martedì 15 luglio 2014

Fedi (PD): Rinnovo Com.It.Es. e C.G.I.E.

In pieno Governo di centrodestra, quando i tagli agli italiani nel mondo erano la regola e la rappresentanza era considerata “un’inutile duplicazione”, arrivò la prima proroga, giustificata in nome della “riforma” della rappresentanza degli italiani all’estero. La riforma poi non si fece, anche perché la proposta di riforma modificava poco in alcuni campi, nulla in altri, ad esempio nel sistema di voto per i Comites, diffusamente considerato dispendioso. Così, in piena crisi economica e finanziaria, arrivò una seconda proroga, motivata proprio con la “carenza di fondi per le elezioni”. Il costo del voto per corrispondenza appariva, in base alle valutazioni del MAE, insostenibile. Poi la terza proroga, quella dell’”anche”, che introduceva appunto “anche” il voto elettronico per sopperire alle poche risorse disponibili. La prima proroga indebolì la rappresentanza. Allora sostenni l’esigenza di rinnovare i Comites e il Cgie per seguire l’iter delle riforme e disegnare poi un quadro di rappresentanza compatibile con il futuro assetto costituzionale. Dal 2009 con le riforme costituzionali siamo arrivati ad oggi. Francamente, si sono male utilizzati cinque anni perché nel frattempo si sarebbero potute tenere le elezioni e oggi avremmo potuto avere una vera opportunità di riforma. La proposta di riforma dei Comites che allora ci venne propinata, in ogni caso avrebbe mutato davvero poco e non avrebbe impedito le proroghe successive poiché queste sono sempre state giustificate con la mancanza di risorse, o meglio con l’assenza di copertura per il voto per corrispondenza previsto per i Comites. Oggi il Governo dichiara di voler ridurre i costi introducendo l’opzione, vale a dire l’obbligo di prenotazione, per chi desidera votare mediante il voto per corrispondenza. Rispettare la legge e onorare l’impegno preso. Non è uno slogan ma deve trasformarsi in una responsabilità condivisa per arrivare all’obiettivo del rinnovo entro l’anno. Abbiamo ora l’opportunità di ridare al quadro della rappresentanza una stabilità politica e culturale, ed anche di riassorbire, almeno in parte, il disagio e la delusione che si è accumulata in questi anni di stasi, per riprendere poi il cammino delle riforme. La disponibilità espressa dal Governo a far svolgere, entro il 2014 e comunque non oltre i primi tre mesi del 2015, le elezioni per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all'Estero e del Consiglio Generale, deve trovare l’impegno politico di tutte le forze parlamentari. Nello stesso tempo dovremo trovare un metodo di lavoro per evitare da un lato che la carenza di risorse sia il vero fattore delle modifiche che s’intendono apportare, come è avvenuto per il CGIE, dall’altro che si continuino a rincorrere le misure tampone imposte dall’emergenza, evitando di affrontare, con coraggio, i nodi di una moderna azione di conoscenza ed elaborazione da sviluppare e legittimare all’estero in dialogo con la nostra rete diplomatico-consolare.

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