“Il nostro no a questo decreto – ha spiegato l'On. Fedi (PD), intervenendo il 30 marzo alla Camera dei Deputati per motivare il voto contrario al dl sicurezza – è legato a valutazioni di merito e a una valutazione politica sull’insieme delle norme presentate in materia di sicurezza. Non è un no – ha continuato l'On. Fedi – alle norme contro la violenza sessuale, o contro gli atti persecutori, su cui stavamo lavorando per avere maggiore severità, per la repressione, per avere servizi e informazione per i cittadini e per le vittime. Non è un no al Parlamento che avrebbe potuto approvare una legge su questi temi con rapidità e razionalità di materia. È un no all’arroganza di una maggioranza che condanna se stessa alla solitudine. Perché il Paese non vi seguirà più sulla strada dell’emergenza, nel vicolo cieco della xenofobia e della riduzione delle libertà civili”, è stata la conclusione del discorso del parlamentare eletto all'estero.
L'On. Fedi aveva iniziato il suo intervento a partire dalla parole di Berlusconi sulla libertà, pronunciate durante il congresso del partito del premier, osservando tuttavia che “per questa maggioranza 'libertà' significa abbassare l’asticella su tutte le regole, militarizzare il territorio e le nostre città mentre si riducono le risorse per l’unica vera lotta alla criminalità, quella condotta dalle Forze dell’ordine, criminalizzare i diversi, gli immigrati e le minoranze, allontanando i processi d’integrazione. Per questa maggioranza libertà significa limitare il diritto di professare la propria religione – spesso sono state evocate e proposte norme restrittive in tal senso”.
“Avete proposto – ha continuato l'On. Fedi – il permesso di soggiorno a punti e l’introduzione di un esorbitante costo amministrativo per il suo rilascio e rinnovo. Il reato di clandestinità, che rischia di aggravare la situazione, senza dare risposta alle motivazioni che portano l’immigrazione irregolare nel nostro Paese: una risposta che richiede coordinamento a livello Europeo e il giusto equilibrio tra i temi della sicurezza e quelli dell’immigrazione”.
Il parlamentare eletto all'estero ha continuato il suo intervento ricordando “le impronte digitali ai bambini Rom e le classi separate per i figli degli immigrati. Questo è stato il modello di libertà e di integrazione che ci ha proposto la maggioranza! Non mi ha sorpreso – continua l'On. Fedi – che Parlamentari del PdL abbiano sentito il bisogno di esprimere chiaramente la loro preoccupazione per una serie di proposte che mettono in discussione valori e principi ben radicati nella nostra Costituzione”.
L'On. Fedi ha spiegato che le soluzioni proposte “oltre a chiari profili di incostituzionalità, confondono materie tra loro diverse, confondono cause ed effetti, dati reali e fatti di cronaca”. Ciò è da attribuirsi al fatto che il Governo e la maggioranza evocano ogni giorno “l'emergenza non solo nella comunicazione mediatica e nell’azione politica, ma anche negli atti Parlamentari”, con “conseguenze molto negative sulla capacità del nostro Paese di affrontare con razionalità le sfide che abbiamo davanti”.
Il deputato del PD ha quindi lamentato la “delegittimazione del Parlamento”, tramite l'ennesimo provvedimento di urgenza qual è il decreto, su un tema delicato come quello del “contrasto alla violenza sessuale e agli atti persecutori”, ed in particolare sullo stalking. Argomenti sui quali anche l'opposizione si era dimostrata convergente con la maggioranza, esigendo più attenzione ai “centri di assistenza, informazione, formazione del personale, mezzi e risorse per le forze dell’ordine a cui affidare la repressione, la lotta e la prevenzione di questi reati”.
Molti gli accenni nel discorso del parlamentare eletto all'estero alle ronde, ritenute sbagliate perché “rappresentano una pericolosa delega ai privati della gestione di un pezzo di sicurezza pubblica, il primo passo per la legalizzazione della giustizia fai-da-te”. Inoltre, il loro inquadramento normativo all'interno del DL risulta – secondo l'On. Fedi – molto spesso in contraddizione con il dettato costituzionale. Infine, esse presentano vari problemi di natura concreta: il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, la strumentalità dell'apertura concessa ai finanziamenti privati, e la sovrapposizione con l'operato delle forze dell'ordine. A queste ultime, invece sono stati tagliati i fondi per il 2009, ha notato polemicamente il deputato del PD.
