mercoledì 10 settembre 2008

La virgola



I giovani: no ad enfasi ideologiche e assistenzialismo

Non vi è occasione, incontro, momento pubblico o privato, in cui non si percepisca in maniera evidente e netta come la comunità italiana senta profondamente il legame con l’Italia: spesso si è trattato anche di un rapporto di odio-amore. Le difficoltà di dialogo con la burocrazia italiana, le opportunità mancate, i ritardi nelle scelte strategiche per chi studia, lavora, ricerca e costruisce innovazione. I giovani vivono ad un livello diverso le difficoltà dei loro genitori: non si tratta di un problema di pensione o di cittadinanza o di usucapione ma, nel caso dei giovani, di visti, permessi di soggiorno, riconoscimenti di cittadinanza, informazioni. In alcuni casi i figli oggi si battono ancora per i diritti dei genitori. Eppure sono ancora oggi consapevoli che l’Italia può farcela a migliorare, ad uscire da questa situazione di stagnazione “morale”, “etica”, “civica” e politica. Lo hanno detto con la Conferenza dei giovani italo-australiani tenutasi sulla Gold Coast il 5 settembre scorso. Il contributo è di intelligenza, innovazione, proposta. Sono pronti a lavorare con le istituzioni italiane per avere maggiori scambi, per rafforzare le opportunità formative e di interscambio lavorativo, per fare anche “business” con l’Italia. Chiedono serietà, semplificazione amministrativa, passaggi rapidi e soprattutto trasparenza.
Interessante registrare che le nuove generazioni non esprimono giudizi negativi sull’associazionismo tradizionale. “It’s not our thing” – non è la soluzione per noi. Sono d’accordo. Non credo si sia trattato di fallimento da parte delle Associazioni tradizionali nel coinvolgere le nuove generazioni. Si è trattato di inevitabili percorsi storici. I tentativi di aggregazione sono falliti perché si proponevano modelli vecchi e superati. Anche per i trentenni, quarantenni o cinquantenni. Perché è difficile aggregare tutti, figuriamoci i più giovani che cambiano lavoro, abitazione, corso di studi o paese con molta facilità e velocità. Ecco perché – ad esempio tra i giovani italo-australiani intervenuti alla conferenza sulla Gold Coast – vi è la convinzione che la prima cosa è costruire una rete tra i giovani, comunicare, lavorare insieme, anche a distanza, e poi avanzare proposte. Funzionerà. L’associazionismo tradizionale ha ancora un ruolo, anche se in crisi profonda. Per uscire dalla crisi deve anch’esso re-inventarsi. La mia impressione della conferenza è stata assolutamente positiva. Non solo perché circa ottanta giovani provenienti da tutta Australia si sono ritrovati sulla Gold Coast dedicando un fine settimana – a loro spese – al tema del rapporto con l’Italia, non solo perché hanno deciso di organizzare questo incontro prima ancora che venisse predisposto il decreto per l’organizzazione della Conferenza mondiale dei giovani ed hanno preso la decisione di andare avanti con o senza questo appuntamento di fine anno, non solo per la determinazione e far vivere il network dei giovani oltre la Conferenza, ma soprattutto per le idee e le proposte emerse dai lavori. Non vi è traccia di assistenzialismo ma si richiama l’Italia ai propri doveri, alla proprie responsabilità, alla necessità di avviare un rapporto concreto con le nuove generazioni. Ho anche percepito interesse per la partecipazione politica. Un segnale che la rappresentanza degli italiani all’estero nel Parlamento italiano potrà continuare anche con le nuove generazioni.
Libertà e democrazia… ancora oggi contro ogni oppressione e dittatura

A chi giova confondere le parti e cambiare la storia – si chiedeva alcuni anni fa l’amico Giuseppe Morsanutto, dirigente dell’ANPI di Melbourne, durante una manifestazione per le celebrazioni del 25 aprile. Come si può pensare di porre sullo stesso piano chi ha lottato per libertà e democrazia e chi invece ha combattuto con le forze che sostenevano dittatura ed oppressione. Il fascismo ed il nazismo hanno pesato sulla storia del nostro Paese: non si tratta di fare confronti tra fascismo e comunismo o le grandi filosofie del ventesimo secolo. Fascismo e nazismo hanno portato lutti e dolore nei villaggi, nelle città e nelle famiglie. Chi ha scelto di combatterli lo ha fatto per liberare l’Italia ed il popolo italiano. Chi ha scelto di difenderli ha preso una strada che portava ad affermare l’esatto opposto: ha combattuto per la dittatura, per il nazismo ed il fascismo, per le leggi razziali e lo sterminio degli ebrei. Se non si intendeva porre tutti sullo stesso piano a che scopo ricordare, insieme, vittime e carnefici? Come ha fatto il Ministro della difesa La Russa. A che scopo ricordare le cose positive fatte dal fascismo prima che si completasse nel “male assoluto”? Come ha fatto il sindaco di Roma Alemanno. Credo sia superfluo ricordare il ruolo di garante della Costituzione che svolge il Capo dello Stato, il Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano. Dobbiamo ringraziarlo per il lavoro che sta svolgendo in un momento in cui davvero rischiamo di perdere di vista le poche cose che ci uniscono e sulle quali non dovremmo avere più dubbi. Tanti cittadini italiani in questi giorni, in Italia ed all’estero, ce lo stanno dicendo.

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