La preoccupazione maggiore deriva dall’assenza di proposte concrete su temi centrali per le comunità italiane nel mondo – ha dichiarato l’On. Marco Fedi, deputato PD eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide. Segnali preoccupanti da Governo e maggioranza in rapporto agli organismi di rappresentanza, Comites e Cgie, prorogati nuovamente in assenza di un’idea precisa sui tempi della riforma.
Preoccupanti le dichiarazioni di esponenti del Governo – e le giustificazioni di esponenti di maggioranza – a proposito delle celebrazioni per l’unità d’Italia. Su un punto gli italiani nel mondo, oltre ogni logica di appartenenza, sono assolutamente e fermamente solidali: l’unità della nazione, il legame nazionale che ci unisce, dal nord al sud, la nostra italianità che è modernamente ancorata a modelli di integrazione e di valorizzazione delle culture e delle storie degli altri.
Siamo preoccupati dalla incapacità del Governo di rispondere ai problemi del Paese in relazione alla crisi economica, di rispondere alle attese del mondo del lavoro, alle esigenze delle nuove generazioni. Siamo preoccupati dalla stagione dell’attesa, dalla lenta ed inesorabile attesa della “crisi di Governo” e delle elezioni anticipate.
La stagione dei tagli, a tutti i capitoli di bilancio che riguardano gli italiani nel mondo, è stata inaugurata dal Governo Berlusconi con la prima finanziaria. Abbiamo poi avuto la stagione delle discriminazioni – basti pensare al mancato esonero ICI sulla prima casa che ha riguardato tutti fuorché gli italiani all’estero – ricordo a questo proposito che il Governo Prodi aveva esteso l’ulteriore detrazione ICI anche agli italiani nel mondo – e i tagli all’editoria – in cui si sono salvati i quotidiani editi in Italia ma non quelli all’estero, penalizzati dalle scelte di Governo e maggioranza.
Oggi – ha continuato l’On. Fedi – abbiamo la stagione dei mancati impegni – basti ricordare le detrazioni fiscali per carichi di famiglia – stiamo arrivando alla scadenza e Governo e maggioranza tacciono.
Nel frattempo siamo nel bel mezzo della stagione delle finte riforme – basti pensare che davanti al tema della diffusione della lingua e della cultura nel mondo, davanti alle questioni pensionistiche – tra cui la sanatoria indebiti, con l’INPS che ha un forte avanzo di cassa – oppure gli Istituti di cultura, o gli investimenti per le nuove generazioni di cui tanto si parla –Governo e maggioranza scelgono invece di spingere su una brutta riforma di Comites e Cgie, contestata dai rappresentanti delle nostre comunità.
L’azione del Governo ha tentato di indebolire e delegittimare Comites e Cgie e con l’ennesima proroga si condanna la rappresentanza degli italiani nel mondo ad un periodo di purgatorio in attesa di una riforma che intanto è bloccata al Senato, con la Commissione bilancio che non intende aumentarne la dotazione di bilancio – uno dei pochi miglioramenti illustrati dal relatore di maggioranza e dal Governo – e bloccata in Commissione Affari esteri anche perché si pensa di riformare le regole con cui si eleggono i Comites, le stesse della 459 del 2001 con cui si eleggono i Parlamentari.
In sostanza siamo tornati al punto di partenza, la nostra posizione dall’inizio: rinnovare gli organismi di rappresentanza alla scadenza (2009), con la legge attualmente in vigore, fare le riforme - tra cui quella costituzionale che riduce il numero dei parlamentari e introduce il senato delle Regioni – e modificare le regole del gioco. Pur di non darci ragione Governo e maggioranza preferiscono lo scontro e propongono un’ennesima proroga. Noi diciamo si al confronto, sempre, anche quando l’arroganza della maggioranza rischia di indebolire tutti gli italiani nel mondo.
Preoccupanti le dichiarazioni di esponenti del Governo – e le giustificazioni di esponenti di maggioranza – a proposito delle celebrazioni per l’unità d’Italia. Su un punto gli italiani nel mondo, oltre ogni logica di appartenenza, sono assolutamente e fermamente solidali: l’unità della nazione, il legame nazionale che ci unisce, dal nord al sud, la nostra italianità che è modernamente ancorata a modelli di integrazione e di valorizzazione delle culture e delle storie degli altri.
Siamo preoccupati dalla incapacità del Governo di rispondere ai problemi del Paese in relazione alla crisi economica, di rispondere alle attese del mondo del lavoro, alle esigenze delle nuove generazioni. Siamo preoccupati dalla stagione dell’attesa, dalla lenta ed inesorabile attesa della “crisi di Governo” e delle elezioni anticipate.
La stagione dei tagli, a tutti i capitoli di bilancio che riguardano gli italiani nel mondo, è stata inaugurata dal Governo Berlusconi con la prima finanziaria. Abbiamo poi avuto la stagione delle discriminazioni – basti pensare al mancato esonero ICI sulla prima casa che ha riguardato tutti fuorché gli italiani all’estero – ricordo a questo proposito che il Governo Prodi aveva esteso l’ulteriore detrazione ICI anche agli italiani nel mondo – e i tagli all’editoria – in cui si sono salvati i quotidiani editi in Italia ma non quelli all’estero, penalizzati dalle scelte di Governo e maggioranza.
Oggi – ha continuato l’On. Fedi – abbiamo la stagione dei mancati impegni – basti ricordare le detrazioni fiscali per carichi di famiglia – stiamo arrivando alla scadenza e Governo e maggioranza tacciono.
Nel frattempo siamo nel bel mezzo della stagione delle finte riforme – basti pensare che davanti al tema della diffusione della lingua e della cultura nel mondo, davanti alle questioni pensionistiche – tra cui la sanatoria indebiti, con l’INPS che ha un forte avanzo di cassa – oppure gli Istituti di cultura, o gli investimenti per le nuove generazioni di cui tanto si parla –Governo e maggioranza scelgono invece di spingere su una brutta riforma di Comites e Cgie, contestata dai rappresentanti delle nostre comunità.
L’azione del Governo ha tentato di indebolire e delegittimare Comites e Cgie e con l’ennesima proroga si condanna la rappresentanza degli italiani nel mondo ad un periodo di purgatorio in attesa di una riforma che intanto è bloccata al Senato, con la Commissione bilancio che non intende aumentarne la dotazione di bilancio – uno dei pochi miglioramenti illustrati dal relatore di maggioranza e dal Governo – e bloccata in Commissione Affari esteri anche perché si pensa di riformare le regole con cui si eleggono i Comites, le stesse della 459 del 2001 con cui si eleggono i Parlamentari.
In sostanza siamo tornati al punto di partenza, la nostra posizione dall’inizio: rinnovare gli organismi di rappresentanza alla scadenza (2009), con la legge attualmente in vigore, fare le riforme - tra cui quella costituzionale che riduce il numero dei parlamentari e introduce il senato delle Regioni – e modificare le regole del gioco. Pur di non darci ragione Governo e maggioranza preferiscono lo scontro e propongono un’ennesima proroga. Noi diciamo si al confronto, sempre, anche quando l’arroganza della maggioranza rischia di indebolire tutti gli italiani nel mondo.
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