Abbiamo presentato i nostri emendamenti alla manovra economica appena approdata alla Camera dopo, il voto di fiducia al Senato. Si tratta, come a tutti noto, della più radicale operazione di riduzione della spessa pubblica negli ultimi decenni, di cui non discutiamo l’esigenza, ma la scelta dei tagli lineari e indifferenziati, la mancanza di selettività e l’iniquità dei carichi sociali.
I punti sui quali abbiamo richiesto di non operare tagli sono quelli di maggiore sensibilità per le nostre comunità: l’assistenza diretta, gli interventi per la scuola e la cultura, i fondi per l’informazione, le detrazioni per carichi di famiglia, la sanatoria degli indebiti pensionistici per i residenti all’estero, l’esclusione dall’espropriazione forzata per il recupero degli indebiti pensionistici, l’esenzione dall’innalzamento dell’età pensionabile, la rete diplomatico-consolare, l’accelerazione del consolato digitale.
Sappiamo che nella ferrea blindatura della manovra che il Governo sta facendo sarà difficile aprire varchi e piegare la resistenza a discutere di cose come queste. Eppure proprio queste cose, prima ancora di essere provvedimenti che toccano gli interessi degli italiani all’estero, sono punti di sostegno utili per la proiezione dell’Italia nel mondo, quanto mai necessaria di fronte alle difficoltà che investono l’economia del nostro Paese.
Sappiamo anche, però, che gli elettori all’estero ci hanno dato mandato di essere per loro un soggetto attivo di tutela e di proposta e che quindi è nostro preciso dovere offrire sempre e fino in fondo le occasioni per riflettere e fare meglio prima di tutto sulle politiche migratorie.
Semmai siamo rammaricati che nella maggior parte dei casi queste battaglie in Parlamento le dobbiamo fare da soli perché quasi sempre gli eletti della Circoscrizione Estero collocati nella maggioranza si allineano a logiche di schieramento e di appartenenza partitica.
C’è un’altra ragione, poi, che ci induce a tenere costantemente aperti questi discorsi, al di là del poco ascolto che ricevono dal Governo. I rappresentanti degli italiani all’estero, eletti nei COMITES e nel CGIE, hanno da tempo lanciato una campagna di resistenza che di recente si è concretizzata nelle manifestazioni popolari di Francoforte, Buenos Aires e Vancouver. Ebbene, anche in una situazione di grave difficoltà come questa, ci è sembrato giusto riprendere le loro proposte e farle vivere a livello parlamentare per dire che siamo stati con loro e lo saremo fino in fondo. Siamo con loro non per spirito di propaganda, di cui non c’è veramente bisogno in questo momento, ma per condivisione dei problemi e per solidarietà con le nostre comunità alle quali continuiamo ad appartenere.
Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci, Fabio Porta
I punti sui quali abbiamo richiesto di non operare tagli sono quelli di maggiore sensibilità per le nostre comunità: l’assistenza diretta, gli interventi per la scuola e la cultura, i fondi per l’informazione, le detrazioni per carichi di famiglia, la sanatoria degli indebiti pensionistici per i residenti all’estero, l’esclusione dall’espropriazione forzata per il recupero degli indebiti pensionistici, l’esenzione dall’innalzamento dell’età pensionabile, la rete diplomatico-consolare, l’accelerazione del consolato digitale.
Sappiamo che nella ferrea blindatura della manovra che il Governo sta facendo sarà difficile aprire varchi e piegare la resistenza a discutere di cose come queste. Eppure proprio queste cose, prima ancora di essere provvedimenti che toccano gli interessi degli italiani all’estero, sono punti di sostegno utili per la proiezione dell’Italia nel mondo, quanto mai necessaria di fronte alle difficoltà che investono l’economia del nostro Paese.
Sappiamo anche, però, che gli elettori all’estero ci hanno dato mandato di essere per loro un soggetto attivo di tutela e di proposta e che quindi è nostro preciso dovere offrire sempre e fino in fondo le occasioni per riflettere e fare meglio prima di tutto sulle politiche migratorie.
Semmai siamo rammaricati che nella maggior parte dei casi queste battaglie in Parlamento le dobbiamo fare da soli perché quasi sempre gli eletti della Circoscrizione Estero collocati nella maggioranza si allineano a logiche di schieramento e di appartenenza partitica.
C’è un’altra ragione, poi, che ci induce a tenere costantemente aperti questi discorsi, al di là del poco ascolto che ricevono dal Governo. I rappresentanti degli italiani all’estero, eletti nei COMITES e nel CGIE, hanno da tempo lanciato una campagna di resistenza che di recente si è concretizzata nelle manifestazioni popolari di Francoforte, Buenos Aires e Vancouver. Ebbene, anche in una situazione di grave difficoltà come questa, ci è sembrato giusto riprendere le loro proposte e farle vivere a livello parlamentare per dire che siamo stati con loro e lo saremo fino in fondo. Siamo con loro non per spirito di propaganda, di cui non c’è veramente bisogno in questo momento, ma per condivisione dei problemi e per solidarietà con le nostre comunità alle quali continuiamo ad appartenere.
Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci, Fabio Porta
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