la richiesta di certificazione di esistenza in vita ed il modulo di dichiarazione di intestazione congiunta del conto corrente;particolare spazio è stato dedicato all'attestazione dell'esistenza in vita, alle modalità da seguire per contattare Citibank ed al servizio di assistenza che sarà assicurato nel periodo precedente l'avvio del servizio;l'accertamento dell'esistenza in vita, avviato con l'invio del pacchetto introduttivo ai pensionati, è basato sulla richiesta di compilare e restituire a Citibank un'attestazione di esistenza in vita avallata da un «testimone accettabile», e che per «testimone accettabile» si intende un rappresentante di un'ambasciata o consolato italiano o un'autorità locale abilitata ad avallare la sottoscrizione dell'attestazione di esistenza in vita;in alcune realtà geografiche, a partire dalla mensilità di dicembre 2011, sono stati riscontrati problemi gravissimi ed ingiustificati ritardi nel pagamento delle pensioni INPS, con un numero abnorme di pensioni per le quali la sospensione di fatto delle mensilità arriva fino a tre mesi e coinvolge quindi entrambi gli istituti di credito, ICBPI e Citibank;tale situazione pone a serio rischio molti connazionali che fanno unico affidamento sul reddito derivante da pensione italiana e segnalazioni in tal senso sono pervenute da pensionati, patronati e Comitati degli italiani all'estero;il servizio di pagamento delle pensioni è carente sotto il profilo della trasparenza delle informazioni poiché non viene riportato, sui singoli pagamenti, l'importo della mensilità in euro, il corrispettivo in valuta locale o il valore di cambio -:se non si ritenga opportuno prevedere sempre, nella stipula di convenzioni bilaterali, un'apposita clausola sullo scambio di informazioni limitatamente alla verifica di esistenza in vita;
se non si ritenga comunque opportuno procedere alla stipula di accordi sullo scambio di informazioni e sulla verifica dell'esistenza in vita con i Paesi con i quali sono in vigore convenzioni bilaterali di sicurezza sociale e/o fiscali;se non si ritenga analogamente indispensabile adottare moderni ed efficienti meccanismi di verifica dell'esistenza in vita che tengano conto delle esigenze degli utenti, prevedendo la possibilità di trasmettere elettronicamente l'esistenza in vita all'istituto previdenziale - attraverso terminale consolare oppure a mezzo posta elettronica certificata - per evitare o ridurre i casi di impropria sospensione della pensione o di pagamento differenziato dal normale accredito bancario;quali urgenti iniziative si intendano intraprendere per assicurare che l'istituto nazionale della previdenza sociale ottemperi ai pagamenti di pensione e garantisca quindi l'unica fonte di reddito di molti pensionati italiani nel mondo;quali immediate iniziative si intendano assumere per chiarire in relazione a ciascuna delle aree geografiche, e per ciascun Paese, i soggetti abilitati ed autorizzati alla certificazione dell'esistenza in vita, tenendo anche conto delle chiusure di consolati e della sostanziale assenza dello Stato italiano in alcune realtà;quali altre immediate iniziative si intendano adottare per garantire che nel passaggio di consegne da un istituto di credito all'altro, e nelle more contrattuali, non si determinino situazioni analoghe a quella odierna, con due verifiche di esistenza in vita a distanza di pochi mesi, un notevole carteggio inviato ai pensionati, una grande confusione sulle responsabilità dei vari enti, con potenziale perdita di dati, lungaggini burocratiche aggiuntive e penalizzazioni a carico dei pensionati;quali immediate iniziative si intendano adottare per garantire la trasparenza delle informazioni sui pagamenti in relazione al valore del cambio ed agli importi in euro e valuta locale, oltre che alle eventuali commissioni bancarie a carico dei pensionati;se non si ritenga indispensabile, infine, al fine di evitare situazioni di grave disagio e rischio ai connazionali nel mondo, svolgere direttamente come Istituto previdenziale la verifica di esistenza in vita separando tale iniziativa dall'effettivo pagamento delle pensioni.(4-15334)
Fedi: “Il successo per la tutela sindacale dei lavoratori a contratto ci deve spingere ad andare oltre in questa legislatura”
Dichiarazione del presentatore del disegno di legge sulle prerogative dei contrattisti approvato dai due rami del Parlamento
“Il disegno di legge sui diritti sindacali del personale assunto a contratto di diritto locale dalle strutture consolari e dagli istituti di cultura è stato approvato da Senato nello stesso testo varato dalla Camera, e quindi è legge dello Stato.
