Le responsabilità di Governo ed opposizione vanno distinte, altrimenti si fa tanta confusione ed anche… demagogia
Nella trascorsa legislatura, nella prima durissima finanziaria 2007, che ebbe al centro l’obiettivo del risanamento dei conti pubblici, come parlamentari de l’Unione riportammo un ottimo risultato con il sostanziale mantenimento dei capitoli di bilancio per gli italiani all’estero, e l’estensione, nello stesso provvedimento, delle detrazioni per carichi di famiglia agli italiani residenti all’estero. Nella finanziaria 2008 puntammo ad un incremento degli stanziamenti per gli italiani all’estero, alla estensione della quattordicesima sulle pensioni INPS agli italiani all’estero, ottenemmo l’estensione dell’ulteriore detrazione ICI sulla prima casa anche per gli italiani all’estero, l’istituzione di forme di assistenza sanitaria per gli italiani indigenti anticipatrici di una proposta di assegno di solidarietà sulla quale si erano già espresse favorevolmente sia la commissione di merito che altre commissioni della Camera dei deputati. Nonostante tutto ciò, dalle fila maggioranza di allora non mancarono le occasioni di aperta critica all’operato del Governo, critiche anche aspre. Ricordo le posizioni critiche sullo stralcio dalla riforma della cittadinanza dell’ipotesi di riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana e la critica – decisamente più politica – ad impegnarsi in maniera più decisa in direzione delle riforme strutturali anziché operare esclusivamente nel contesto delle manovre di bilancio.
Devo dire che questa ultima critica si è rivelata – ahimè – anticipatrice di eventi che oggi sono sotto gli occhi di tutti: tagli per 17 milioni di euro con il decreto sulla salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie, che esonera dall’ICI tutti, fuorché gli italiani all’estero, ed elimina l’ulteriore detrazione ICI introdotta da Prodi che, di fatto, già ne esonerava la gran parte, tagli ancora nell’assestamento di bilancio con il Ministero degli affari esteri che potrà recuperare solo 8 milioni anziché gli 80 previsti e con possibili altri tagli nella stessa fase di assestamento interna al MAE, ulteriori tagli a tutti i ministeri e quindi anche al Ministero degli affari esteri, previsti dalla conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Se infatti avessimo optato per riforme strutturali sarebbe stato molto più difficile per l’attuale maggioranza eliminare in pochi mesi di malgoverno tutto ciò che è stato costruito in 18 mesi di buon governo.
Credo che l’autocritica sia elemento fondamentale del dibattito e del confronto politico. Il centro destra non ne sta facendo! Non solo. Nella precedente legislatura facemmo dei passi in direzione dell’incontro e del dialogo. Passi che partirono proprio dalla maggioranza di allora, per cercare di fissare un percorso comune verso le riforme. In questa legislatura il centro destra non si muove. Credo si possa arrivare alla conclusione che i nostri passi di allora vennero dettati dalla consapevolezza di avere un Governo pronto all’ascolto, anche se poi non sempre abbiamo risolto tutte le questioni che abbiamo posto all’attenzione dell’esecutivo. Mentre oggi i parlamentari eletti tra le fila del Popolo della Libertà percepiscono che il Governo Berlusconi è poco incline a prestare attenzione e orecchio alle comunità italiane nel mondo. A dare risposta a richieste che – è bene ricordarlo – sono state al centro di precisi impegni elettorali, anche della maggioranza.
Nella trascorsa legislatura, nella prima durissima finanziaria 2007, che ebbe al centro l’obiettivo del risanamento dei conti pubblici, come parlamentari de l’Unione riportammo un ottimo risultato con il sostanziale mantenimento dei capitoli di bilancio per gli italiani all’estero, e l’estensione, nello stesso provvedimento, delle detrazioni per carichi di famiglia agli italiani residenti all’estero. Nella finanziaria 2008 puntammo ad un incremento degli stanziamenti per gli italiani all’estero, alla estensione della quattordicesima sulle pensioni INPS agli italiani all’estero, ottenemmo l’estensione dell’ulteriore detrazione ICI sulla prima casa anche per gli italiani all’estero, l’istituzione di forme di assistenza sanitaria per gli italiani indigenti anticipatrici di una proposta di assegno di solidarietà sulla quale si erano già espresse favorevolmente sia la commissione di merito che altre commissioni della Camera dei deputati. Nonostante tutto ciò, dalle fila maggioranza di allora non mancarono le occasioni di aperta critica all’operato del Governo, critiche anche aspre. Ricordo le posizioni critiche sullo stralcio dalla riforma della cittadinanza dell’ipotesi di riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana e la critica – decisamente più politica – ad impegnarsi in maniera più decisa in direzione delle riforme strutturali anziché operare esclusivamente nel contesto delle manovre di bilancio.
Devo dire che questa ultima critica si è rivelata – ahimè – anticipatrice di eventi che oggi sono sotto gli occhi di tutti: tagli per 17 milioni di euro con il decreto sulla salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie, che esonera dall’ICI tutti, fuorché gli italiani all’estero, ed elimina l’ulteriore detrazione ICI introdotta da Prodi che, di fatto, già ne esonerava la gran parte, tagli ancora nell’assestamento di bilancio con il Ministero degli affari esteri che potrà recuperare solo 8 milioni anziché gli 80 previsti e con possibili altri tagli nella stessa fase di assestamento interna al MAE, ulteriori tagli a tutti i ministeri e quindi anche al Ministero degli affari esteri, previsti dalla conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Se infatti avessimo optato per riforme strutturali sarebbe stato molto più difficile per l’attuale maggioranza eliminare in pochi mesi di malgoverno tutto ciò che è stato costruito in 18 mesi di buon governo.
Credo che l’autocritica sia elemento fondamentale del dibattito e del confronto politico. Il centro destra non ne sta facendo! Non solo. Nella precedente legislatura facemmo dei passi in direzione dell’incontro e del dialogo. Passi che partirono proprio dalla maggioranza di allora, per cercare di fissare un percorso comune verso le riforme. In questa legislatura il centro destra non si muove. Credo si possa arrivare alla conclusione che i nostri passi di allora vennero dettati dalla consapevolezza di avere un Governo pronto all’ascolto, anche se poi non sempre abbiamo risolto tutte le questioni che abbiamo posto all’attenzione dell’esecutivo. Mentre oggi i parlamentari eletti tra le fila del Popolo della Libertà percepiscono che il Governo Berlusconi è poco incline a prestare attenzione e orecchio alle comunità italiane nel mondo. A dare risposta a richieste che – è bene ricordarlo – sono state al centro di precisi impegni elettorali, anche della maggioranza.
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