Rimane solo rabbia. Interrogazioni parlamentari in Italia, lettere, richieste d’intervento e comunicati di Comites e Patronati, interventi e lettere di parlamentari australiani: nulla muove apatia e arroganza di INPS e Governo. Nessuna risposta. Nessuna azione tesa almeno a spiegare le ragioni di una tale pessima decisione: svolgere la verifica di esistenza in vita agendo sul sistema di pagamento delle pensioni. Sarebbe quasi meglio se l’INPS ritenesse d’ufficio tutti morti lasciando ai vivi il compito di provarlo. Con ogni mezzo legale – dichiara Marco Fedi a proposito della verifica di esistenza in vita condotta dalla Western Union.
Il 26 luglio 2010 chiedevamo ai Ministri del Lavoro e degli Esteri se non si ritenesse opportuno prevedere nelle convenzioni bilaterali una clausola sullo scambio di informazioni limitatamente alla verifica di esistenza in vita e se, analogamente, non si ritenesse indispensabile adottare moderni ed efficienti meccanismi di verifica dell'esistenza in vita che tenessero conto anche delle esigenze degli utenti pensando alla trasmissione elettronica dell'esistenza in vita all'istituto di credito o all'istituto previdenziale - attraverso terminale consolare oppure a mezzo posta elettronica certificata - per evitare o ridurre i casi di impropria sospensione della pensione o di pagamento differenziato dal normale accredito bancario. Non solo ai quesiti non è arrivata risposta ma si è andati avanti esattamente con la stessa procedura che causa notevoli problemi in alcuni Paesi, come l’Australia.
La denuncia del Presidente del Comites di Adelaide, Vincenzo Papandrea, riguarda ora anche le spese bancarie a carico del pensionato. Credo sia indispensabile ricordare ai pensionati che queste scelte sono dell’INPS e del Governo e richiamare Patronati e sindacati all’azione di tutela anche su questioni amministrative come la verifica di esistenza in vita che si deve poter eseguire anche con atti legali riconosciuti dalla legge e non solo attraverso il sistema di pagamento delle pensioni – ha ricordato l’On. Marco Fedi.
Il 26 luglio 2010 chiedevamo ai Ministri del Lavoro e degli Esteri se non si ritenesse opportuno prevedere nelle convenzioni bilaterali una clausola sullo scambio di informazioni limitatamente alla verifica di esistenza in vita e se, analogamente, non si ritenesse indispensabile adottare moderni ed efficienti meccanismi di verifica dell'esistenza in vita che tenessero conto anche delle esigenze degli utenti pensando alla trasmissione elettronica dell'esistenza in vita all'istituto di credito o all'istituto previdenziale - attraverso terminale consolare oppure a mezzo posta elettronica certificata - per evitare o ridurre i casi di impropria sospensione della pensione o di pagamento differenziato dal normale accredito bancario. Non solo ai quesiti non è arrivata risposta ma si è andati avanti esattamente con la stessa procedura che causa notevoli problemi in alcuni Paesi, come l’Australia.
La denuncia del Presidente del Comites di Adelaide, Vincenzo Papandrea, riguarda ora anche le spese bancarie a carico del pensionato. Credo sia indispensabile ricordare ai pensionati che queste scelte sono dell’INPS e del Governo e richiamare Patronati e sindacati all’azione di tutela anche su questioni amministrative come la verifica di esistenza in vita che si deve poter eseguire anche con atti legali riconosciuti dalla legge e non solo attraverso il sistema di pagamento delle pensioni – ha ricordato l’On. Marco Fedi.
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