Nella riunione del 14 giugno 2007 della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati, Marco Fedi è intervenuto nella discussione sulla proposta italiana di moratoria universale della pena di morte.
Al centro del dibattito la risoluzione, che ha per primo firmatario il deputato Sergio D’Elia (Rnp), la quale ribadisce il mandato al Governo italiano “a procedere con la massima urgenza e senza altri rinvii alla presentazione della Risoluzione pro moratoria all'Assemblea generale attualmente in corso, non essendo accettabile che, dopo un decennio di ostracismi, si impedisca ancora una volta (sotto forma di «rinvio») alle Nazioni Unite, dove è indiscutibilmente maggioritaria la posizione pro moratoria, di votarla e così manifestarla”. Alcuni deputati, tra cui lo stesso D’Elia e Mantovani (Prc), hanno insistito per procedere subito nel presentare la risoluzione, anche senza aver ottenuto il formale via libera di tutti i Paesi Ue.
Nel suo intervento, dopo aver segnalato il suo apprezzamento per il percorso finora seguito dal Governo italiano, l’on. Fedi ha sottolineato invece come il consenso dei ventisette Stati membri dell'Unione europea rappresenterebbe un ulteriore successo, in gradi di consolidare la proposta italiana in sede di Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il deputato dell’Ulivo si è dichiarato comunque favorevole alla risoluzione in esame in Commissione, e ha auspicato la sua unanime approvazione, che costituirebbe un significativo segnale. A tal fine l’on. Fedi ha invitato il primo firmatario a valutare l'ipotesi prospettata di uno slittamento del voto. Successivamente, ha fatto notare al deputato Rivolta (Forza Italia) come il sostegno europeo sia comunque decisivo per accrescere le possibilità di approvazione della proposta italiana in seno all'Assemblea generale dell'ONU. A tale proposito l’on. Fedi ha ricordato come altri atti di indirizzo già, peraltro, impegnino il Governo ad andare avanti in ogni caso. Da cofirmatario della risoluzione, egli ha concluso facendo tuttavia presente come sarebbe opportuno un supplemento di riflessione, ove da parte europea venisse la proposta di un rinvio al mese di settembre.
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