La discussione che sta avvenendo in questa aula è importante poiché questa assemblea legislativa è stata limitata nelle sue prerogative costituzionali, su tutta una serie di importanti provvedimenti.
Provvedimenti economici e di bilancio che oggi si rivelano sostanzialmente basati su tagli. Provvedimenti sulla giustizia legati a logiche ad personam, quelli sulla sicurezza legati all’emergenza – che non c’è – per mettere poi in campo una serie di norme restrittive verso gli immigrati.
Anche chi vive regolarmente in Italia.
Come avviene con le restrizioni sull’assegno sociale che avranno conseguenze negative anche per i cittadini italiani. Tanta cattiva politica in poco tempo. Tanti cattivi esempi in poco tempo: dagli attacchi all’unità nazionale a quelli sulla sicurezza con i tagli alle forze dell’ordine. Ai ripensamenti sull’abolizione dell’ICI già presenti in pezzi di maggioranza.
Tanti tagli che hanno colpito pesantemente il Ministero degli affari esteri ed in particolare le politiche a favore delle comunità italiane nel mondo. Tutto ciò quando già le dotazioni complessive assegnate al Ministero degli affari esteri, per il suo funzionamento, per la politica di cooperazione allo sviluppo, per la politica internazionale ed estera, per le politiche a favore delle comunità italiane nel mondo – inclusa quindi la rete diplomatico-consolare – sono largamente insufficienti. In termini di percentuale di prodotto interno lordo, in termini di capacità di rispondere agli impegni concreti assunti dal nostro Paese ed in termini di erogazione di servizi.
Una valutazione che arriva anche dopo i tagli apportati dal decreto 93 sulla salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie.
Tagli previsti in misura pesante in questo provvedimento, ed anche dal mancato recupero di 80 milioni di euro in sede di assestamento di bilancio.
In questo senso, dopo la vicenda ICI, sul cui esonero per i cittadini italiani residenti all’estero vi sono unicamente degli ordini del giorno accolti dal Governo, poniamo all’attenzione del governo la questione delle detrazioni per carichi di famiglia.
L’ordine del giorno sulle detrazioni per carichi di famiglia dei residenti all’estero, parte da una considerazione di fondo che concerne l’equità e la parità di trattamento, elementi che ponemmo alla base della richiesta di estensione del nuovo regime fiscale, quello delle detrazioni per carichi di famiglia, introdotto con la Finanziaria 2007, anche a coloro che vivono e lavorano fuori dai confini nazionali, ai cittadini italiani all’estero. Con la manovra finanziaria per il 2007 rimettemmo sulla giusta via i conti pubblici. Ma lo facemmo proteggendo i più deboli e prevedendo nello stesso tempo molte misure a sostegno dello sviluppo. Senza queste misure l’aggiustamento, necessario, avrebbe pesato soprattutto sulle fasce sociali più deboli.
Rispondemmo ad un impegno sostanziale e formale con l’Unione europea: fare una manovra per riportare il deficit pubblico nell’ambito dei parametri di Maastricht. Nello stesso tempo ridistribuimmo ai redditi medi e bassi con un intervento che riguardò aliquote e scaglioni di imposta, con la trasformazione delle deduzioni in detrazioni e l’innalzamento della soglia di reddito sotto la quale le imposte non sono dovute.
Ho voluto ricordare questi passaggi, colleghe e colleghi, perché in questa manovra economica manca l’impegno per le famiglie, manca l’impegno redistributivo, come è mancato nel provvedimento per la salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie, e, nell’emergenza economica evocata dal Ministro Tremonti, emergenza anch’essa tra le tante emergenze evocate da questo Governo, manca un pezzo importante che riguarda il sostegno ai redditi da lavoro ed alle pensioni.
L’ordine del giorno, accolto dal governo, impegna a predisporre un’apposita norma tesa a superare il limite temporale 2007, 2008 e 2009 prevedendo la definitiva e permanente estensione delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia ai residenti all’estero.
Prevedendo modifiche alle procedure previste dal regolamento, semplificandole anche attraverso il maggior utilizzo dell’autocertificazione.
Lo riteniamo un atto dovuto ed un impegno in direzione dell’equità e della parità di trattamento, nella misura in cui si darà corso a tutti gli ordini del giorno sui quali vi è stato accoglimento da parte del Governo. Quando passeremo dalle parole ai fatti.
