e
presentarle la legge sul Consiglio per l’integrazione
“Uno dei segnali più significativi di
novità dato dal Governo Letta è la delega per l’integrazione affidata ad una
persona con il vissuto e la sensibilità del Ministro Cécile Kyenge. Si tratta di
una svolta culturale, prima ancora che politica, che un rappresentante del mondo
dell’emigrazione italiana, come io mi considero, non può non salutare con
soddisfazione e gioia”. Sono queste le parole con le quali l’on. Marco Fedi ha dato
comunicazione di un’iniziativa da lui assunta nei riguardi del nuovo ministro
all’integrazione.
“Ho sentito il dovere, dunque, di
inviare al Ministro Kyenge un messaggio per manifestarle condivisione ed
emozione per il fatto che una responsabilità tanto delicata per la coesione
sociale del paese e per gli orientamenti culturali dei cittadini sia stata
affidata ad un migrante, vale a dire ad una persona che nel suo percorso
esistenziale e perfino nel colore della pelle porta i segni di un passaggio di
cultura, di ambientazione sociale e di relazioni umane.
“Per la mia stessa esperienza di vita –
continuato Fedi - so quanto sia difficile procedere su questa strada, ma anche
quanto sia necessaria la mobilità umana e di lavoro per assicurare una
prospettiva di miglioramento a milioni di persone e sostenere lo sviluppo delle
stesse società di insediamento, che dall’apporto dei migranti possono ricavare
nuove energie e stimoli culturali. Dall’osservatorio dell’Australia, dove la mia
famiglia vive, ho potuto constatare come sia importante e utile per
il paese di
insediamento adottare politiche di integrazione aperte ed efficaci al fine di
allentare le tensioni sociali e culturali legate all’arrivo di persone percepite
come “diverse” e di perseguire equilibri sociali durevoli e buone pratiche
interculturali.
Al Ministro – ha detto Fedi – ho
presentato anche la mia proposta di legge finalizzata alla costituzione del
Consiglio nazionale per l’integrazione e il multiculturalismo (CNIM). Una proposta sorretta da una duplice intenzione:
creare una strumento di maggiore qualificazione e coordinamento delle politiche
di integrazione finora perseguite in Italia; offrire uno strumento di proposta e
di dialogo istituzionale e sociale alle più attive e consapevoli organizzazioni
rappresentative dei migranti. Superare la condizione di atomizzazione dei
migranti e favorirne una diretta e responsabile partecipazione alle scelte da
fare per l’integrazione e il multiculturalismo, mi sembra un passaggio ormai
maturo e ineludibile.
Il Ministro Kyenge – ha concluso Fedi –
valuterà in piena libertà se questa proposta può rientrare nella strategia di
rafforzamento dello spirito di integrazione nel nostro paese che Ella persegue.
Quello che è certo è che il suo impegno va comunque sostenuto e il significato
della sua nomina e del suo lavoro valorizzato per la coesione e il rinnovamento
dell’intera società italiana.
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