Ancora sull’ICI…
Pesavamo che con l’ulteriore detrazione ICI introdotta dal Governo Prodi ed estesa ai residenti all’estero avessimo contribuito sia ad affermare il principio della piena parità di trattamento che, soprattutto, ad iniziare un percorso di revisione dell’intera regolamentazione dell’imposizione fiscale diretta ed indiretta, tra cui appunto ICI e TARSU, per gli italiani residenti all’estero.
Evidentemente con il governo del centro destra è necessario ricominciare la battaglia per la parità di trattamento sperando che si possano creare le condizioni anche per qualche riforma: i segnali politici oggi ci dicono il contrario.
Sull’ICI abbiamo presentato alla V Commissione Permanente Bilancio della Camera dei deputati l’emendamento Bucchino-Fedi volto ad estendere l’esenzione dell’ICI agli italiani residenti all’estero. Con tale emendamento si intende estendere alle unità immobiliari possedute in Italia dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato l’abolizione dell’ICI prevista dal Decreto-Legge 27 maggio 2008, n. 93 la cui conversione è in discussione alla Camera.
Avevamo denunciato con chiarezza all’indomani dell’annuncio della esenzione ICI che sarebbe stato necessario introdurre nella norma un riferimento specifico agli italiani residenti all’estero, per evitare che tutta la vicenda si trasformasse in una vera e propria farsa: in sostanza l’ulteriore detrazione che si sommava alla detrazione di base avrebbe consentito a tanti connazionali, in Italia come all’estero, di trovarsi nella condizione di non dover più versare l’ICI, annullata dalle detrazioni, ed invece a doverla pagare in presenza di una norma che di fatto la abolisce per la prima casa.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in una risoluzione applicativa del decreto, specifica che tra gli immobili a cui deve essere riconosciuta l’esenzione ICI non sono comprese le unità immobiliari possedute dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato. Su questi temi, sui fatti concreti, misureremo il governo di centrodestra rispetto alle comunità italiane nel mondo.
Non solo ICI…
I segnali che arrivano del Governo sono preoccupanti anche su altri versanti. Sul fronte economico, alla nobiltà di intenti del decreto per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie – che include all’articolo 1 anche la totale esclusione dall’imposta comunale sugli immobili per l’abitazione principale – corrisponde una meno nobile serie di tagli sia ad importanti iniziative per le comunità italiane nel mondo – assistenza, scuola, museo delle migrazioni e Conferenza dei giovani – che a strumenti di politica estera come la possibilità di celebrare adeguatamente l’anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che viene seriamente compromessa dai tagli.
Anche su queste materie ci stiamo organizzando per una forte opposizione.
Pesavamo che con l’ulteriore detrazione ICI introdotta dal Governo Prodi ed estesa ai residenti all’estero avessimo contribuito sia ad affermare il principio della piena parità di trattamento che, soprattutto, ad iniziare un percorso di revisione dell’intera regolamentazione dell’imposizione fiscale diretta ed indiretta, tra cui appunto ICI e TARSU, per gli italiani residenti all’estero.
Evidentemente con il governo del centro destra è necessario ricominciare la battaglia per la parità di trattamento sperando che si possano creare le condizioni anche per qualche riforma: i segnali politici oggi ci dicono il contrario.
Sull’ICI abbiamo presentato alla V Commissione Permanente Bilancio della Camera dei deputati l’emendamento Bucchino-Fedi volto ad estendere l’esenzione dell’ICI agli italiani residenti all’estero. Con tale emendamento si intende estendere alle unità immobiliari possedute in Italia dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato l’abolizione dell’ICI prevista dal Decreto-Legge 27 maggio 2008, n. 93 la cui conversione è in discussione alla Camera.
Avevamo denunciato con chiarezza all’indomani dell’annuncio della esenzione ICI che sarebbe stato necessario introdurre nella norma un riferimento specifico agli italiani residenti all’estero, per evitare che tutta la vicenda si trasformasse in una vera e propria farsa: in sostanza l’ulteriore detrazione che si sommava alla detrazione di base avrebbe consentito a tanti connazionali, in Italia come all’estero, di trovarsi nella condizione di non dover più versare l’ICI, annullata dalle detrazioni, ed invece a doverla pagare in presenza di una norma che di fatto la abolisce per la prima casa.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in una risoluzione applicativa del decreto, specifica che tra gli immobili a cui deve essere riconosciuta l’esenzione ICI non sono comprese le unità immobiliari possedute dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato. Su questi temi, sui fatti concreti, misureremo il governo di centrodestra rispetto alle comunità italiane nel mondo.
Non solo ICI…
I segnali che arrivano del Governo sono preoccupanti anche su altri versanti. Sul fronte economico, alla nobiltà di intenti del decreto per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie – che include all’articolo 1 anche la totale esclusione dall’imposta comunale sugli immobili per l’abitazione principale – corrisponde una meno nobile serie di tagli sia ad importanti iniziative per le comunità italiane nel mondo – assistenza, scuola, museo delle migrazioni e Conferenza dei giovani – che a strumenti di politica estera come la possibilità di celebrare adeguatamente l’anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che viene seriamente compromessa dai tagli.
Anche su queste materie ci stiamo organizzando per una forte opposizione.
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