giovedì 8 agosto 2013

FEDI (PD): Lavorare per maggiore coordinamento e per le riforme

Il confronto parlamentare sui temi degli italiani all'estero si riduce nelle occasioni e nei tempi. Al Vice Ministro Archi avremmo voluto segnalare alcune questioni importanti, anche con toni critici ma sempre costruttivi. I tempi dell’audizione in seno al Comitato per gli italiani nel mondo della Commissione affari esteri della Camera, non hanno consentito un vero confronto – ha dichiarato l’On. Marco Fedi.
Avremmo voluto rilevare che l'eccessiva frammentazione delle responsabilità in un Ministero come gli Esteri, già diviso tra centri di spesa e Direzioni generali, complica le sinergie che sarebbe opportuno realizzare. Lo spacchettamento delle deleghe, con l’attribuzione della responsabilità della rete consolare ad un altro esponente di governo e quella della rete degli istituti di cultura e delle scuole italiane all'estero ad un altro ancora, ostacola la necessaria azione di coordinamento.
Ecco, se in questa fase di larghe intese si ponessero le condizioni per una serie di riforme riguardanti la scuola e la cultura, la tutela sociale, la rappresentanza, la rete consolare e i servizi per i cittadini, si riuscirebbe, anche all'estero, a dare il senso dell’utilità di un’alleanza tra oppositori del passato.
Nella relazione del Vice Ministro Archi non si parla mai di coordinamento né di azione riformatrice. Ed è paradossale che si parli di mantenimento della Circoscrizione estero e del voto per corrispondenza quando il Ministero degli Affari Esteri lavora ad un progetto di voto elettronico e il Ministero dell’Interno, in più di un’occasione,  si è pronunciato contro il voto per corrispondenza.
La spending review è stata ampiamente disattesa. Siamo oggi in una situazione in cui la Farnesina non riesce a garantire la propria rete diplomatico-consolare nel mondo. Questo significa non assicurare servizi alle imprese e non garantire servizi ai cittadini italiani, non solo a chi vive stabilmente all'estero da molti anni ma anche a quelli che, più di recente, si muovono nella dimensione globale.
Non possiamo poi tralasciare la promozione e la diffusione della nostra lingua e cultura nel mondo. Da troppi anni questo settore attende una seria riforma. Il C.G.I.E., con un suo documento di proposta, ha delineato alcune coordinate di riforma. Analogamente, il tema dell'informazione radiotelevisiva e stampata richiede un impegno del Governo sui nuovi criteri da adottare per la concessione dei contributi e un'azione propositiva per dare nuova energia a Rai Italia.
Per il museo dell’emigrazione puntiamo a un progetto più ambizioso. Una rete museale delle migrazioni, un centro di cultura per la storia comune dei popoli migranti, di cui l’emigrazione italiana nel mondo sia parte essenziale ma non esclusiva. Non credo sia utile relegare la storia dell’emigrazione in un museo che ne conservi, unicamente e in forma statica, la memoria storica.
La proiezione del nostro Paese nel mondo, infine, ha bisogno di una strategia complessiva che deve essere resa più chiara e più sinergica anche per quanto riguarda l’azione delle strutture che agiscono in questo campo, come le Camere di Commercio, l’ICE e i vari altri sportelli. Intere aree del pianeta, a partire dall'Asia-Pacifico, continuano a essere sottovalutate come aree di sviluppo e di crescita nell'interscambio economico e negli investimenti.

Siamo convinti, infine, della necessità di realizzare atti concreti che diano agli italiani nel mondo il senso di un cambiamento di passo nell'azione di governo.

Il testo della lettera al Vice Ministro Archi

Roma, 6 agosto 2013
Al Vice Ministro degli Affari Esteri
On. Bruno Archi
Ministero degli Affari Esteri
ROMA



Egregio Vice Ministro, On. Archi,

poiché durante l'audizione svoltasi nel Comitato per gli Italiani nel mondo della Commissione Affari Esteri della Camera non è stato possibile completare gli interventi, Le inviamo, certi della Sua disponibilità e della Sua attenzione, alcune nostre riflessioni che riteniamo utili in questo passaggio politico.
Della Sua relazione ci permettiamo di fare una lettura critica che riteniamo non debba mai venir meno neanche quando forze, storicamente diverse, concorrano a sostenere un governo di larghe intese, come il Governo Letta. Una sana dialettica, sempre utile anche quando sia interna a una maggioranza, è ancora più importante se c’è il rischio di avere un'unanime desistenza rispetto ai temi più urgenti per il Paese e per gli italiani nel mondo.

