Dobbiamo condannare con fermezza gli
insulti che il Senatore Calderoli ha rivolto alla Ministro Kyenge. E dobbiamo
tutti considerarci offesi per la gravità del suo attacco alle Istituzioni. Un
attacco alle Istituzioni della Repubblica è un attacco a tutti noi. Non vi è
giustificazione alcuna per le offese personali, sia quando arrivano dalla Lega
Nord, da suoi dirigenti e da esponenti della sua base politica, in direzione di
un Ministro della Repubblica, sia quando sono pronunciate da un Senatore della
Repubblica che ricopre anche il ruolo di Vice Presidente del
Senato.
Non è più possibile qualificare questi
attacchi come semplici “battute”, o considerarle dialettica politica o, peggio,
creare le condizioni per una sorta di assuefazione al “peggio” che la politica
italiana è in grado di offrire.
La condanna deve essere severa ma non è
più sufficiente. Dobbiamo chiedere che il Vice Presidente del Senato della
Repubblica si dimetta. Non è concepibile, infatti, che l’incarico istituzionale
ricoperto da Roberto Calderoli contraddica lo spirito e la lettera dell’art. 3
della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali
davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali”. In che misura la cittadina Kyenge è diversa
dal cittadino Calderoli, o da ogni altro cittadino dell’amato Nord, da meritare
una offesa personale?
Credo sia urgente in questo Paese
approvare norme più chiare e incisive su tutte le forme di intolleranza e
razzismo, anche quando queste si celano dietro la barbarie delle offese ad
personam.
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