La soddisfazione che sento di esprimere in questo momento va ben oltre il fatto di avere presentato il disegno di legge come primo firmatario, ormai tre anni fa. E’ importante, soprattutto, che sia caduta un’odiosa discriminazione rispetto a lavoratori che hanno dato in passato e danno oggi un grande contributo al funzionamento e alla credibilità della nostra amministrazione all’estero, soprattutto in un momento di grave difficoltà come quello che viviamo. Ed è ancora più importante che sia stato riconosciuto il principio che tutti i lavoratori sono uguali quando si tratta di prerogative sindacali e che tutti hanno diritto ad essere rappresentati e tutelati”.
L’affermazione è dell’on. Marco Fedi, presentatore assieme ad altri parlamentari del disegno di legge che modifica il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli Esteri.
“Questa legislatura, finora contrassegnata da misure di segno negativo in quasi tutti i settori di intervento per gli italiani all’estero – ha continuato l’on. Fedi – finalmente conosce un provvedimento che attribuisce diritti e allarga gli spazi di tutela sindacale. Voglio interpretare questo passaggio come un segnale di una diversa tendenza, che è possibile fare ulteriormente maturare pur nel breve tempo che resta fino alla scadenza politico-parlamentare.
Non tutti i tagli sono uguali e necessari, ma, soprattutto non tutte le cose da fare comportano un onere e un impegno finanziari. Vi sono questioni di diritti e riforme possibili, ad iniziare da quelle riguardanti il voto all’estero o il sistema della nostra lingua e cultura nel mondo, che possono essere fatte pur in presenza di una difficile congiuntura finanziaria. Non è il caso di fermarsi a questa positiva soluzione, ma di andare avanti facendo tesoro del poco tempo che resta.
Voglio ringraziare tutti coloro che alla Camera e al Senato si sono impegnati per questo giusto esito, il Partito Democratico ed i suoi dirigenti e il gruppo parlamentare del PD al Senato, esprimendo l’augurio, anzi la certezza, che la comprensibile dialettica sindacale che si è manifestata intorno a questa questione sia superata da una comune condivisione di diritti e dall’impegno di migliorare la condizione e la dignità di tutto il personale, senza distinzione di stato giuridico, impegnato nelle strutture della nostra amministrazione all’estero”.
“Il disegno di legge sui diritti sindacali del personale assunto a contratto di diritto locale dalle strutture consolari e dagli istituti di cultura è stato approvato da Senato nello stesso testo varato dalla Camera, e quindi è legge dello Stato.
La soddisfazione che sento di esprimere in questo momento va ben oltre il fatto di avere presentato il disegno di legge come primo firmatario, ormai tre anni fa. E’ importante, soprattutto, che sia caduta un’odiosa discriminazione rispetto a lavoratori che hanno dato in passato e danno oggi un grande contributo al funzionamento e alla credibilità della nostra amministrazione all’estero, soprattutto in un momento di grave difficoltà come quello che viviamo. Ed è ancora più importante che sia stato riconosciuto il principio che tutti i lavoratori sono uguali quando si tratta di prerogative sindacali e che tutti hanno diritto ad essere rappresentati e tutelati”.
L’affermazione è dell’on. Marco Fedi, presentatore assieme ad altri parlamentari del disegno di legge che modifica il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli Esteri.
“Questa legislatura, finora contrassegnata da misure di segno negativo in quasi tutti i settori di intervento per gli italiani all’estero – ha continuato l’on. Fedi – finalmente conosce un provvedimento che attribuisce diritti e allarga gli spazi di tutela sindacale. Voglio interpretare questo passaggio come un segnale di una diversa tendenza, che è possibile fare ulteriormente maturare pur nel breve tempo che resta fino alla scadenza politico-parlamentare.
Non tutti i tagli sono uguali e necessari, ma, soprattutto non tutte le cose da fare comportano un onere e un impegno finanziari. Vi sono questioni di diritti e riforme possibili, ad iniziare da quelle riguardanti il voto all’estero o il sistema della nostra lingua e cultura nel mondo, che possono essere fatte pur in presenza di una difficile congiuntura finanziaria. Non è il caso di fermarsi a questa positiva soluzione, ma di andare avanti facendo tesoro del poco tempo che resta.
