“Il Piano nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, presentato ieri dal Ministro per l’integrazione Cécile Kyenge e dal Sottosegretario per le pari opportunità Maria Cecilia Guerra, è per noi un atto giusto, necessario e urgente. Esprimiamo a Ministro Kyenge, dunque, la nostra condivisione e il nostro sostegno, che vanno al di là del rapporto politico con l’attuale Governo perché risalgono a profondi motivi culturali e etici.
Le segnalazioni di casi di discriminazioni pervenute nel 2012 all’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali sono aumentate del 61% rispetto all’anno precedente. Le cronache di questi ultimi mesi, inoltre, ci riportano la catena ininterrotta di dichiarazioni e atti di intolleranza che macchiano il profilo culturale e morale del popolo italiano e aprono solchi profondi nella coesione sociale. La nomina a Ministro di una persona come Cécile Kyenge, alla quale ancora una volta esprimiamo solidarietà e ammirazione per il modo come sta svolgendo il suo ruolo di ministro, ha fatto da catalizzatore dei fenomeni di razzismo cui quotidianamente assistiamo, portando allo scoperto il fondo limaccioso sul quale poggiano le relazioni sociali e personali nel nostro Paese.
Noi che proveniamo da comunità che hanno conosciuto direttamente, sulla loro pelle, xenofobia e discriminazioni, a partire da quando alcune corti di giustizia statunitensi dichiaravano gli italiani di razza né bianca né nera, su queste cose sappiamo bene da che parte stare. E vorremmo che l’opinione pubblica italiana riflettesse seriamente sui danni di immagine e di coesione sociale che queste posizioni possono provocare nel nostro Paese. Cercare di fermare ciò che non si può fermare, come le migrazioni, è un atteggiamento cieco e controproducente.
Si tratta piuttosto di saper governare questi processi irreversibili, traendone il meglio possibile. Per questo hanno fatto bene il Ministro e il Sottosegretario a intrecciare un metodo di larga condivisione per un piano che deve intervenire in una materia tanto delicata e con alcuni essenziali assi di intervento, da piantare solidamente sul terreno dell’integrazione, come l’occupazione, l’alloggio, l’istruzione, la comunicazione , lo sport, la sicurezza. E poiché parliamo come parlamentari, rifletteremo seriamente sull’esigenza di affiancare il percorso culturale per l'affermazione dei diritti delle persone con un parallelo percorso di adeguamento normativo sulle problematiche della xenofobia e del razzismo.
Un piano d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, certo, ma, soprattutto, una strategia di civiltà che dentro e fuori i confini nazionali può fare solo del bene al nostro Paese.
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