Numerose università australiane, con le quali il nostro Paese ha stabilito negli anni proficui rapporti di collaborazione, anche con la presenza di «lettori», sono nel mirino del Ministero degli Affari esteri e delle politiche di ridimensionamento dell’investimento in campo culturale.
Nel corso degli anni, la presenza di lettori a livello universitario ha consentito un collegamento immediato e proficuo con il settore terziario, anche in termini di ricerca e di rapporti tra università. Il consistente taglio alle risorse finanziarie, deciso dal Governo italiano, ha continuato il deputato Pd “non può ricadere meccanicamente e in maniera lineare sulle voci di bilancio ma al contrario dovrebbero essere salvaguardate le logiche di investimento e di produttività, anche in campo linguistico e culturale. Peraltro, eventuali progressive e drastiche riduzioni dell'impegno dello Stato italiano in Australia, a livello universitario e di lettorati, costituirebbe un segnale gravissimo di disattenzione nei confronti di una realtà politico-economica strategicamente collocata nell'Asia-Pacifico”.
Su queste problematiche Fedi ha presentato un’interrogazione al Ministro degli Affari Esteri “per sapere se non si ritenga necessario intervenire affinché sia ripristinato il lettorato presso l'università del Sud Australia, anche alla luce dei positivi risultati raggiunti in termini di iscrizioni in modo che la lingua e la cultura italiane vedano una continuità di impegno anche a livello terziario nello Stato del Sud dell’Australia e quali misure urgenti il Governo intenda adottare per garantire continuità alla presenza italiana a livello universitario in Australia”.
Il Sottosegretario di Stato degli Affari Esteri, On. Stefania Craxi, nella sua risposta ha dichiarato che “il Ministero non ha adottato nuovi criteri restrittivi nella destinazione dei lettori presso le università straniere, consapevole dell'importanza che i lettorati rivestono per la diffusione della cultura e della lingua italiana nel mondo. Nel confermare quindi che non è intervenuta alcuna modifica in merito ai criteri di selezione ed individuazione dei lettori da destinare all'estero ne', in generale, di quelli concernenti l'istituzione ed il mantenimento della rete dei lettorati, ribadisce l'impegno del Ministero degli Affari Esteri affinché, nell'ambito' delle risorse disponibili, sia salvaguardata e rafforzata l'immagine della lingua e cultura italiana nei confronti delle nostre collettività nel mondo”.
In merito alla decisione di chiudere il lettorato dell'Università del Sud Australia il sottosegretario Craxi ha chiarito, invece, che la decisione è stata presa in quanto “secondo il Contratto Nazionale integrativo di categoria il personale docente deve svolgere 18h di lezioni frontali oltre alle attività relative alla correzione degli elaborati e al sostegno agli studenti nelle ore di ricevimento. Un'attività ridotta – 5 ore settimanali, aumentate da alcune ore di lezione a distanza" inviate sia via mail, sia inserite nel sito del corso e da lezioni individuali trasmesse per telefono o via skype – sia pur svolta con competenza e professionalità, secondo quanto attestato dal Responsabile della cattedra di italiano presso la University of South Australia, non è compatibile con gli obblighi imposti dalle norme al personale docente e potrebbe esporre l'Amministrazione ad un procedimento per danno erariale”.
È evidente che – pur avendo presente il quadro generale di finanza pubblica e l’esigenza di rispettare gli obblighi di legge – anche i lettorati italiani all’estero debbono poter avvalersi, nelle contesto delle scelte formative locali, sia delle nuove metodologie di formazione a distanza che delle innovazioni tecnologiche. Forse da questo punto di vista siamo non solo insufficienti anche in forte ritardo.
Nel corso degli anni, la presenza di lettori a livello universitario ha consentito un collegamento immediato e proficuo con il settore terziario, anche in termini di ricerca e di rapporti tra università. Il consistente taglio alle risorse finanziarie, deciso dal Governo italiano, ha continuato il deputato Pd “non può ricadere meccanicamente e in maniera lineare sulle voci di bilancio ma al contrario dovrebbero essere salvaguardate le logiche di investimento e di produttività, anche in campo linguistico e culturale. Peraltro, eventuali progressive e drastiche riduzioni dell'impegno dello Stato italiano in Australia, a livello universitario e di lettorati, costituirebbe un segnale gravissimo di disattenzione nei confronti di una realtà politico-economica strategicamente collocata nell'Asia-Pacifico”.
Su queste problematiche Fedi ha presentato un’interrogazione al Ministro degli Affari Esteri “per sapere se non si ritenga necessario intervenire affinché sia ripristinato il lettorato presso l'università del Sud Australia, anche alla luce dei positivi risultati raggiunti in termini di iscrizioni in modo che la lingua e la cultura italiane vedano una continuità di impegno anche a livello terziario nello Stato del Sud dell’Australia e quali misure urgenti il Governo intenda adottare per garantire continuità alla presenza italiana a livello universitario in Australia”.
Il Sottosegretario di Stato degli Affari Esteri, On. Stefania Craxi, nella sua risposta ha dichiarato che “il Ministero non ha adottato nuovi criteri restrittivi nella destinazione dei lettori presso le università straniere, consapevole dell'importanza che i lettorati rivestono per la diffusione della cultura e della lingua italiana nel mondo. Nel confermare quindi che non è intervenuta alcuna modifica in merito ai criteri di selezione ed individuazione dei lettori da destinare all'estero ne', in generale, di quelli concernenti l'istituzione ed il mantenimento della rete dei lettorati, ribadisce l'impegno del Ministero degli Affari Esteri affinché, nell'ambito' delle risorse disponibili, sia salvaguardata e rafforzata l'immagine della lingua e cultura italiana nei confronti delle nostre collettività nel mondo”.
In merito alla decisione di chiudere il lettorato dell'Università del Sud Australia il sottosegretario Craxi ha chiarito, invece, che la decisione è stata presa in quanto “secondo il Contratto Nazionale integrativo di categoria il personale docente deve svolgere 18h di lezioni frontali oltre alle attività relative alla correzione degli elaborati e al sostegno agli studenti nelle ore di ricevimento. Un'attività ridotta – 5 ore settimanali, aumentate da alcune ore di lezione a distanza" inviate sia via mail, sia inserite nel sito del corso e da lezioni individuali trasmesse per telefono o via skype – sia pur svolta con competenza e professionalità, secondo quanto attestato dal Responsabile della cattedra di italiano presso la University of South Australia, non è compatibile con gli obblighi imposti dalle norme al personale docente e potrebbe esporre l'Amministrazione ad un procedimento per danno erariale”.
È evidente che – pur avendo presente il quadro generale di finanza pubblica e l’esigenza di rispettare gli obblighi di legge – anche i lettorati italiani all’estero debbono poter avvalersi, nelle contesto delle scelte formative locali, sia delle nuove metodologie di formazione a distanza che delle innovazioni tecnologiche. Forse da questo punto di vista siamo non solo insufficienti anche in forte ritardo.
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