“Ecco perché la scelta delle ronde è sbagliata: illudere i cittadini che il controllo del territorio possa essere gestito da loro formazioni, è offensivo”. “I sindacati di polizia in primo luogo, ma i cittadini di ogni ordine e grado vi dicono che le ronde non aumentano neanche la percezione della sicurezza, eppure insistete”. “All’estero l’Italia è sempre più guardata, anche da chi vorrebbe visitarla solo per turismo, come un Paese ben strano, nel mezzo di un’emergenza che non c’è, fomentata dal Governo” – ha concluso l’On. Fedi.
L'On. Fedi aveva iniziato il suo intervento a partire dalla parole di Berlusconi sulla libertà, pronunciate durante il congresso del partito del premier, osservando tuttavia che “per questa maggioranza 'libertà' significa abbassare l’asticella su tutte le regole, militarizzare il territorio e le nostre città mentre si riducono le risorse per l’unica vera lotta alla criminalità, quella condotta dalle Forze dell’ordine, criminalizzare i diversi, gli immigrati e le minoranze, allontanando i processi d’integrazione. Per questa maggioranza libertà significa limitare il diritto di professare la propria religione – spesso sono state evocate e proposte norme restrittive in tal senso”.
“Avete proposto – ha continuato l'On. Fedi – il permesso di soggiorno a punti e l’introduzione di un esorbitante costo amministrativo per il suo rilascio e rinnovo. Il reato di clandestinità, che rischia di aggravare la situazione, senza dare risposta alle motivazioni che portano l’immigrazione irregolare nel nostro Paese: una risposta che richiede coordinamento a livello Europeo e il giusto equilibrio tra i temi della sicurezza e quelli dell’immigrazione”.
Il parlamentare eletto all'estero ha continuato il suo intervento ricordando “le impronte digitali ai bambini Rom e le classi separate per i figli degli immigrati. Questo è stato il modello di libertà e di integrazione che ci ha proposto la maggioranza! Non mi ha sorpreso – continua l'On. Fedi – che Parlamentari del PdL abbiano sentito il bisogno di esprimere chiaramente la loro preoccupazione per una serie di proposte che mettono in discussione valori e principi ben radicati nella nostra Costituzione”.
L'On. Fedi ha spiegato che le soluzioni proposte “oltre a chiari profili di incostituzionalità, confondono materie tra loro diverse, confondono cause ed effetti, dati reali e fatti di cronaca”. Ciò è da attribuirsi al fatto che il Governo e la maggioranza evocano ogni giorno “l'emergenza non solo nella comunicazione mediatica e nell’azione politica, ma anche negli atti Parlamentari”, con “conseguenze molto negative sulla capacità del nostro Paese di affrontare con razionalità le sfide che abbiamo davanti”.
Il deputato del PD ha quindi lamentato la “delegittimazione del Parlamento”, tramite l'ennesimo provvedimento di urgenza qual è il decreto, su un tema delicato come quello del “contrasto alla violenza sessuale e agli atti persecutori”, ed in particolare sullo stalking. Argomenti sui quali anche l'opposizione si era dimostrata convergente con la maggioranza, esigendo più attenzione ai “centri di assistenza, informazione, formazione del personale, mezzi e risorse per le forze dell’ordine a cui affidare la repressione, la lotta e la prevenzione di questi reati”.
Molti gli accenni nel discorso del parlamentare eletto all'estero alle ronde, ritenute sbagliate perché “rappresentano una pericolosa delega ai privati della gestione di un pezzo di sicurezza pubblica, il primo passo per la legalizzazione della giustizia fai-da-te”. Inoltre, il loro inquadramento normativo all'interno del DL risulta – secondo l'On. Fedi – molto spesso in contraddizione con il dettato costituzionale. Infine, esse presentano vari problemi di natura concreta: il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, la strumentalità dell'apertura concessa ai finanziamenti privati, e la sovrapposizione con l'operato delle forze dell'ordine. A queste ultime, invece sono stati tagliati i fondi per il 2009, ha notato polemicamente il deputato del PD.
“Ecco perché la scelta delle ronde è sbagliata: illudere i cittadini che il controllo del territorio possa essere gestito da loro formazioni, è offensivo”. “I sindacati di polizia in primo luogo, ma i cittadini di ogni ordine e grado vi dicono che le ronde non aumentano neanche la percezione della sicurezza, eppure insistete”. “All’estero l’Italia è sempre più guardata, anche da chi vorrebbe visitarla solo per turismo, come un Paese ben strano, nel mezzo di un’emergenza che non c’è, fomentata dal Governo” – ha concluso l’On. Fedi.
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