martedì 25 settembre 2007

Fedi: "L'Italia non è un Paese normale"

Di seguito l'intervista apparsa ieri sul quotidiano "Il Globo" di Melbourne a firma di Paul Scutti.
Partito Democratico, crisi della politica, legge sulla cittadinanza, pensioni. La carne al fuoco non manca nell’intervista con l’On. Marco Fedi, da poco rientrato in Italia per la ripresa dei lavori parlamentari.
Convinto sostenitore della candidatura di Walter Veltroni alla guida del nascente PD, Fedi conferma che entro pochi giorni sarà resa nota la lista dei candidati che – in rappresentanza della ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide – andranno ad unirsi alla costituente del nascente partito.
“Grazie alla lista Democratici Italiani nel Mondo per Veltroni, anche i nostri cittadini che risiedono all’estero possono esser certi che stanno dando un contributo originale alla creazione di questa nuova formazione politica”, sottolinea l’esponente dell’Unione.
Resta da chiedersi fino a che punto gli italiani saranno ricettivi nei confronti di un nuovo partito, nel momento in cui il Paese sembra vivere uno dei momenti più bassi nel rapporto tra cittadini e politica. “Da parte mia posso affermare di essere uno di quei politici che hanno risposto alle proposte avanzate da Beppe Grillo. Sulla ineleggibilità dei condannati e sul mandato parlamentare limitato a due legislature sono d’accordo. Provvedimenti del genere non sarebbero necessari se l’Italia fosse un Paese normale, ma purtroppo non è così e a circostanze eccezionali a volte è il caso di rispondere con misure eccezionali”.
La riapertura del Parlamento segna anche la ripresa del dibattito su uno dei temi più cari agli italiani che risiedono all’estero: la cittadinanza. “Ci sono notizie confortanti in merito. Il governo ha dato il suo parere positivo sulla legge e sulla copertura finanziaria necessaria alla sua attuazione. Serviranno infatti maggiori risorse per i consolati affinché possano smaltire le situazioni pregresse e soddisfare le richieste di quegli italiani che vogliono vedersi riconosciuta la cittadinanza. Sui tempi è difficile fare pronostici, in Italia bisogna battersi letteralmente su tutto. La speranza è che la legge possa avere il via libera della Camera entro la fine dell’anno”.
Un ultimo accenno infine alle pensioni, dopo che anche quelle in regime internazionale hanno goduto del recente aumento riservato agli assegni più bassi. “Bisogna riconoscere che la platea degli aventi diritto è limitata – precisa Fedi –, perché con la combinazione di varie pensioni si supera facilmente il limite stabilito dei 14.000 dollari australiani. Ciò detto, l’aumento resta comunque un ottimo risultato, per nulla scontato. Peccato però che, ancora una volta, l’INPS si sia distinta per l’assoluto vuoto informativo in materia”.
Approvati gli aumenti, resta da risolvere il problema degli oltre 50.000 pensionati residenti all’estero che si sono visti richiedere un rimborso da parte dell’INPS. “Abbiamo presentato una proposta di legge per la sanatoria degli indebiti relativi al periodo tra il primo gennaio 2002 e il 31 dicembre 2005”, conferma Fedi. Se approvata, la sanatoria dovrebbe essere anche l’ultima, visto che l’INPS sta studiando un nuovo provvedimento per eliminare alla radice le cause che provocano l’insorgere delle situazioni debitorie.
PAUL SCUTTI
Melbourne, 24 settembre 2007

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