martedì 25 marzo 2014

FEDI: L’ACCORDO DI COOPERAZIONE DI POLIZIA TRA ITALIA E SUD AFRICA RAFFORZA LA SICUREZZA IN UN’AREA STRATEGICA

L’on. Marco Fedi è stato il relatore in aula della legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Sud Africa in materia di cooperazione di polizia, fatto a Cape Town il 17 aprile 2012. L’accordo si inserisce nel diverso contesto internazionale che vede la formazione di nuovi poli regionali che richiedono lo sviluppo di nuove relazioni tra Stati e di nuove politiche economiche internazionali. “Il Sud Africa si inserisce all'interno di un'area strategica di significativa rilevanza e si caratterizza quale Paese emergente nel polo regionale, attirando a sé gli investimenti economici e finanziari e insieme ad essi le attenzioni della criminalità organizzata transnazionale. Pertanto, la valutazione e l'analisi del rischio dello sviluppo di fenomeni criminali transnazionali, compreso il terrorismo internazionale, impongono per gli Stati l'individuazione di efficaci misure di prevenzione e di controllo in materia di sicurezza” - ha ricordato l'On. Fedi in Commissione affari esteri. “Ogni azione rivolta a rafforzare la capacità investigativa sia nella fase della prevenzione che nel contrasto in aree per noi di interesse strategico ha un obiettivo interesse per il nostro Paese. Le notizie che le cronache quotidiane ci riportano sulle azioni anche spregiudicate della criminalità organizzata e di formazioni terroristiche sulle rotte più sensibili per il commercio internazionale ci dicono quanto sia importante lavorare per una maggiore sicurezza dei collegamenti internazionali e transnazionali. L'accordo, poi, riveste particolare importanza anche in considerazione della forte comunità italiana residente in Sud Africa”. Va preso atto del forte impegno del Sud Africa in direzione del miglioramento della cooperazione internazionale nel contrasto alla criminalità. “La Repubblica del Sud Africa - ricorda Fedi - ha ratificato accordi simili con altri Paesi europei, quali Francia e Belgio, con gli Stati Uniti, con gli Emirati Arabi, con la Cina, che si inseriscono in un quadro di collaborazione internazionale teso a contrastare tutte le forme di criminalità. Voglio ricordare, inoltre, che l’Italia ha precisi obblighi internazionali, tra i quali quelli discendenti dalla partecipazione all’Unione europea”. L’Accordo indica i principali settori nei quali la cooperazione di polizia si renderà operativa; in particolare, il contrasto del crimine organizzato transnazionale, del traffico illegale di stupefacenti e di sostanze psicotrope e loro precursori, della tratta di esseri umani e del traffico di migranti, del traffico illegale di armi, munizioni, esplosivi, materiale nucleare radioattivo e tossico, nonché del terrorismo internazionale”. L'accordo si realizzerà con lo scambio delle informazioni sui reati e sulle organizzazioni criminali, sulle loro strutture e sui loro modi operandi, sulle tecniche investigative utilizzate per il contrasto, tra le quali le speciali tecniche investigative delle consegne controllate, delle operazioni sotto copertura e di sorveglianza, nonché sui metodi impiegati per il controllo delle frontiere e documentale. Lo scambio delle informazioni riguarda altresì gli strumenti legislativi e scientifici per combattere il crimine, compresa l’analisi della minaccia criminale, e la formazione di funzionari di polizia”.

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