Sergio Mattarella presidente della Repubblica. Giurerà martedì, di fronte al Parlamento.
Marco Fedi, deputato eletto all’estero e residente in Australia, ha conosciuto personalmente il nuovo capo dello Stato, nel 2006. E a ItaliaChiamaItalia racconta: “Ho conosciuto Sergio Mattarella,
perché a conclusione della sua carriera parlamentare è stato capogruppo
della commissione Esteri alla Camera, eravamo parlamentari dell’Ulivo
all’epoca, e ho potuto avere con lui un rapporto privilegiato in qualità
di componente della commissione. Poi nel 2008 io sono stato rieletto,
lui ha concluso la sua carriera parlamentare e tempo dopo è stato votato
dal Parlamento, anche da me, come giudice costituzionale”.
Per Fedi “è stato un piacere avere l’opportunità di contribuire a
eleggerlo presidente della Repubblica. Grande statura morale,
all’altezza del compito, sia per le sue qualità professionali che per la
conoscenza del diritto costituzionale e della politica. E’ una personalità adatta perché ha forti basi tecniche e di conoscenza politica.
Ha conosciuto anche la parte organizzativa della politica perché è
stato un dirigente prima della Dc, poi della Margherita, poi ha
contribuito a fare nascere il Pd. Non c’era nulla che potesse ostacolare
la sua elezione da parte dei grandi elettori del centrosinistra.
Inoltre è stato votato anche da personalità del centrodestra,
ricompattando in qualche modo il Parlamento sul prosieguo della attività
riformatrice in Italia”.
Cosa dobbiamo attenderci da Mattarella presidente?
“Dai presidenti ci si attende sempre fatti simbolici, perché in sé il
capo dello Stato – secondo Costituzione - non ha poteri esecutivi. Da
lui ci si attende che sia un garante, che tenga conto della carta
costituzionale. E poi i richiami che il presidente della Repubblica può
fare in relazione alle emergenze di politica nazionale e di attualità.
Mi pare lo abbia già fatto nelle poche parole dette appena eletto,
ricordando l’Italia che soffre, l’emergenza occupazionale, la povertà.
Questa è già una dimostrazione del simbolo e del percorso politico che
ha svolto. Francamente aspettarsi di più da un presidente sarebbe
sbagliato. Sarà comunque una presidenza improntata alla
sobrietà, alla correttezza, alla rettitudine morale e non ho dubbio che
Mattarella sarà custode attento della Costituzione. Seguirà anche la vicenda politica in maniera molto attenta”.
Con l’elezione di Mattarella il patto del Nazareno si è rotto?
“Io del patto del Nazareno ho sempre dato questa mia personale lettura: la mia visione è sempre stata che in quell’accordo vi fossero solo le riforme costituzionali e la legge elettorale. Null’altro.
E’ lecito presumere che quando ci si siede intorno a un tavolo qualcuno
possa cercare di mettere nell’accordo altre questioni. O almeno, che
questo si aspetti. La dimostrazione di quello che è avvenuto è che
nell’accordo c’era solo quello e non altro”.
D’accordo, ma a questo punto le riforme si fermano? La legge elettorale troverà più ostacoli sul proprio cammino?
“Io spero che tutti ragionino su questo. Noi abbiamo intrapreso
questi percorsi di riforma perchè tutti avevamo detto che erano
importanti. Se questo è l’obiettivo, ora rinunciarci solo per questione
di metodo, ovvero solo perché Renzi ha indicato un solo candidato, per
altro un nome di grande significato votato con ampio consenso in
Parlamento, sarebbe poco giustificabile. Credo che dovremo riprendere il percorso delle riforme con rinnovato vigore e questo auspico. Magari con qualche lentezza in più, se dobbiamo stare attenti a ciò che facciamo”.
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