La prima questione che intendiamo porLe riguarda le deleghe. L'eccessiva frammentazione delle responsabilità in un Ministero come gli Esteri, già fortemente diviso tra centri di spesa e Direzioni generali, complica le sinergie che sarebbe opportuno realizzare.
Le Sue deleghe sono importanti ma l’attribuzione della responsabilità della rete consolare ad un altro  esponente di governo e quella della rete degli istituti di cultura e delle scuole italiane all’estero ad un altro ancora, non aiuta di certo, anzi ostacola, la necessaria azione di coordinamento che Le chiederemmo di svolgere. Tale coordinamento è necessario anche per evitare che un autorevole esponente di Governo, quale Ella è, si trovi nella condizione di proporre al Parlamento e alle comunità italiane nel mondo un semplice elenco di cose da fare, una wish list, che riassume istanze che provengono addirittura dalla storia dell'emigrazione e del lavoro del CGIE, senza che emergano però proposte concrete e scadenze di riforma.
Ecco, se in questa fase di larghe intese si ponessero le condizioni per una serie di riforme riguardanti la scuola e la cultura, la tutela sociale, la rappresentanza, la rete consolare e i servizi per i cittadini, riusciremmo anche all'estero a dare il senso dell’utilità di un’alleanza tra oppositori del passato.
 Nella Sua pur ampia relazione non si parla mai di coordinamento né di azione riformatrice. Potrebbe apparire addirittura paradossale che si parli, come Lei giustamente fa, di mantenimento della Circoscrizione estero e di inversione dell’opzione nel voto per corrispondenza, quando il Ministero degli Affari Esteri non ha avanzato una chiara posizione a favore dell'inversione dell'opzione, e lavora ad un progetto di voto elettronico, tra l'altro ancora non conosciuto nei dettagli. Il Ministero dell’Interno, a sua volta, in più di un’occasione,  si è pronunciato contro il voto per corrispondenza. Le chiediamo, quindi, non solo di assolvere alle Sue deleghe, ma anche di svolgere un’incisiva azione di coordinamento sui temi più generali.

Venendo alla spending review, dobbiamo constatare come essa sia  stata ampiamente disattesa. Siamo oggi in una situazione in cui la Farnesina non riesce a garantire la propria rete diplomatico-consolare nel mondo. Questo significa non assicurare servizi alle imprese e non garantire servizi ai cittadini italiani, non solo a coloro che dimorano all’estero da molti anni ma anche a quelli che, più di recente, si muovono nelle dimensione globale.
Adelaide, Brisbane, Newark, Tolosa, Sion, Wettingen, Neuchatel, Mons, e altre città europee nell’elenco delle chiusure - come Losanna e Coira, ingiustamente penalizzate dalle ultime chiusure, per le quali dobbiamo trovare soluzioni - sono meta di imprese, di rapporti commerciali importanti, sono strumenti di quella promozione dell'Italia nel mondo di cui la Farnesina vuole rendersi protagonista.

Restano quindi aperti, Signor Vice Ministro, quesiti ineludibili: in che modo garantire i servizi ai connazionali nel mondo? In che modo sostenere la nuova presenza italiana di ricercatori, giovani, nuovi migranti in ambito internazionale? Si può essere presenti camminando nel vuoto? E se non si vuole il vuoto, quali servizi alternativi realizzare? È possibile che per rinnovare un passaporto occorra fare 725 chilometri, da Adelaide a Melbourne?

Non possiamo poi tralasciare la promozione e la diffusione della nostra lingua e cultura nel mondo. Da troppi anni questo settore attende una seria riforma. Il CGIE, con un suo documento di proposta, ha delineato alcune coordinate di riforma. Ci sembra indispensabile procedere su questa base a un utile approfondimento.

Analogamente, il tema dell'informazione radiotelevisiva e stampata richiede un impegno del Governo sui nuovi criteri da adottare per la concessione dei contributi, di cui Lei non ha parlato, e un'azione propositiva per dare nuova energia a Rai Italia.

Per il museo dell’emigrazione, inoltre, noi puntiamo francamente a un progetto più ambizioso: a una rete museale delle migrazioni, a un centro di cultura per la storia comune dei popoli migranti, di cui l’emigrazione italiana nel mondo sia parte essenziale ma non esclusiva, affinché continui a essere un fermento attivo e non un luogo in cui sia staticamente conservata  la memoria della nostra vicenda storica.

Nella Sua relazione, inoltre, non si fa alcun riferimento all'IMU, alla necessità che la riforma in discussione tenga conto anche delle istanze degli italiani nel mondo per le quali Le chiediamo un energico intervento.

La proiezione del nostro Paese nel mondo, infine, ha bisogno di una strategia complessiva che deve essere resa più chiara e più sinergica anche per quanto riguarda l’azione delle strutture che agiscono in questo campo, come le Camere di Commercio, l’ICE e i vari altri sportelli. Intere aree del pianeta, a partire dall'Asia-Pacifico, continuano a essere sottovalutate come aree di sviluppo e di crescita nell'interscambio economico e negli investimenti.

Siamo certi, Signor Vice Ministro, che Ella vorrà considerare questo nostro messaggio come uno stimolo costruttivo e una sollecitazione a cogliere l’opportunità di una così ampia maggioranza di Governo. Confidiamo, dunque, nel Suo impegno e soprattutto nella realizzazione di atti concreti che diano agli italiani nel mondo il senso di un cambiamento di passo nell’azione di governo.

Gradisca i nostri più cordiali saluti e auguri di buon lavoro.

I deputati Marco Fedi, Gianni Farina, Francesca La Marca, Laura Garavini, Fabio Porta.

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