mercoledì 14 gennaio 2009

L’On. Marco Fedi sul decreto anti-crisi

“Credo sia un errore adottare una strategia da “rinuncia preventiva” per cui prima ancora di affrontare nel merito le misure previste dai provvedimenti all’esame si rinuncia al confronto con le ragioni dell’opposizione. Si cerca di evitare il confronto in aula ad ogni costo. La fiducia sul provvedimento anti-crisi, anche con la forte riduzione degli emendamenti presentati dal gruppo del PD, può essere evitata. Perdere occasioni per riforme o per un provvedimenti le cui finalità sono condivise, è una “rinuncia preventiva” agli spazi di dialogo auspicati dallo stesso Capo dello Stato. È evidente che la nostra contrarietà alla impostazione complessiva del provvedimento rimane” – ha sottolineato l’On. Fedi.
“Si tratta di un provvedimento che ha l’aspirazione di contrastare la crisi economica definendo un “piano strategico nazionale” a sostegno delle famiglie, dell’occupazione e delle imprese. Invece contiene misure che non sono interventi strutturali, che sono largamente insufficienti e che trasformano l’assistenzialismo in “intervento per i poveri”. Non solo. Il tentativo di inserire in questo provvedimento il pagamento di una tassa di 50 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno per gli immigrati regolarmente residenti in Italia e della fideiussione di 10.000 euro per le attività imprenditoriali è la dimostrazione di come si cerchi di “confondere” natura e merito dei provvedimenti. Quale altra lettura se non la continuazione della doppia azione: utilizzare la logica della paura per mascherare l’inefficacia dell’azione del Governo, utilizzare la logica delle emergenze per giustificare gli errori della maggioranza, da Alitalia, alla scuola e all’università fino alle misure sulla giustizia ed ora sulle misure anti-crisi” – ha dichiarato Fedi intervenendo in aula in sede di discussione generale sul provvedimento.
“Il bonus di 1000 euro è ad esempio un solitario intervento – profondamente assistenzialista – che non darà prospettive continuative per il rilancio dell’economia italiana. Lo stesso vale per la social card, la carta acquisti. Anche rispetto a questa misura, che riteniamo sbagliata, il Governo sta creando le condizioni per un sua “oggettiva” collocazione tra misure assistenziali, non all’altezza di una seria politica di contrasto alla povertà che deve partire dai diritti di cittadinanza che ci appartengono perché garantiti dalla Costituzione. Ed abbiamo già oggi denunce di ritardi, inefficienze, complicazioni amministrative, mancanza di chiarezza e di informazione”.
“Infine la questione delle detrazioni per carichi di famiglia e la definitiva estensione di questa misura, introdotta dal Governo Prodi, ai cittadini italiani residenti all’estero. Un nostro emendamento in tal senso è stato presentato in Commissione bilancio. Attendiamo di capire dalla maggioranza – con o senza voto di fiducia – come intende dare risposta a questo tema sollevato innumerevoli volte da esponenti dell’opposizione e della stessa maggioranza. In ogni caso – conclude l’On. Fedi – l’eventuale proroga di un anno ci impone di continuare a lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo della definitiva estensione delle detrazioni per carichi di famiglia ai residenti all’estero”.

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