Provvedimenti economici e di bilancio che oggi si rivelano sostanzialmente basati su tagli. Provvedimenti sulla giustizia legati a logiche ad personam, quelli sulla sicurezza legati all’emergenza – che non c’è – per mettere poi in campo una serie di norme restrittive verso gli immigrati.
Anche chi vive regolarmente in Italia.
Come avviene con le restrizioni sull’assegno sociale che avranno conseguenze negative anche per i cittadini italiani. Tanta cattiva politica in poco tempo. Tanti cattivi esempi in poco tempo: dagli attacchi all’unità nazionale a quelli sulla sicurezza con i tagli alle forze dell’ordine. Ai ripensamenti sull’abolizione dell’ICI già presenti in pezzi di maggioranza.
Tanti tagli che hanno colpito pesantemente il Ministero degli affari esteri ed in particolare le politiche a favore delle comunità italiane nel mondo. Tutto ciò quando già le dotazioni complessive assegnate al Ministero degli affari esteri, per il suo funzionamento, per la politica di cooperazione allo sviluppo, per la politica internazionale ed estera, per le politiche a favore delle comunità italiane nel mondo – inclusa quindi la rete diplomatico-consolare – sono largamente insufficienti. In termini di percentuale di prodotto interno lordo, in termini di capacità di rispondere agli impegni concreti assunti dal nostro Paese ed in termini di erogazione di servizi.
Una valutazione che arriva anche dopo i tagli apportati dal decreto 93 sulla salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie.
Tagli previsti in misura pesante in questo provvedimento, ed anche dal mancato recupero di 80 milioni di euro in sede di assestamento di bilancio.
In questo senso, dopo la vicenda ICI, sul cui esonero per i cittadini italiani residenti all’estero vi sono unicamente degli ordini del giorno accolti dal Governo, poniamo all’attenzione del governo la questione delle detrazioni per carichi di famiglia.
L’ordine del giorno sulle detrazioni per carichi di famiglia dei residenti all’estero, parte da una considerazione di fondo che concerne l’equità e la parità di trattamento, elementi che ponemmo alla base della richiesta di estensione del nuovo regime fiscale, quello delle detrazioni per carichi di famiglia, introdotto con la Finanziaria 2007, anche a coloro che vivono e lavorano fuori dai confini nazionali, ai cittadini italiani all’estero. Con la manovra finanziaria per il 2007 rimettemmo sulla giusta via i conti pubblici. Ma lo facemmo proteggendo i più deboli e prevedendo nello stesso tempo molte misure a sostegno dello sviluppo. Senza queste misure l’aggiustamento, necessario, avrebbe pesato soprattutto sulle fasce sociali più deboli.
Rispondemmo ad un impegno sostanziale e formale con l’Unione europea: fare una manovra per riportare il deficit pubblico nell’ambito dei parametri di Maastricht. Nello stesso tempo ridistribuimmo ai redditi medi e bassi con un intervento che riguardò aliquote e scaglioni di imposta, con la trasformazione delle deduzioni in detrazioni e l’innalzamento della soglia di reddito sotto la quale le imposte non sono dovute.
Ho voluto ricordare questi passaggi, colleghe e colleghi, perché in questa manovra economica manca l’impegno per le famiglie, manca l’impegno redistributivo, come è mancato nel provvedimento per la salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie, e, nell’emergenza economica evocata dal Ministro Tremonti, emergenza anch’essa tra le tante emergenze evocate da questo Governo, manca un pezzo importante che riguarda il sostegno ai redditi da lavoro ed alle pensioni.
L’ordine del giorno, accolto dal governo, impegna a predisporre un’apposita norma tesa a superare il limite temporale 2007, 2008 e 2009 prevedendo la definitiva e permanente estensione delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia ai residenti all’estero.
Prevedendo modifiche alle procedure previste dal regolamento, semplificandole anche attraverso il maggior utilizzo dell’autocertificazione.
Lo riteniamo un atto dovuto ed un impegno in direzione dell’equità e della parità di trattamento, nella misura in cui si darà corso a tutti gli ordini del giorno sui quali vi è stato accoglimento da parte del Governo. Quando passeremo dalle parole ai fatti.
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