Dichiarazione del presentatore del disegno di legge sulle prerogative dei contrattisti approvato dai due rami del Parlamento
“Il disegno di legge sui diritti sindacali del personale assunto a contratto di diritto locale dalle strutture consolari e dagli istituti di cultura è stato approvato da Senato nello stesso testo varato dalla Camera, e quindi è legge dello Stato.
La soddisfazione che sento di esprimere in questo momento va ben oltre il fatto di avere presentato il disegno di legge come primo firmatario, ormai tre anni fa. E’ importante, soprattutto, che sia caduta un’odiosa discriminazione rispetto a lavoratori che hanno dato in passato e danno oggi un grande contributo al funzionamento e alla credibilità della nostra amministrazione all’estero, soprattutto in un momento di grave difficoltà come quello che viviamo. Ed è ancora più importante che sia stato riconosciuto il principio che tutti i lavoratori sono uguali quando si tratta di prerogative sindacali e che tutti hanno diritto ad essere rappresentati e tutelati”.
L’affermazione è dell’on. Marco Fedi, presentatore assieme ad altri parlamentari del disegno di legge che modifica il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli Esteri.
“Questa legislatura, finora contrassegnata da misure di segno negativo in quasi tutti i settori di intervento per gli italiani all’estero – ha continuato l’on. Fedi – finalmente conosce un provvedimento che attribuisce diritti e allarga gli spazi di tutela sindacale. Voglio interpretare questo passaggio come un segnale di una diversa tendenza, che è possibile fare ulteriormente maturare pur nel breve tempo che resta fino alla scadenza politico-parlamentare.
Non tutti i tagli sono uguali e necessari, ma, soprattutto non tutte le cose da fare comportano un onere e un impegno finanziari. Vi sono questioni di diritti e riforme possibili, ad iniziare da quelle riguardanti il voto all’estero o il sistema della nostra lingua e cultura nel mondo, che possono essere fatte pur in presenza di una difficile congiuntura finanziaria. Non è il caso di fermarsi a questa positiva soluzione, ma di andare avanti facendo tesoro del poco tempo che resta.
Voglio ringraziare tutti coloro che alla Camera e al Senato si sono impegnati per questo giusto esito, il Partito Democratico ed i suoi dirigenti e il gruppo parlamentare del PD al Senato, esprimendo l’augurio, anzi la certezza, che la comprensibile dialettica sindacale che si è manifestata intorno a questa questione sia superata da una comune condivisione di diritti e dall’impegno di migliorare la condizione e la dignità di tutto il personale, senza distinzione di stato giuridico, impegnato nelle strutture della nostra amministrazione all’estero”.
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