I
parlamentari del PD sono intervenuti al seminario “Le seconde generazioni:
cittadini (non) come gli altri", promosso da AUCI, ENGIM e FOCSIV nell’ambito del progetto: “Ti passo il testimone. Percorsi di
accompagnamento all'inclusione sociale delle seconde generazioni”,
cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Nella Sala del Centro Pastorale della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del “Sacro
Cuore”, di fronte a un nutrito numero di giovani immigrati
impegnati ad affrontare le tematiche relative all'integrazione e alla
cittadinanza italiana partendo dalle loro dirette testimonianze di vita, sono
intervenuti gli onorevoli Marco
Fedi e Fabio Porta, che hanno coniugato le tematiche
dell’immigrazione con quelle dell’emigrazione.
L'On. Fedi ha
richiamato la necessità di un profondo cambiamento culturale in un'Italia che
deve dotarsi di vere politiche di integrazione. La nomina di un Ministro per
l'integrazione è una prima significativa sfida proprio sul piano dell'innovazione
culturale. “E’ importante per noi quanto per voi – ha affermato Fedi
rivolgendosi ai presenti – che siano valorizzati la vostra esperienza culturale
e il bagaglio di storia e cultura che ciascuno di voi possiede, che un nucleo
famigliare coltiva e rafforza, e che questa risorsa sia messa a
disposizione di una società che accoglie, che valorizza e che sappia
utilizzarla. Utilizzarla anche per la crescita economica, non solo culturale.
Nel pieno rispetto delle regole.
Questo cambiamento culturale
– ha proseguito Fedi - deve coniugarsi anche con nuovi riferimenti normativi. A
partire dalla cittadinanza. Jus soli
e Jus sanguinis concorrono ad una
nuova centralità della cittadinanza, sempre più intesa come inizio
del percorso formativo di ogni cittadino, non come sua conclusione.
Credo che
anche sui temi della cittadinanza, con la riapertura dei termini per chi
vorrebbe riacquistare la cittadinanza perduta senza una vera ragione e
superando antiche discriminazioni nei confronti delle donne prima dell'entrata
in vigore della Costituzione, si possa fare un lavoro comune. Abbiamo
presentato, inoltre, una proposta di legge per un “Consiglio nazionale per
l'integrazione e il multiculturalismo” che propone una vera azione di
coordinamento e di conoscenza per sviluppare nuove politiche d’integrazione.
Anche in questo modo si può superare il limite che identifica oggi i processi
di immigrazione come questioni legate alla sicurezza”.
L’on. Fabio Porta, nel suo
intervento, ha insistito sull’intreccio che le politiche d’integrazione devono
avere sia se rivolte agli stranieri arrivati in Italia che agli italiani
residenti all’estero. “La
vera sfida che abbiamo davanti – ha affermato - è culturale, ed è per questo
che mi appresto a ripresentare un disegno di legge che prevede l’introduzione
nelle scuole pubbliche italiane di un progetto multidisciplinare di
insegnamento delle migrazioni, da e per l’Italia, con riferimento tanto alla
grande epopea dell’emigrazione italiana nel mondo quanto alla multiforme
presenza in Italia dei nuovi arrivati.
L’Italia – ha continuato Porta
- non può continuare a tenere dieci milioni di propri cittadini ‘in
frigorifero’. Sono tanti infatti gli stranieri residenti in Italia e gli
italiani residenti all’estero. A questi ultimi abbiamo dato il diritto di voto
attivo e passivo, dimenticandoci poi di includerli pienamente con efficaci
politiche e programmi di integrazione socio-culturale ed economica. Nello
stesso tempo, continuiamo a non dare la cittadinanza ai primi, che da
anni vivono nel nostro Paese contribuendo attivamente al suo sviluppo. Si
tratta di una perdita netta per un Paese come l’Italia – ha concluso Porta -
che da un pieno coinvolgimento della sua popolazione emigrata ed immigrata
potrebbe trarre grandi e inedite opportunità di crescita nell’ottica
dell’internazionalizzazione e della globalizzazione”.
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