L’attentato di Tunisi, che fa seguito a quello di Parigi e
Copenaghen, è l’ultima tappa del programma di esportazione di violenza e di
morte che le centrali terroristiche stanno perseguendo attraverso le loro
cellule disperse e, per questo, poco controllabili. I luoghi di cultura e le
persone inermi sembrano i bersagli preferiti dell’ISIS, per un cinico calcolo
del loro valore simbolico. Accanto a questi obiettivi primari, i luoghi della
rappresentanza democratica, come ad Ottawa e nella stessa Tunisi. Tra l’altro,
la scelta di un Paese che è stato alla testa della Primavera araba e che ha da
poco superato positivamente un difficile passaggio elettorale esprime
chiaramente l’incompatibilità tra l’ordinamento democratico e l’ordine
jihadista.
Il dolore e l’esecrazione probabilmente non bastano, perché
sono in discussione la democrazia, la civiltà, la coesistenza, la sicurezza dei
singoli. Ai Paesi e alle forze democratiche non resta che dimostrare
determinazione, reciproca solidarietà, efficienza dei loro sistemi di
sicurezza, certezza dei principi di libertà e di autonomia ai quali ispirare la
convivenza internazionale e la vita interna di ciascuna società.
Il nostro pensiero va alle vittime innocenti e a quelle del
dovere, ai feriti, ai loro parenti e quanti sono stati coinvolti, direttamente
e indirettamente, nelle azioni terroristiche. Un sentimento di particolare
solidarietà va alla nostra comunità in Tunisia, di recente visitata dai
parlamentari Fedi e Giacobbe, e nelle altre aree dell’Africa e del medio
Oriente nelle quali ogni giorno, ogni momento si può essere colpiti per le
proprie idee di libertà, per la propria fede, o semplicemente per la propria
normalità.
On. Marco Fedi, Sen. Francesco Giacobbe, On. Gianni Farina,
On. Laura Garavini, On. Francesca La Marca, On. Fabio Porta
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