L’emendamento alla Finanziaria che introduce un’imposta di bollo sulle rimesse colpisce i migranti ed i cittadini italiani residenti all’estero.
Il comma 35 dell’art. 2 della seconda manovra correttiva del Governo, approvato in Commissione Bilancio del Senato su proposta della Lega Nord - Padania, introduce un’imposta di bollo del 2% sui trasferimenti di denaro all’estero effettuati da soggetti privi di codice fiscale e di iscrizione INPS.
Si tratta di una norma che non risponde ad alcun obiettivo di finanza pubblica, che penalizza le fasce sociali più deboli della nostra società, i migranti, e che rischia di colpire anche i cittadini italiani residenti all’estero e, più in generale, tutti quelli che hanno rapporti economici con il nostro Paese.
Si tratta, infatti, di una norma che colpirebbe anche gli imprenditori, i lavoratori autonomi ed i cittadini italiani che, anche se in possesso del codice fiscale, non hanno posizione assicurativa INPS e che quindi saranno tenuti a pagare una tassa straordinaria del 2%, da sommare ai già altissimi costi bancari, ogni volta che trasferiscono valuta all’estero.
Una norma che contraddice ogni visione del libero scambio e del libero movimento delle persone, per questa ragione sono esclusi i trasferimenti verso i Paesi dell’Unione europea, ma per questa ragione ancora più discriminatoria verso Paesi extra-UE che hanno significativi rapporti economici e commerciali con l’Italia. Una pessima norma che proveremo a modificare alla Camera ma che rende ancora più evidente il costante attacco di questo Governo e di questa maggioranza ai residenti all’estero.
Il comma 35 dell’art. 2 della seconda manovra correttiva del Governo, approvato in Commissione Bilancio del Senato su proposta della Lega Nord - Padania, introduce un’imposta di bollo del 2% sui trasferimenti di denaro all’estero effettuati da soggetti privi di codice fiscale e di iscrizione INPS.
Si tratta di una norma che non risponde ad alcun obiettivo di finanza pubblica, che penalizza le fasce sociali più deboli della nostra società, i migranti, e che rischia di colpire anche i cittadini italiani residenti all’estero e, più in generale, tutti quelli che hanno rapporti economici con il nostro Paese.
Si tratta, infatti, di una norma che colpirebbe anche gli imprenditori, i lavoratori autonomi ed i cittadini italiani che, anche se in possesso del codice fiscale, non hanno posizione assicurativa INPS e che quindi saranno tenuti a pagare una tassa straordinaria del 2%, da sommare ai già altissimi costi bancari, ogni volta che trasferiscono valuta all’estero.
Una norma che contraddice ogni visione del libero scambio e del libero movimento delle persone, per questa ragione sono esclusi i trasferimenti verso i Paesi dell’Unione europea, ma per questa ragione ancora più discriminatoria verso Paesi extra-UE che hanno significativi rapporti economici e commerciali con l’Italia. Una pessima norma che proveremo a modificare alla Camera ma che rende ancora più evidente il costante attacco di questo Governo e di questa maggioranza ai residenti all’estero.
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