Il decreto anticrisi del governo Berlusconi, passato con il ricorso all’undicesimo voto di fiducia in meno di dieci mesi di governo, al fine di blindare il testo evitando qualsiasi modifica, è un provvedimento che abbiamo giudicato inadeguato. 5 miliardi di euro che per il Partito Democratico sono largamente insufficienti di fronte all’entità della crisi economica in atto tanto che chiedevamo un impegno per 15 miliardi di euro, pari a un punto percentuale di Pil. Era possibile farlo, in primo luogo perché grazie alle contro-proposte del PD – volte a far muovere investimenti e a redistribuire la ricchezza, e non a incoraggiare il risparmio e a lasciare intatto lo status quo sociale - il Pil sarebbe cresciuto producendo maggiori entrate per lo Stato. Inoltre, sarebbe necessario tornare a innescare, come avvenne durante il governo Prodi, quella virtuosa lotta all’evasione tributaria del tutto abbandonata dal governo Berlusconi, accompagnando ciò con una seria battaglia contro gli sprechi della pubblica amministrazione. Il giudizio sul provvedimento era ed è quindi negativo. Ora arriva dal Governo un impegno per 40 miliardi di euro. Quanto arriverà direttamente a famiglie, pensionati e ceti sociali più deboli? E quanto arriverà, o sarà recuperato rispetto ai tagli, a favore dei residenti all’estero?
Ogni giorno ascoltiamo dichiarazioni contrastanti di esponenti dell’esecutivo e della maggioranza che propongono soluzioni protezionistiche e iniziative che allontanano qualsiasi prospettiva di coordinamento internazionale e di nuova governance economica. Non solo. Viene prospettata una rinuncia preventiva alla sfida globale in campo economico e sociale.
Il Governo australiano ha intanto introdotto misure urgenti per contrastare la crisi economica. Un pacchetto di misure introdotte a metà ottobre e scattate a dicembre del valore complessivo di 10.4 billion dollars (circa l’1.35% del PIL) e pari a circa 5.4 miliardi di euro. Accompagnate da importanti dichiarazioni del Primo Ministro Rudd, in suo articolo sul Financial Times, il quale ritiene che tutte queste misure richiederanno una cooperazione senza precedenti tra i governi. Se falliamo le conseguenze saranno serie. Se siamo all’altezza della sfida non solo ridurremo l’impatto a lungo termine della disoccupazione, ma avremo anche iniziato a sviluppare una nuova forma di governance economica che gli imperativi della globalizzazione da lungo tempo ci spingono ad adottare.
Il pacchetto di misure, annunciate dal Primo Ministro Kevin Rudd, fa parte dell’Economic Security Strategy e prevede interventi per i pensionati, per le famiglie a basso reddito, per l’acquisto della prima casa e per la creazione di 56,000 nuove opportunità di prima occupazione.
Tra le misure introdotte segnaliamo un intervento straordinario sulle pensioni, un bonus di dollari australiani $1,050 per ciascuno i componenti una coppia o di dollari australiani $1400 per il pensionato singolo – erogato anche a tanti pensionati residenti in Italia.
Un pagamento unico ai pensionati per un valore di 2.4 miliardi, 1.95 per le famiglie, 750 milioni per la prima casa e 93 milioni per 56,000 nuove opportunità occupazionali. Oltre ad accelerare l’attuazione del programma Nation Building, uno dei più impegnativi piani nazionali per la realizzazione di infrastrutture. Interventi mirati nel settore auto per 3 miliardi di euro nei prossimi 13 anni sia con finanziamenti diretti che con la riduzione al 5%, a partire dal 2010, delle tariffe.
Ogni giorno ascoltiamo dichiarazioni contrastanti di esponenti dell’esecutivo e della maggioranza che propongono soluzioni protezionistiche e iniziative che allontanano qualsiasi prospettiva di coordinamento internazionale e di nuova governance economica. Non solo. Viene prospettata una rinuncia preventiva alla sfida globale in campo economico e sociale.
Il Governo australiano ha intanto introdotto misure urgenti per contrastare la crisi economica. Un pacchetto di misure introdotte a metà ottobre e scattate a dicembre del valore complessivo di 10.4 billion dollars (circa l’1.35% del PIL) e pari a circa 5.4 miliardi di euro. Accompagnate da importanti dichiarazioni del Primo Ministro Rudd, in suo articolo sul Financial Times, il quale ritiene che tutte queste misure richiederanno una cooperazione senza precedenti tra i governi. Se falliamo le conseguenze saranno serie. Se siamo all’altezza della sfida non solo ridurremo l’impatto a lungo termine della disoccupazione, ma avremo anche iniziato a sviluppare una nuova forma di governance economica che gli imperativi della globalizzazione da lungo tempo ci spingono ad adottare.
Il pacchetto di misure, annunciate dal Primo Ministro Kevin Rudd, fa parte dell’Economic Security Strategy e prevede interventi per i pensionati, per le famiglie a basso reddito, per l’acquisto della prima casa e per la creazione di 56,000 nuove opportunità di prima occupazione.
Tra le misure introdotte segnaliamo un intervento straordinario sulle pensioni, un bonus di dollari australiani $1,050 per ciascuno i componenti una coppia o di dollari australiani $1400 per il pensionato singolo – erogato anche a tanti pensionati residenti in Italia.
Un pagamento unico ai pensionati per un valore di 2.4 miliardi, 1.95 per le famiglie, 750 milioni per la prima casa e 93 milioni per 56,000 nuove opportunità occupazionali. Oltre ad accelerare l’attuazione del programma Nation Building, uno dei più impegnativi piani nazionali per la realizzazione di infrastrutture. Interventi mirati nel settore auto per 3 miliardi di euro nei prossimi 13 anni sia con finanziamenti diretti che con la riduzione al 5%, a partire dal 2010, delle tariffe.
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