“Nel suo recente viaggio in Israele, il Presidente Letta ha ricevuto dalla comunità italiana che vi risiede, tramite i rappresentanti del COMITES, la richiesta di ratifica da parte italiana della convenzione bilaterale di sicurezza sociale, in attesa da anni. Lo stesso era accaduto nel recente passato con i ministri degli esteri Frattini e Terzi.
E’ del tutto comprensibile questa insistenza dal momento che le relazioni tra i due Paesi si sono consolidate con il tempo non solo per le ragioni storiche inerenti alla stessa formazione dello stato di Israele, ma anche per lo sviluppo dei rapporti commerciali, imprenditoriali e professionali, che hanno coinvolto un gran numero di lavoratori dipendenti, autonomi e professionisti”.
L’on. Marco Fedi , nel presentare una sua interrogazione ai Ministri del lavoro e degli esteri, richiama i presupposti dai quali è nata l’esigenza della stipula di un accordo bilaterale di sicurezza sociale.
“Voglio ricordare - prosegue l’on. Fedi – che gli strumenti in campo con Israele sono due: il primo riguardante la convenzione di reciprocità in materia di sicurezza sociale, con il quale i due Paesi sono chiamati a coordinare le rispettive legislazioni nazionali per favorire la libera circolazione dei cittadini; il secondo, risalente al 1989, con il quale si sono regolamentati i distacchi temporanei di lavoratori dipendenti da un’impresa che ha la sua sede in uno stato e che per un certo tempo opera nel territorio dell’altro stato. La mia sollecitazione riguarda il primo strumento, la convenzione di reciprocità, che, sia chiaro, attiene esclusivamente alla maturazione del diritto alla pensione a seguito di eventuale totalizzazione, non alla determinazione dell’importo.
Con la mia interrogazione ai ministri competenti, sulla quale in questi giorni a Roma ho avuto modo di confrontarmi con il Presidente del Comites d’Israele, Beniamino Lazar, ho richiamato una duplice esigenza: aggiornare il testo della convenzione, messo a punto ormai da anni, e quindi bisognoso di adattamento alle situazioni nuove che si sono venute a creare; procedere finalmente, da parte italiana, a ratificare la convenzione per corrispondere ad un’obiettiva necessità che interessa tanti lavoratori e professionisti. Ne va il diritto delle persone ad avere una tutela volta a far valere giusti diritti legati a esperienze di lavoro effettivamente realizzate. Si fa un gran parlare di internazionalizzare il nostro sistema, poi nei casi in cui succede veramente, c’è sempre qualcuno che rischia di pagarne le spese. Ne va, ancora, la credibilità del nostro paese di fronte ad una realtà politica e sociale molto dinamica, come Israele, collocata in una delle aree strategiche del mondo.
Con il Presidente Lazar, inoltre, ho potuto approfondire altre questioni di particolare importanza per la nostra collettività in Israele, tra queste la ratifica ed entrata in vigore dell'accordo per il riconoscimento reciproco delle patenti di guida, su cui ho garantito il mio impegno.
L’invito del Presidente Lazar di recarmi in Israele con il sen. Giacobbe per incontrare la nostra comunità sarà certamente un’occasione proficua per approfondire ulteriormente le questioni in agenda”.
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