Voglio ringraziare tutti coloro che alla Camera e al Senato si sono impegnati per questo giusto esito, il Partito Democratico ed i suoi dirigenti e il gruppo parlamentare del PD al Senato, esprimendo l’augurio, anzi la certezza, che la comprensibile dialettica sindacale che si è manifestata intorno a questa questione sia superata da una comune condivisione di diritti e dall’impegno di migliorare la condizione e la dignità di tutto il personale, senza distinzione di stato giuridico, impegnato nelle strutture della nostra amministrazione all’estero”.
mercoledì 7 marzo 2012
FEDI (PD): Circoscrizione estero, superare esitazioni e incertezze, e qualche convinzione sbagliata…
Uno degli elementi salienti della riforma costituzionale sulla quale i maggiori partiti stanno lavorando è la riduzione del numero di parlamentari.
Sullo sfondo della riduzione complessiva del numero dei parlamentari, entra in scena anche la revisione quantitativa della rappresentanza della circoscrizione estero. Se ne prevede la conferma, infatti, sia per la Camera che per il Senato, ma subisce una riduzione di oltre il 30%, a fronte di una percentuale di riduzione complessiva del 20%.
È fin troppo evidente, comunque, che il futuro della circoscrizione estero non può essere ridotto a mero fatto aritmetico, ma deve rispondere ad un’idea complessiva della rappresentanza e ad un progetto politico che punti ad un collegamento organico con gli italiani nel mondo. Se con le riforme si persegue l’obiettivo di un sistema parlamentare più efficiente e più incisivo sotto il profilo della rappresentatività, allora la questione dei numeri ha una sua rilevanza e dovrebbe essere esplicitamente affrontata in questo momento. Il tempo per un dibattito su questi temi è ora. Questo potrebbe rivelarsi l’unico e ultimo momento per poter intervenire, prima dell’avvio di un iter parlamentare lungo, il cui esito sarà comunque segnato dal primo voto in prima lettura.
Credo sia necessario partire da un’analisi comune dell’esercizio in loco del diritto di voto e delle risposte normative che l’Italia ha dato in questi anni.
Il dato incontrovertibile è che la Costituzione include nel novero degli elettori anche i cittadini italiani residenti all’estero, il che induce a ricercare per il tema dell’effettiva partecipazione, indipendentemente dalla soluzione che si adotterà, una risposta soddisfacente. I pochi che propongono la cancellazione della Circoscrizione estero, quindi, vengano allo scoperto e propongano anche una soluzione alternativa, non sul piano teorico ma pratico.
Il secondo dato è che la soluzione fino ad oggi adottata ha dato risultati che possono essere misurati qualitativamente solo attraverso l’esame dell’attività dei singoli parlamentari che ogni elettore è chiamato a svolgere in sede di rinnovo del Parlamento italiano. Un’ulteriore valutazione qualitativa devono invece svolgerla i partiti e le coalizioni nel contesto delle modalità con le quali saranno discusse e decise le candidature.
La terza questione riguarda il definitivo superamento delle incertezze e delle esitazioni che hanno caratterizzato questa fase e quindi il definitivo superamento di ogni dubbio sul nostro assetto costituzionale e sulla circoscrizione estero. Contemporaneamente è necessario mettere mano alla riforma della legge ordinaria che regola il voto, garantendo trasparenza e democrazia.
Sullo sfondo della riduzione complessiva del numero dei parlamentari, entra in scena anche la revisione quantitativa della rappresentanza della circoscrizione estero. Se ne prevede la conferma, infatti, sia per la Camera che per il Senato, ma subisce una riduzione di oltre il 30%, a fronte di una percentuale di riduzione complessiva del 20%.
È fin troppo evidente, comunque, che il futuro della circoscrizione estero non può essere ridotto a mero fatto aritmetico, ma deve rispondere ad un’idea complessiva della rappresentanza e ad un progetto politico che punti ad un collegamento organico con gli italiani nel mondo. Se con le riforme si persegue l’obiettivo di un sistema parlamentare più efficiente e più incisivo sotto il profilo della rappresentatività, allora la questione dei numeri ha una sua rilevanza e dovrebbe essere esplicitamente affrontata in questo momento. Il tempo per un dibattito su questi temi è ora. Questo potrebbe rivelarsi l’unico e ultimo momento per poter intervenire, prima dell’avvio di un iter parlamentare lungo, il cui esito sarà comunque segnato dal primo voto in prima lettura.
Credo sia necessario partire da un’analisi comune dell’esercizio in loco del diritto di voto e delle risposte normative che l’Italia ha dato in questi anni.
