lunedì 14 maggio 2012

Governo Monti e crisi


Ciò che accomuna i conservatori europei, in questo momento, è la sconfitta elettorale. La sconfitta della CDU, dopo la vittoria di Hollande in Francia, mostra quanto sia duro il giudizio degli elettori tedeschi e francesi sull’azione Merkel-Sarkozy sia a livello nazionale che europeo. Il nostrano PDL, invece, pare voglia convincersi che la ragione del tracollo elettorale alle amministrative sia, in larga misura, il sostegno al Governo Monti. Il Governo Monti ha commesso degli errori, è vero. Ma i danni causati in tre anni di Governo Berlusconi sono arrivati a produrre effetti devastanti proprio nel momento in cui il nuovo esecutivo era chiamato a scelte drastiche, impopolari ma urgenti per non arrivare al default.
Monti prova a dirla tutta, ma deve fermarsi. Prova a dire che l’abolizione dell’ICI sulla prima casa è stato un errore a cui si è dovuto porre rimedio. Prova a dire che i tagli, mirati dall’esame attento della spesa, sono una soluzione mentre i tagli lineari sono un problema. Prova a dire che per avere ascolto in Europa occorre essere credibili. Prova a ricordare che avere una guida politica credibile, che abbiamo ritrovato, è condizione essenziale ma non sufficiente. Per avere ascolto, per far ripartire la crescita, in Italia e in Europa, occorre non solo avere impegni precisi ma anche fare le riforme. Ed occorre avere rispetto anche per i sacrifici degli altri. Se in Europa avessimo avuto maggiore peso e ascolto avremmo potuto fare di più e meglio anche per la Grecia. Avremmo potuto evitare che l’Europa mettesse in ginocchio la Grecia. Monti prova a raccontare questa vicenda. Non può dirla tutta perché il sostegno del PDL in Parlamento è essenziale per governare.
L’unica vera discussione, che il PDL non sta svolgendo, è quella sulle ragioni per cui in tre anni di Governo Berlusconi non si è fatto nulla per la crescita, non si è fatto nulla per rimodulare la spesa pubblica, cosa diversa dai tagli lineari, e soprattutto si è fatto nulla per contrastare l’evasione fiscale. In un Paese civile si deve poter distinguere tra un evasore, totale o parziale, e una vittima di circostanze economiche difficili. E gli strumenti di intervento devono essere diversi. In questi giorni in cui si argomentano tesi contrastanti sul futuro del Governo Monti, il Partito Democratico è nuovamente chiamato ad un esercizio di proposta politica, anche critica, ma con la coerenza che lo ha contraddistinto negli ultimi anni.

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