domenica 6 aprile 2008

Il PD forte… dal cuore della gente

Una campagna elettorale è occasione propizia per parlare con vecchi e nuovi amici. La nascita del Partito Democratico, il coraggio di cambiare, di andare da soli e rischiare, la voglia di vedere un’Italia nuova, semplificata sotto il profilo politico e capace di prendere le decisioni più difficili: questa la speranza di chi oggi vota PD. Per combattere l’evasione fiscale, aumentare le pensioni e gli stipendi, introdurre un salario minimo garantito per i giovani, ed allo stesso tempo far quadrare i conti pubblici – continuando a tutelare gli interessi degli italiani all’estero, sulle pensioni, come abbiamo fatto con la 14esima INPS e sulla cittadinanza, con l’intenso lavoro per riaprirne i termini per il riacquisto.
Ma esiste anche un’altra ragione: voler credere in un’Italia più giusta, più efficiente, più organizzata, che si possa amare non solo per le nostre origini e la sua storia, non solo per le sue bellezze artistiche e naturali, ma anche per quello che oggi può essere e rappresentare in Europa e nel mondo. Amare l’Italia anche per il suo sistema politico.
Franco mi dice che ha trascorso la sua vita a giustificare le scelte fatte, prima alla famiglia poi ai figli, ma che non si è mai pentito di aver sposato Maria – a cui vanno tanti auguri – di essere emigrato in Australia e di aver sempre creduto nella gente: per questa ragione vede Veltroni come una speranza vera per l’Italia. Anche i laburisti ed i liberali d’origine italiana la dovrebbero veder così, pensa Franco. Meno partiti è anche più democrazia, perché con tanti partiti i messaggi si confondo, si sentono solo urla, si vedono solo litigi, si sentono sempre promesse e giustificazioni. Ora basta: con il PD al Governo un solo programma, un solo partito, un solo gruppo parlamentare ed una sola risposta all’Italia.
Maria ricorda i tanti problemi, dai tempi della pensione, nel rapporto con il Consolato. Anche oggi, ci ricorda, che non ha ricevuto le carte per votare. Spieghiamo che può telefonare. Dice: spero che si possa risolvere al telefono perché io al Consolato non vado! Non possiamo dar torto alla Signora Maria ma dobbiamo anche difendere i consolati: dopo cinque anni di tagli con Berlusconi, stavamo riprendendo un difficile cammino verso un potenziamento della rete consolare nel mondo: con più personale a contratto, con condizioni di lavoro e di carriera riformate, personale di ruolo sufficiente a garantire i servizi ed una semplificata gestione della spesa per i Consoli. L’impegno di tutto il personale – soprattutto durante i periodi elettorali – è un atto di serietà professionale e dimostra un grande senso di responsabilità verso le istituzioni.
Mauro, da Sydney, invece, mi sorprende favorevolmente: vado al Consolato a ritirare i plichi non arrivati! Dico grazie per ciò che fa per noi e lui: lo faccio anche per me! Bella risposta.
Ringrazio anche uno stimatissimo signore, tal Gianfranco – sempre da Sydney – che ci spedisce indietro il nostro materiale elettorale informandoci sull’uso più indicato per tale materiale. Deve averlo provato lui stesso!
Bello, infine, l’appello della signora Eleonora, da Perth, che mi dice: dobbiamo combattere l’astensionismo, ma dobbiamo anche far capire che un voto per alcuni partiti, come i socialisti, è un voto sprecato, per un partito che non avrà eletti in Parlamento e che per disperazione ha provato a candidare pure Mastella!
Il Signor Randazzo – omonimo del collega Senatore Randazzo, candidato al Senato –mi ricorda che l’Italia di Prodi ha visto le liberalizzazioni ed i primi segnali di modernità. Dice giustamente che i litigi interni alla maggioranza non sono mai utili ma che le coalizioni fatte da tanti partiti portano a questo risultato. Chiede: ma Forza Italia e AN non stavano litigando solo alcune settimane prima del tradimento di Mastella? Come mai per le elezioni sono tornati tutti amici? È convinto che cominceranno a litigare appena dopo le elezioni, che vincano o perdano: meglio non votarli!
Il Signor Enzo ci riconosce almeno due meriti: aver lavorato bene sulle pensioni, in particolare la quattordicesima, e l’onestà e l’integrità dimostrata, in particolare dal Senatore Randazzo. Caro Enzo grazie per le sua parole e grazie per aver riconosciuto il nostro lavoro: per fortuna la gente è più generosa dei nostri avversari che sanno solo offendere: pensiamo a Zacchera – responsabile di AN per gli italiani nel mondo – che attacca il sottoscritto poiché da parlamentare di maggioranza sarei intervenuto solo una volta. Non dice il vero poiché sono intervenuto in aula due volte e non dice il vero poiché intervenire due volte, da parlamentare di maggioranza in un gruppo di oltre duecento, è un privilegio che tocca a pochi.
Mario da Sydney che mi dice: votiamo per voi ma dovete dire ai vostri colleghi parlamentari che è ora di fare pulizia, che la pulizia è quella che deve liberarci dal malcostume ma anche dalla cattiva politica. Dico che abbiamo già cominciato, proprio facendo partire un partito nuovo, il Partito Democratico.
E che dire dell’incredibile numero di indipendenti – dice Giovanni. Tutti i candidati fanno capo a partiti o a coalizioni eppure tutti amano definirsi indipendenti. Veramente noi no. Non abbiamo mai sputato sui partiti, soprattutto i nostri. Alcuni candidati non sanno neanche quali siano i loro partiti, devono essere davvero indipendenti – rispondo!
Giuseppe, che legge il Globo, oltre a chiedermi come votare per Veltroni, vuole sapere se davvero guadagniamo tanto: caro Giuseppe, il nostro stipendio lordo – cioè con le tasse – è di oltre 11,000 euro al mese. Il netto, dopo tutte le ritenute, è circa 5,000 euro al mese. Da questi il partito trattiene 1,500 euro al mese. L’indennità forfetaria di 4,100 al mese per vivere a Roma è appena sufficiente a pagarsi albergo o affitto (basta fare i conti: a 150 euro a notte per una media di 20 notti al mese o informarsi sugli affitti medi a Roma) e 4,000 euro al mese per impiegare personale che – se assunto in regola come abbiamo fatto noi, dico Fedi e Randazzo – costa circa 3,000 euro al mese. Gli altri mille euro sono stati utilizzati per avere un ufficio di rappresentanza – che non è uno sgabuzzino – ma la sede di un’Associazione, quella degli amici e stimati lucani che saluto con affetto! Noi non abbiamo ricevuto rimborsi elettorali. Non è affatto vero che un MP australiano, statale o federale, costi meno, a chi paga le tasse. Calcolatrice alla mano, il personale e l’ufficio elettorale sono pagati – giustamente – dal Parlamento e, facendo i conti, è molto più della quota di rapporto con il territorio dei parlamentari italiani.
Infine, a proposito di querele e ingiunzioni: i tribunali non sono la mia passione e gli avvocati vorrei vederli solo come amici e non per la professione che svolgono. Ho sempre pensato che la politica – la rappresentanza – fosse ad un livello più elevato della gutter politics di cui, purtroppo, qualcuno ci ricorda l’esistenza.

Marco Fedi.

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