Il dato incontrovertibile è che la Costituzione include nel novero degli elettori anche i cittadini italiani residenti all’estero, il che induce a ricercare per il tema dell’effettiva partecipazione, indipendentemente dalla soluzione che si adotterà, una risposta soddisfacente. I pochi che propongono la cancellazione della Circoscrizione estero, quindi, vengano allo scoperto e propongano anche una soluzione alternativa, non sul piano teorico ma pratico.
Il secondo dato è che la soluzione fino ad oggi adottata ha dato risultati che possono essere misurati qualitativamente solo attraverso l’esame dell’attività dei singoli parlamentari che ogni elettore è chiamato a svolgere in sede di rinnovo del Parlamento italiano. Un’ulteriore valutazione qualitativa devono invece svolgerla i partiti e le coalizioni nel contesto delle modalità con le quali saranno discusse e decise le candidature.
La terza questione riguarda il definitivo superamento delle incertezze e delle esitazioni che hanno caratterizzato questa fase e quindi il definitivo superamento di ogni dubbio sul nostro assetto costituzionale e sulla circoscrizione estero. Contemporaneamente è necessario mettere mano alla riforma della legge ordinaria che regola il voto, garantendo trasparenza e democrazia.
lunedì 5 marzo 2012
FEDI (PD). Chiusure consolari: meno servizi e solo problemi per i connazionali nel mondo.
Il processo di razionalizzazione della rete diplomatico-consolare, attuato tra il 2009 e il 2011, ora congelato in attesa della revisione della spesa (spending review), ha determinato la chiusura di un elevato numero di rappresentanze, colpendo gli interessi strategici degli italiani nel mondo e del nostro sistema economico ed imprenditoriale.
La comunità italo-sudafricana aveva a suo tempo manifestato, attraverso i Comitati degli italiani all'estero (Com.It.Es.), i rappresentanti al Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (C.G.I.E.), i rappresentanti delle associazioni e tutte le istanze rappresentative della locale comunità, la propria ferma opposizione alla chiusura del consolato di Durban, una città dove risiedono quattromila cittadini italiani, dove i connazionali chiedono invece rapporti forti con le istituzioni italiane e servizi efficienti dalle pubbliche amministrazioni del nostro Paese – ha sottolineato l’On. Marco Fedi, eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide della Circoscrizione Estero, che su questa questione ha presentato oggi una interrogazione rivolta al Ministro Terzi.
La chiusura del consolato di Durban ha compromesso, ad esempio, il corretto svolgimento della verifica di esistenza in vita per il pagamento delle pensioni INPS.
Nell’ex circoscrizione consolare di Durban, ricordiamo che il Consolato è stato soppresso il 1o ottobre 2010, si sente forte oggi il bisogno di garantire livelli adeguati di assistenza ai connazionali ivi residenti e la richiesta al Ministro Terzi è di attivarsi per ampliare le competenze dell’attuale consolato onorario o per aprire uno sportello consolare che assicuri un'effettiva tutela dei diritti dei cittadini italiani residenti a Durban.
La comunità italo-sudafricana aveva a suo tempo manifestato, attraverso i Comitati degli italiani all'estero (Com.It.Es.), i rappresentanti al Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (C.G.I.E.), i rappresentanti delle associazioni e tutte le istanze rappresentative della locale comunità, la propria ferma opposizione alla chiusura del consolato di Durban, una città dove risiedono quattromila cittadini italiani, dove i connazionali chiedono invece rapporti forti con le istituzioni italiane e servizi efficienti dalle pubbliche amministrazioni del nostro Paese – ha sottolineato l’On. Marco Fedi, eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide della Circoscrizione Estero, che su questa questione ha presentato oggi una interrogazione rivolta al Ministro Terzi.
La chiusura del consolato di Durban ha compromesso, ad esempio, il corretto svolgimento della verifica di esistenza in vita per il pagamento delle pensioni INPS.
Nell’ex circoscrizione consolare di Durban, ricordiamo che il Consolato è stato soppresso il 1o ottobre 2010, si sente forte oggi il bisogno di garantire livelli adeguati di assistenza ai connazionali ivi residenti e la richiesta al Ministro Terzi è di attivarsi per ampliare le competenze dell’attuale consolato onorario o per aprire uno sportello consolare che assicuri un'effettiva tutela dei diritti dei cittadini italiani residenti a Durban.
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