Credo utile ricordare che dopo il taglio del 50% delle risorse per l’editoria all’estero, previsto dal decreto mille proroghe, il Governo, in un ordine del giorno approvato al Senato dopo la bocciatura di un emendamento alla Camera, si era impegnato a ripristinare i fondi – ha dichiarato l’On. Marco Fedi durante l’incontro con i dirigenti della FUSIE che si è tenuto a Montecitorio.
Un impegno importante per ristabilire un principio di equità nei confronti delle testate italiane edite nel mondo, per le quali, tra l’altro, il taglio avrà effetti retroattivi.
In una recente risposta ad interrogazione in Commissione, il Governo ha sostenuto l’esigenza di rinviare la decisione ad una riflessione da tenersi nell’ambito degli stati generali dell’editoria che potrebbero tenersi in autunno. Si è passati da un impegno per recuperare fondi a un impegno per una riflessione comune: mi pare poco! Le nostre preoccupazioni, considerato anche il clima di tagli, aumentano.
Ritengo urgente una discussione sulle riforme in questo settore. Gli stati generali dell’editoria – all’interno dei quali dobbiamo essere in grado di guadagnare uno spazio importante per l’editoria italiana nel mondo – costituiranno una buona occasione. Che andrebbe anticipata da un’iniziativa di riflessione promossa dalla FUSIE – l’organo che rappresenta i mezzi d’informazione editi all’estero. Ma la discussione sulle riforme dovrebbe partire da una base comune di equità. E questa può essere raggiunta solo con il recupero delle risorse decurtate.
Le riforme, in questo settore, dovrebbero garantire l’accesso a forme di sostegno anche ai mezzi di comunicazione elettronici. Sarebbe un errore, però, creare le condizioni per percorsi divergenti da esigenze complessive che sono – oltre che relative alla tipologia del mezzo – anche relative alla libertà d’informazione, al pluralismo, alla qualità dell’informazione e alle condizioni in cui questa opera all’estero, oltre alle normative di riferimento. Siamo pronti al confronto – ha concluso l’On. Marco Fedi – ma sarebbe auspicabile svolgere un lavoro bipartisan affiancando la FUSIE.
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